Pubblicato su Lo SciacquaLingua
Tutti i “massinforma” (mezzi di comunicazione di massa: giornali e radiotelevisioni) ci “propinano” a ogni piè sospinto una teoria di tautologie che si possono definire “ripetizione del già detto” e in buona lingua italiana sono – come si diceva un tempo – da evitare come la peste. Ci sembra interessante, quindi, riportare quanto dice in proposito il linguista Luciano Satta.
- Se leggete “Fra i due c’è una grande collaborazione reciproca” e riflettete un poco, notate subito che di quel ‘reciproca’ si può fare benissimo a meno, anzi si deve fare a meno, perché una collaborazione fra due persone è sempre reciproca, altrimenti che collaborazione sarebbe?
- Così, dire che un uomo è stato condannato secondo le ‘vigenti leggi’ vuol dire sprecare una parola, essendo poco probabile che un uomo venga condannato per una legge che non è più in vigore; e ancor più pesante è la ridondanza quando si parla, come spesso si fa, di un uomo condannato secondo le ‘leggi attualmente vigenti’.
- Altrettanto inutile è dire che per esaminare una certa faccenda, per fare una certa indagine è stata creata un’apposita commissione: se la commissione è stata creata per quella certa faccenda o indagine, è per forza apposita.
Si può fare a meno, inoltre, dell’aggettivo ‘futuro’ in frasi come queste, che sentiamo spesso alla radio o alla televisione o leggiamo sui giornali quando viene intervistato qualcuno: “Quali sono i suoi progetti futuri? “; “Mi parli del suo programma futuro”. Un progetto, un programma sono sempre futuri, in questi casi. Si sa che ci possono essere programmi e progetti per un ‘futuro lontano’, per un ‘futuro immediato’ e allora quando ci sono precisazioni simili tutto va bene.
A cura di Fausto Raso (Luglio 2006)
Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.