Intelligenza emotiva.
Erotismo e sessualità
Provo nella mia mente a decodificare il significato di questa espressione e, anche se risulta facilmente intuibile, digito queste due parole nel più comune motore di ricerca. Una sorta di intelligenza collegata alla capacità di provare le emozioni, ma… tutti provano emozioni, forse la differenza sta nel percepirle in maniera consapevole. Risulta quindi legata al concetto di empatia, alla capacità di stabilire rapporti interpersonali basati sull’intuizione degli stati d’animo propri ed altrui e che quindi ‘nuota’ nei sentimenti.
Secondo una recente ricerca pubblicata su Journal of Sexual Medicine (Burri AV, Cherkas LM, Spector TD. Emotional intelligence and its association with orgasmic frequency in women.28 april 2009) donne dotate di spiccata intelligenza emotiva riescono nei rapporti sessuali a raggiungere più facilmente il piacere, inteso come livello di soddisfazione orgasmica.
Si parte dal presupposto che il 30% delle donne soffre di un disturbo che riguarda la sessualità, quello della fase orgasmica femminile (female orgasmic disorder FOD), il secondo tipo più comune di disfunzione sessuale femminile che rappresenta un disturbo multifattoriale in cui, è emerso da recenti ricerche, sono implicati fattori di rischio psicosociali. Lo scopo del lavoro è stato quello di stabilire se normali variazioni nell’intelligenza emotiva, intesa come abilità a percepire e gestire le emozioni proprie e dell’altro, risultano associate alla frequenza dell’orgasmo durante i rapporti sessuali e la masturbazione.
La ricerca è stata condotta su un campione di 2035 donne gemelle con età compresa fra i 18 e 83 anni alle quali è stato somministrato un questionario dettagliato riguardante la propria intelligenza emotiva e comportamento sessuale. Dopo una serie di elaborazioni statistiche i risultati trovano una correlazione positiva fra l’intelligenza emotiva e la frequenza dell’orgasmo, in entrambi i rapporti sessuali e la masturbazione. Bassa intelligenza emotiva rappresenta quindi fattore di rischio significativo al raggiungimento di un numero minore di orgasmi.
Una volta trasmessa l’informazione scientifica, proviamo a riflettere.
Credo che il termine intelligenza in intelligenza emotiva non sia da correlare ad una complessa attività cerebrale, quanto più che altro alla capacità di fermarsi al momento giusto senza dover necessariamente correre alla ricerca affannosa, perdendosi così il gusto di vivere le emozioni più intense. Comprendere e provare a realizzare delle condizioni tali che possano provare a soddisfare il desiderio dell’altro dovrebbe essere la base su cui impostare le relazioni migliori fra gli esseri umani. D’altro canto una maggiore consapevolezza del proprio corpo tesa a soddisfare la curiosità che alimenta il valore della conoscenza, non può che non migliorare la qualità del rapporto.
Chi è dotato di particolare empatia risulta in grado di comunicare al meglio le proprie emozioni, trasmettendo, in questo caso, attraverso il linguaggio del corpo una serie di messaggi che conducono alla liberazione dai tabù che spesso ci si porta dietro e dai quali viene difficile svincolarsi.
Comunicare usando tutti i sensi rende forse più facile l’intesa. I desideri legati al piacere del sesso di entrambi i partner si materializzano, anzi si concretizzano se si comunica liberamente e se necessario anche guidando, eliminando quelle abitudini mentali che stabiliscono dei ruoli ormai inesistenti.
Ancora una volta è la sintonia la chiave di accesso alla realizzazione di una condizione di benessere, intesa come il raggiungimento di un equilibrio in armonico movimento, a far si che le cose siano sempre stimolanti e diverse.
In fondo, è la Natura che ce lo insegna. E noi non possiamo che obbedire.
Fernanda Annesi
Biologa CNR, Counselor. Responsabile “gestione area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line