Tutte le regole della sanatoria.
In primo piano in questi ultimi giorni è l’attuazione della sanatoria varata dal Governo (legge 3 agosto 2009, n.102) grazie alla quale è possibile regolarizzare colf e badanti senza permesso di soggiorno che fino ad ora hanno lavorato “in nero”.
Le domande possono essere compilate solo online dal 1° al 30 settembre e saranno tutte accettate purché ci siano i requisiti elencati nella legge. Chi non ha familiarità con internet può rivolgesi agli uffici del Comune.
Prima di iniziare la procedura di regolarizzazione è necessario pagare un contributo di 500,00 euro una tantum per ciascun lavoratore. Il pagamento va effettuato con il modello “F24” che può essere scaricato dal sito dell’Agenzia delle Entrate assieme alle istruzioni per la compilazione e puo’ essere fatto in banca, in posta o online tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate; nei primi due casi in contanti o con addebito sul conto corrente, con Pagobancomat, Postepay e Postamat o assegno.
Ogni F24 può contenere l’indicazione di più lavoratori. E’ fondamentale informarsi sui codici che identificano il tipo di lavoratore da mettere in regola e la provenienza. Questi si possono controllare accedendo al sito internet del Ministero dell’Interno.
E’ necessario, inoltre, acquistare una marca da bollo di 14,62 euro, il cui codice a barre verrà richiesto al momento della compilazione della domanda.
Prima di procedere al versamento richiesto (500 euro) è utile aver verificato l’esistenza dei requisiti richiesti dalla legge per la messa in regola del lavoratore; in caso di mancanza dei requisiti, i pagamenti non saranno rimborsati.
Attraverso un provvedimento del Governo, il forfait di 500 euro sarà ripartito tra le spese amministrative della procedura e la copertura previdenziale e assistenziale per il periodo 1° aprile- 30 giugno 2009. Il datore di lavoro dovrà adempiere agli obblighi previdenziali ed assicurativi dal 1° luglio, anche se il pagamento dei contributi è rinviato al perfezionamento della procedura.
L’iter per godere della sanatoria è decisamente lungo e complicato, molte le domande da porsi: Che cosa occorre? Chi può essere regolarizzato? Quanto costa?
Prima cosa da chiarire è la differenza tra colf e badanti, dalla quale dipendono due procedure differenti.
Per le colf, inteso come collaboratrici familiari, la legge pone un requisito reddituale (20 mila euro per chi vive da solo, 25 mila per i nuclei familiari).
Non ci sono i vincoli di reddito se l’assunzione riguarda prestatori di assistenza o badanti.
Per le badanti invece il requisito è di tipo sanitario: possono richiedere la regolarizzazione i soggetti che dimostrano la non autosufficienza propria o della persona per la quale si richiede l’assistenza (es. un figlio per i genitori). La documentazione attestante tale stato di cose deve essere rilasciata dall’Asl o dal medico di base.
Condizione fondamentale per entrambe le categorie è la dimostrazione della presenza in Italia del lavoratore almeno dal 1° aprile 2009 (es. visto di entrata) e confermare che il rapporto di lavoro sia esistente fin dal 30 giugno 2009.
La richiesta di regolarizzazione dei lavorati domestici è differente se il lavoratore è italiano o straniero, proveniente da uno dei paesi dell’UE o straniero in possesso di regolare permesso di soggiorno o se è invece un lavoratore extracomunitario irregolarmente presente in Italia.
Per i lavoratori italiani non ci sono vincoli particolari, oltre a quelli di aver lavorato in maniera continuativa per almeno tre mesi entro il 30 giugno.
Necessitano di sanatoria solo i cittadini extracomunitari. Per i comunitari come rumeni, polacchi, invece si parla di assunzione. Il rapporto di lavoro esistente viene dunque semplicemente denunciato all’Inps.
La domanda di regolarizzazione per i lavoratori extracomunitari irregolari la si può trovare esclusivamente sul sito del Ministero degli interni.
Per accedere alla procedura online di richiesta e compilazione dei moduli è necessario registrarsi gratuitamente nel sito inserendo un valido indirizzo di posta elettronica.
Inoltrato il modulo, il sistema informatico invierà una email di conferma all”indirizzo di posta elettronica dell’utente che ha fatto la richiesta. La data effettiva della dichiarazione sarà quella indicata nell’e-mail.
La ricevuta sarà disponibile nell’area “elenco domande inviate” del sito e potrà essere stampata successivamente alla ricezione dell’ e-mail di conferma.
Sarà compito del datore di lavoro consegnare al lavoratore una copia della ricevuta per attestare l’avvenuta presentazione della domanda di regolarizzazione.
Coloro i quali non hanno dimestichezza col web possono rivolgersi ai Caf dei sindacati, alle Acli, ai Comuni.
Cosa accade dopo la presentazione della domanda?
Dal 1° ottobre lo Sportello Unico per l’immigrazione riceverà le domande. Visto il parere della Questura su eventuali motivi che impediscono il rilascio del permesso di soggiorno, il datore di lavoro ed il lavoratore saranno convocati per la verifica delle dichiarazioni rese nella domanda di regolarizzazione; l’acquisizione delle documentazioni reddituali o sanitarie necessarie; la verifica dell’avvenuto versamento della somma di 500 euro; la verifica del codice identificativo dell’imposta di bollo (codice a barra telematico).
Successivamente si procederà alla stipula del contratto di soggiorno attraverso la sottoscrizione dell’apposito modello da parte del datore di lavoro e del lavoratore.
La sottoscrizione del contratto di soggiorno, congiuntamente alla comunicazione obbligatoria di assunzione all’Inps ed al rilascio del permesso di soggiorno comportano, per il datore di lavoro e per il lavoratore extracomunitario, l’estinzione dei reati e degli illeciti amministrativi.
Al lavoratore verrà consegnato il modello 209 da presentare, per la domanda del permesso di soggiorno all’Ufficio postale. Presso lo Sportello Unico per l’immigrazione saranno presenti operatori Inps per permettere al datore di lavoro di effettuare la comunicazione obbligatoria di assunzione direttamente sul posto.
Era evidente che dalla norma che prevede il reato di immigrazione clandestina, condivisibile o meno, andavano stralciate le posizioni relative a tutti quei soggetti, divenuti ormai indispensabili all’interno delle nostre case, per il loro apporto affettivo e pratico.
Per la funzione da loro svolta era necessario prevedere una condizione di stabilità e legalità che sottolineasse l’importanza della loro presenza. Spesso queste persone assolvono ad un ruolo che va al di là dell’assistenza materiale, divenendo dei veri e propri punti di riferimento psicologico.
I legami che si creano talvolta sono molto intensi, caratterizzati da uno scambio reciproco di affetto e solidarietà, considerato il fatto che si tratta di persone che, di frequente, non hanno una casa ed una famiglia al seguito.
La loro regolarizzazione, oltre a garantirgli dei diritti ed una condizione di stabilità economica, favorisce uno stato d’animo sereno che va ad avvantaggiare la persona destinataria dell’assistenza che beneficerà della certezza del rapporto in una fase della sua vita non propriamente ricca di soddisfazione e d aspettative.
Maria Cipparrone
(avvocato e counselor)
Iscritta all’Albo degli Avvocati del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, Patrocinante in Cassazione, esercita la professione di avvocato in materia di diritto civile, in particolare diritto di famiglia, del lavoro e della previdenza, diritto dei consumi, recupero crediti. Dal 1995 è Giurista d’Impresa. Dal 2006 al 2012, presso varie emittenti radiofoniche e televisive locali, ha partecipato come ospite fissa in trasmissioni di informazione giuridica. Dal 2015 si dedica alla tutela degli animali, rappresentando cittadini privati e associazioni animaliste sia in processi civili che, come parti civili, nei processi penali (Abilitazione all’esercizio della professione di avvocato conseguita in data 29/06/1998). Iscritta all’Albo dei Giornalisti- Elenco pubblicisti dal 26/10/2002.