Sicuramente analgesiche!
News Neuroscienze – P.N.E.I.
L’agopuntura è una procedura invasiva, utilizzata per alleviare il dolore, attraverso l’inserimento di sottili aghi in punti precisi del corpo che vengono manipolati. Nasce in Cina nel 2000 a.c. ed è diffusa in tutto il mondo nonostante il notevole scetticismo da parte della medicina occidentale. Da notare però che il National Institutes of Health degli US, negli ultimi anni, ne ha riconosciuto il suo valore scientifico rilasciando una dichiarazione di consenso, proponendola come intervento terapeutico complementare alla medicina.
Le sue proprietà analgesiche sono ben documentate, ma fino ad oggi, pochi sono gli studi che tentano di spiegarne il suo significato biologico. Recentissimo il lavoro pubblicato su una rivista ad elevato contenuto scientifico (Nanna Goldman,Michael Chen,Takumi Fujita,Qiwu Xu,Weiguo Peng,Wei Liu,Tina K Jensen,Yong Pei,Fushun Wang,Xiaoning Han,Jiang-Fan Chen,Jurgen Schnermann,Takahiro Takano,Lane Bekar,Kim Tieu& Maiken Nedergaard. Adenosine A1 receptors mediate local anti-nociceptive effects of acupuncture. Nature Neuroscience. Published online 30 May 2010), dove i ricercatori identificano i meccanismi biologici che spiegano le sue proprietà analgesiche. Gli autori trovano che sottoponendo ad agopuntura un gruppo di topi che presentavano delle lesioni si aveva un generale incremento nella concentrazione extracellulare di purine, incluso il neuromodulatore adenosina. L’adenosina ha proprietà anti-nocicettiva e la sua azione richiede l’espressione dei suoi recettori. In sintesi, i suoi effetti analgesici si attuano attraverso l’inibizione di un segnale dolorifico, che normalmente dalla periferia viene ad essere trasportato al sistema nervoso centrale. Altro dato importante che emerge da questo lavoro è che agendo sulla via metabolica dell’adenosina si possono migliorare i benefici clinici dell’agopuntura. Ossia avendo l’adenosina, come altri trasmettitori, un tempo di emivita brevissimo nello spazio extracellulare, per innalzare gli effetti anti-nocicettivi dell’agopuntura, si può sopprimere farmacologicamente l’attività delle AMP-deaminasi, gli enzimi coinvolti nella sua degradazione. Il risultato: potenti incrementi nella concentrazione di adenosina che si traducono in una più duratura soppressione del dolore cronico in combinazione con l’agopuntura.
Ferdinanda Annesi – Biologo C.N.R.
Biologa CNR, Counselor. Responsabile “gestione area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line