Posted on

Precisazioni, dopo la sentenza del Tribunale di Milano.


Counseling News

Da tempo, si assiste ad una fastidiosa diatriba fra il mondo degli Psicologi e quello dei Counselor. Purtroppo, più che un confronto scientifico, spesso si cerca un via dettata da giudici e tribunali.

Questo, pur giustificato dalla necessità di puntualizzare limiti e competenze reciproche, spesso fa ricordare quel famoso detto orientale in base al quale… “Quando soffia il vento del cambiamento, qualcuno costruisce muri, altri mulini a vento”.


Una recente sentenza del Tribunale di Milano ha agitato i sonni di molti professionisti, ritenendo che, a seguito di quest’ultima, il mondo del Counseling avrebbe subito considerevoli inibizioni.

Proviamo ad approfondire il discorso.


  • la sentenza del Tribunale di Milano n.10289/2011 ha rigettato il ricorso presentato da alcune associazioni di conseling che chiedevano l’annullamento di due delibere dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia che ribadiscono l’applicabilità, in sede disciplinare, dell’articolo 21 del codice deontologico degli psicologi. Pertanto, detta sentenza si limita ad affermare la legittimità dell’uso dello strumento disciplinare nei confronti di psicologi che insegnino ad estranei alla professione l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento propri dell’attività degli psicologi e degli psicoterapeuti. I giudici hanno precisato che: “l’insegnamento dell’uso degli strumenti a persone estranee equivale in tutto e per tutto a facilitare l’esercizio abusivo della professione, ciò che la legge e il codice deontologico (art. 9) tutelano direttamente prescrivendo comportamenti attivi per impedirlo………..OMISSIS……… Sarebbe davvero grave se si insegnasse ai terzi l’uso degli strumenti conoscitivi, in un ambito professionale come quello riservato allo Psicologo che richiede, se possibile, una sensibilità ancora maggiore, trattandosi della personalità di ciascun individuo e la necessità di un lavoro di ristrutturazione dell’intimo e di riorganizzazione del sistema cognitivo-emotivo.”


  • nella stessa sentenza, alla fine, si fa riferimento alla necessità di mantenere uno “spartiacque tra atti tipici della professione ed atti riferibili a tutti”. Quindi, al di là dei commenti, più o meno rispondenti alla realtà, su tale decisione giudiziaria, è opportuno considerare il seguente aspetto importante: è necessario ed indispensabile definire quali attività devono intendersi riservate agli psicologi e quali possono essere svolte anche da persone che non sono psicologi, considerando che la risposta non è agevole ed immediata stante la definizione generica fornita dalla legge n.56 del 18 febbraio 1989- Ordinamento della professione di psicologo, secondo cui “La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito“(art.1).

Una precisazione

La Federazione delle Associazioni Italiane di Psicoterapia e Counseling – FAIP, che si è dissociata dal ricorso proposto dalle varie Associazioni ricorrenti (ritenendolo un’azione inopportuna, oltre che lesiva dal punto di vista politico e professionale) ribadisce che il Counseling, la Psicologia e la Psicoterapia sono tre professioni DISTINTE, per cui tutti i Direttori delle Scuole del suo “circuito” sono invitati, da tempo, ad espungere dai loro programmi didattici ogni riferimento alla Psicologia, basandosi ESCLUSIVAMENTE sugli aspetti umanistici che caratterizzano il Counseling e gli insegnamenti specifici, come sempre ribadito da FAIP, nonché nel Convegno del 6 ottobre 2010 e così come verrà ribadito nel prossimo Convegno del 6 ottobre 2011, in attesa della predisposizione di apposite linee guida per i programmi dei corsi di counseling e di un codice etico.


E allora, perchè si dovrebbe scegliere il mondo del Counseling?

Cosa non offre. Non è una professione regolamentata. Questo significa che, in linea di principio, chiunque può arrogarsi il diritto di proclamarsi counselor e lavorare alla meno peggio. Una cosa el genere, è accaduta per la psicoterapia, prima del 1989 (anno in cui è stata promulgata una legge che ha regolamentato il settore).

A queste condizioni, è difficile ipotizzare un’assunzione lavorativa presso enti sanitari (anche se, in alcune regioni italiane come Piemonte, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia, etc. aziende opedaliere o strutture sanitarie private e ci sono molti sportelli regionali di counseling).

Si è pensato, nell’attesa di leggi ad hoc, per cui l’Italia è in ritardo (si pensi che in molti altri paesi europei, dopo sette anni di studio di counseling presso enti autorizzati, si diventa, addirittura, psicoterapeuti), di costituire associazioni di categoria riconosciute, a livello nazionale ed europeo, come “sistema di sicurezza” in grado di garantire uno standard qualitativo adeguato di preparazione.

 

Cosa, invece, offre, il counseling: ambiti e professioni per affrontare il precariato sociale

Career Counseling:


  • Aiutare le aziende nella gestione dei cambiamenti organizzativi (piani strategici, ricerca e sviluppo, razionalizzazione e organizzazione sostenibili
  • Ridurre i tempi di ricollocazione della persona, supportandola con successo nella ricerca di nuove opportunità professionali (attitudini a confronto con le esigenze del sociale, elaborazione curricula, aggiornamento su offerte di lavoro, business plan)

Counseling scolastico


  • Motivazione allo studio
  • Integrazione operativa scuola / lavoro finalizzata all’obiettivo realizzazione
  • Riduzione “dispersione” scolastica
  • Adattamento alle regole sociali
  • Etc.

Sollievo dal dolore sociale


  • Colloqui peer to peer
  • Counseling domiciliare
  • Counseling da strada (City angels)
  • Etc.


In ambito medico

(Maggiore empatia nel rapporto col paziente al momento della diagnosi, della prognosi e della terapia, etc.)

In ambito giurisprudenziale

(Separazioni, affido familiare, IVG per minorenni / maggiorenni, dipendenze, conciliazione, TSO, donazioni d’organi, medicina e psicologia del lavoro, etc.)

Conclusioni

Nessuno può negare il valore del Counseling Empowerment, ossia la possibilità di imparare (grazie all’aiuto di un counselor) a gestire le proprie capacità per agire, sia sul piano strettamente personale, che di conseguenza, nella Società, come essere umani protagonisti e non spettatori della propria vita.

Quindi, per contrastare l’angoscia esistenziale e la paura del futuro, è suggeribile individuare scuole di formazione e/o singoli professionisti per saggiarne qualità e potenzialità, dopo aver verificato l’appartenenza a “circuiti nazionali o europei di riferimento”.

Ma non basta.

Gli operatori del settore hanno l’obbligo morale di divulgare la cultura del counseling per mostrarne l’utilità sociale, attraverso ogni manifestazione attuativa eticamente accettabile, che aiuti nella costruzione di un dialogo costruttivo e interdisciplinare fra le varie istituzioni e associazioni di categoria e che miri ad offrire, non solo ai soggetti in crisi, deboli e svantaggiati, risposte per recuperare una dimensione umana corretta, onesta e adeguata.

A questo proposito…

Si sono svolti il 16 settembre 2011, a Castrolibero (ridente cittadina confinante con Cosenza, capoluogo di provincia) presso la sede di Neverland Scarl
(ente di Formazione accreditato dalla Regione Calabria) gli esami per il rilascio del diploma di Counselor in sviluppo e gestione delle risorse umane, alla presenza della Dott.ssa Prof.ssa Sara Rosaria Russo direttore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico (SFPID) di Roma.

Il corso, triennale, è stato svolto in collaborazione con l’Assessorato alla Formazione e Lavoro della Provincia di Cosenza (che ha inserito la figura del Counselor nel catalogo del fabbisogno formativo, ritenendola utile e necessaria) e con La Federazione Italiana delle Associazioni di Psicoterapia e Counseling – FAIP
.

Grazie alla formazione acquisita, questi professionisti Counselor si affacceranno alla Società e al mondo del lavoro, con l’obiettivo di essere utili ad affrontare le problematiche del precariato esistenziale, attraverso il Career Counseling, il Counseling scolastico e il Sollievo dal dolore sociale, anche in ambito giurisprudenziale e aiutando chi opera nel settore sanitario ad evitare il fenomeno del Burnout


Nel mentre…

È sempre attivo il Telefono Amico, servizio di counseling telefonico, a disposizione di chi vuole trovare ascolto e comprensione per problematiche personali. Rispondono persone competenti nella relazione d’aiuto. Il servizio è anonimo e indipendente da qualsiasi ideologia politica e/o religiosa. Il servizio è gratuito. A carico di chi chiama, solo il costo della telefonata (in base al tariffario stabilito dal proprio gestore). Chiunque ritenga di averne bisogno, potrà telefonare al numero 0984 1716076.