Uno sprazzo di luce a rischiarare. Rallegra l’animo quasi ad offrire una speranza.
Inizia una nuova giornata. Con l’entusiasmo che accompagna le cose che non voglio perdere, do una sterzata ai miei pensieri e, chiudendo violentemente una porta, volo via in una nuova dimensione. Sento che dietro di me rimane il lento e armonico ruotare dei sette colori dell’iride, proiettati sulle pareti bianche della mia vita a far luce e illuminare, arrivare in ogni angolo che vive di oscurità.
Ci ritroviamo dopo una lunga pausa fuori dai soliti schemi imposti dalle ore che chiudono le giornate. Trovo sintonia in ogni cosa passa fra le dita: il bisbiglio del vento che mi accompagna nel volo, il sole finalmente alto che debolmente riscalda, l’aria limpida e carica di mille promesse.
Temporeggio pregustando la giornata che mi attende, mi ricarico di vitalità e spalanco le porte.
Una piacevole chiacchiera. Davanti, una tavola semplicemente preparata ma con l’affetto che condisce i piatti rendendoli gustosi e invitanti, magari accompagnati dal piacere colorato e che libera, sciogliendo le parole.
Avverto dentro di me un dolce presentimento, come da un po’ non accadeva. Un ritorno ad un passato non troppo lontano e che ha segnato un passaggio importante, una nota che bruscamente ha interrotto una musica ormai stonata e introdotto una melodia armoniosa che scandisce e si espande nell’aria.
Con la spontaneità che viaggia insieme alla naturalezza e alla voglia di riprovare, mi soffermo a guardare nello specchio e vedo la rilassatezza dei lineamenti che disegnano un volto, in un momento di difficoltà estrema, ma come sempre senza alcun timore nell’abbandonare.
Senza lasciarmi vedere apro la porta del mio sentimento, accolgo con gioia quello che viene e mi butto a braccia aperte in questo pomeriggio di pieno inverno, fra il tepore delle mie cose, il calore dell’abbraccio.
Le parole si fanno da parte e lasciano il posto ai gesti e agli sguardi. È grande ritrovarsi sulle giuste sintonie, avere la percezione di non essersi mai persi fra le strade della vita, incontrarsi nelle curve e subito dopo rivedere oltre il desiderio mai assopito di tenersi e volersi. Sempre di più e con la stessa magia che ha colorato le notti dietro i vetri, sotto le stelle di un cielo che vuole perdere i confini.
Vivere senza offrirsi e sottraendosi equivale a rimanere a galla senza affaticarsi troppo per paura di perdersi, quando invece dentro l’azzurro di un mare indefinito si può catturare la bellezza di un paesaggio che dalla superficie non si vede. È importante scendere in profondità e cogliere ogni frammento.
Passa il tempo, ma vivo in me rimane il profumo che nell’aria densa di luce fioca ha impresso un momento di grande tenerezza.
Senza le parole.
È sufficiente ascoltare il rumore dei fruscii che prendono vita fra la naturalezza dei movimenti che non si imparano, al contrario spontaneamente prendono parte, si impadroniscono del momento e suggellano un grande istante da ricordare per molto.
Si annullano i contorni, i rumori nelle strade si allontanano, le luci si abbassano illuminando ed esaltando nello stesso tempo i particolari da sottolineare, per meglio cogliere.
Sintonia. Perfetta corrispondenza di affinità di pensiero, incontri di sguardi senza parole, vibrazioni dell’anima da condividere.
Sintonia. Una luce nuova negli occhi si accende nel momento in cui ci si trova, nell’aria intorno a noi.
Sintonia. Un legame di mani stabilisce un contatto, in realtà, solo virtuale.
…in ogni sprazzo di intensa vitalità.
Fernanda (13 febbraio 2009)
Biologa CNR, Counselor. Responsabile “gestione area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line