Per fissare gli occhi nel cielo infinito, che è lì, senza limite, lontano lontano.
Vorrei sentire per sempre
Il suono dei fiumi e della vita
Con la mia fede sicura,
Giammai sopita.
Vorrei poter
Muover le ciglia
Suggellate da cispe devianti di luce,
Adombranti l’azzurro.
Vorrei più aperture nel mondo,
Per nuove avventure
Senza dolenti affanni,
Per godere la vita.
Vorrei respingere
Il crepuscolo che accora
E trascina nel muffoso pantano
Quest’essere inquieto
Vorrei ascoltare
Il frinire della cicala
Nell’afa cocente d’estate,
Senza mai sbottare.
Vorrei non sentire di notte
Il lugubre suono della civetta
Posata sul ramo,
Foriera di acciacchi e di morte.
Vorrei restare mendico
E sentire il profumo del glicine
Rampicante sul muro, coi grappoli
Tinteggiati di lilla.
Vorrei scrutare, abbagliato ,
la brina posata negli orti
O sui prati, non so !
Forse è più bella la neve.
Oh ! Io vorrei,
Vorrei viver per sempre
Per sdraiarmi supino sull’erba ;
Per fissare i miei occhi
Nel cielo infinito,
Che è lì, senza limite
Lontano lontano.
26/02/2002 Giuseppe Verduci