Londra 2009. Qual è la distanza fra l’affetto e l’amore?
Pensieri degli anni difficili – 122
Che cosa mi resterà di questa giornata?
La poesia nei colori che dipingono i tetti, la dolcezza nello sguardo di un uomo gentile, il verde di un prato immenso che vuole essere abitato. La felicità nella stanchezza di aver visitato, la percezione di aver visto nell’anima di uno sconosciuto, il pensiero di chi è sempre con me.
Cammino guardando intorno, assorbo quanto più posso e imprimo dentro. Una parola scivola nell’altra e viene fuori il sentimento, la parte più bella.
Trasmetto a chi mi è più vicino quanto di meraviglioso c’è stato in questa giornata, adagiandomi dolcemente in un letto di piume, socchiudo gli occhi trattenendo dentro e… mi addormento. Pensando a domani.
In giro per le strade di una città sconosciuta e da scoprire. Ascolto con ogni parte del corpo, assorbo la gentilezza che viene dal desiderio di comunicare e penso che ognuno nella vita, ha un preciso dovere verso se stesso.
Crescere, elevando la capacità di osservare i dettagli, scrutare nell’animo di chi offre la sua disponibilità cercando il meglio. Sono grata alla vitalità che mi accompagna. Vorrei intorno a me, in questo preciso istante e momento, chi più amo, per poter condividere la bellezza.
Ognuno racconta se stesso, forse senza troppo capirsi, ma con la voglia di lasciare qualcosa.
Percorriamo le tante strade, l’una diversa dall’altra e i miei occhi godono della bellezza di ogni parte. Non rinuncerò mai alla possibilità di vedere oltre, conoscere il nuovo, apprendere e imparare. Quando lo farò le mie cellule avranno ormai esaurito ogni risorsa, ma sarò piena, finirò con la pace in me stessa e contenta di aver vissuto per come mi è stato insegnato.
Qual è la distanza fra l’affetto e l’amore?
Vorrei raccontare del mio viaggio, vorrei mostrarlo coi miei occhi, così, come lo vivo e lo vedo in questi giorni.
Sempre più vario il gruppo, diversi i luoghi di provenienza, le età e le passioni. Ma insieme nelle nuove avventure, nelle tante strade da percorrere, nell’immensità dei prati verdi da sognare. Un globo di fiori variopinti esplode e si lascia annusare. Mi fermo ad osservare ogni cosa. Una ghianda cade da una quercia, un laghetto coronato dai colori, il sorriso di un bambino che si perde nella scoperta di un gioco.
Osservo la gentilezza nelle persone che mi circondano e piacevolmente mi sorprendo. Sono felice di aver ereditato la curiosità, averla alimentata di vitalità e godere dei benefici per la mia persona.
Si dice sia la città dai tanti ponti che collegano le parti più diverse, da tenerle unite nella loro interezza a far si che, pur essendo miste nella forma e ancor più nei dettagli, insieme si combinano in armonia a trasmettere il bello.
Senza volerlo scopro le paure di chi mi vive accanto in questo istante. Mi lascia entrare e chiede conforto. Mi commuovo osservando la stessa debolezza. È dell’essere umano in quanto tale! E non deve spaventare, al contrario accettarla e non subirla, fortifica.
Posseggo la pace in me stessa in questo momento, in questo luogo lontano, dalle mie sicurezze e dalla realtà della mia vita. Vorrei poter trasmettere quello che sento fino in fondo, vorrei poter donare il mio sguardo per condividere ciò che si presenta ai miei occhi. E, quando questo avviene, si è ormai giunti alla fusione, non c’è più nessuna spiegazione da cercare, nessun legame da svelare, è sotto la luce del sole e non vuole nascondersi nella notte.
La capacità di stabilire i legami avviene in naturalezza e senza pensare.
Travolti, un’immagine dopo l’altra, uno scenario impensabile alla mia mente, nuovo e sorprendente. Risalgo cogliendo ad ogni gradino il paesaggio e pregusto quello che sta per avvenire. La tensione dell’attesa aumenta il desiderio, la musica risuona a qualità di ascolto impeccabile e si eleva verso il cielo. Un momento, uno solo di silenzio. La band conquista le sue posizioni, lui è lì, piccolo e grande al tempo stesso. Siamo pronti per sognare. La parte più eccitante del viaggio.
Chissà se riuscirò ad inserire una storia! Una di quelle che inizia quando il sole si muove alto, lentamente, e si chiude quando scende dietro, ma si lascia comunque intravedere, il raggio più luminoso.
Cammino, dentro di me, guardando intorno e resto sempre più stupita dai contrasti che l’uomo e la Natura mettono insieme. A volte inconsapevolmente. Uno scoiattolo fra il cemento, una volpe in un cortile. Non posso crederci! Qualcuno fa notare che era un tempo una foresta, siamo noi ad avere infranto, in un certo senso abbiamo sconfinato.
I frammenti azzurri di cielo fanno capolino dalle nubi soffici sistemate dietro i grattacieli. Se allunghi lo sguardo e ruoti su te stessa il paesaggio cambia ad ogni angolo e sembra veramente incredibile possa esistere nello stesso spazio.
L’orgoglio negli occhi di chi difende la propria casa, credo e religione. La disponibilità a far conoscere in chi sta un po’ in disparte, ma vorrebbe condividere.
Avanzo fra questo insolito caldo pomeridiano in un nuovo ambiente, libero a chiunque voglia vedere. Per un momento mi si ferma il respiro e mi emoziono. Gli occhi si riempiono di lacrime e inspiro il profumo dei colori sistemati nelle tele. Ci si perde in ogni direzione e per un istante penso che forse è meglio seguire rigidamente lo schema disegnato. Ma, nello stesso tempo cambio idea e seguo l’istinto e allora decido di vagare in libertà, lasciandomi catturare da quello che più mi piace, posando lo sguardo e il corpo ogni tanto, così per assorbire e meglio fissare. Tutto questo serve a ricordare.
Sono affascinata da ciò che si conserverà per sempre nella memoria dei miei ricordi migliori. È un tesoro che costruisco e custodisco in gelosia. Lo trattengo e lo respiro nei momenti di stanchezza, quando tendi la tua mano ma a fatica senti il calore di qualcuno che possa tenerla.
Trasmetto nuovamente la mia emozione a chi vaga dentro l’anima e nella mente e ne sono felice. Fa sempre parte del piacere di donare.
In un’altra dimensione. Sono in una dimensione completamente diversa dalla mia. Annuso il profumo dell’erba fresca in questa splendida giornata di sole. Guardo intorno a me e vedo le stesse persone, in fondo. Gente di altro posto ma con gli stessi desideri, come può essere quello delicato di godere della luce, del potere dei raggi che illuminano l’immensità dell’azzurro.
È arrivato il momento di pensare, ripensare a quanto è stato, quello che si è vissuto, ciò che resterà. Mi pervade un brivido di malinconia.
Socchiudo gli occhi, fra la folla, la mia musica, sola in un luogo sconosciuto, in perfetta armonia e ne sono felice. Mi muovo con naturalezza e mi lascio andare… Sento di volerlo condividere, ora. “Meravigliosa sintonia. Grazie.”
Un pomeriggio cominciato fra il grigiore del tempo ma concluso negli sprazzi di cielo azzurro che intravedo dalla finestra dei miei sogni e che permette di spingermi oltre.
Una delle ultime mete è rilassante: uno sterminato prato verde costellato da chi, come me, cerca la tranquillità lontano dai frastuoni delle macchine e dalla fretta che conduce al consumismo. Ritaglio uno spazio intorno, mi sdraio assaporando la freschezza dell’erba e guardando in alto dritto su di me, mi addormento di un sonno leggero.
Torno a casa.
Londra, 9-23 agosto 2009
Fernanda
“Frammenti di viaggio”, come suggerisce il titolo, nasce da una serie di emozioni vissute durante una vacanza. È un po’ il diario di bordo, appunti sparsi presi in ogni giorno, per cui a volte non scivola proprio fluido, ma sembra inciampare e ripetersi. Ma, ho preferito lasciarlo così, senza troppo ritoccarlo, in modo tale da risultare autentico nella sua spontaneità.
Biologa CNR, Counselor. Responsabile “gestione area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line