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Cosa si nasconde, “dietro”?



 

Sessualità ed erotismo – 9

 

“Nella misura in cui l’amore cresce in te, cresce anche la tua bellezza, poiché l’amore è la bellezza dell’anima” (Sant’Agostino).

Perché all’interno di un rapporto di coppia. sempre più spesso, si cercano emozioni nel porno e nel “trasgressivo”?

Bisogna rifarsi, per un attimo al concetto che vede sia il porno che il trasgressivo come “elementi a luci rosse” e il rosso, si sa, serve ad attirare molto l’attenzione. Quindi, siccome la vita quotidiana si snoda attraverso l’esercizio e l’applicazione verso impegni di vario genere svolti in base ai propri apprendimenti che, di solito, tendono ad “acquietare” i sensi mediante l’abitudine al consueto, si crede di poter cercare nel fascino del morboso, l’antidoto all’assuefazione. Il problema, però, nasce nel momento in cui, comunque, non si dà importanza all’educazione dei sentimenti e dei sensi in maniera autoaffermativa.

Da questa carenza, infatti, si determinerà una spinta ossessiva verso qualcosa che non generi noia. Il risultato sarà quello di lasciare, per lo più, una sorta di strisciante e insoddisfacente amaro in bocca.

Di questo tipo di trasgressioni ce ne sono tante quante sono gli elaborati mentali degli “utenti” insoddisfatti. Secondo indagini statistiche, le più comuni riguardano fantasie che consistono in:

  • assistere all’amplesso del proprio partner con un altra persona in grado di produrre (presunti) considerevoli godimenti;
  • partecipare ad incontri sessuali con più persone;
  • accettare la filosofia dello scambio di coppia;
  • avere amplessi con individui dello stesso sesso (pur non essendo omosessuali) o con transessuali;
  • etc.

Da qualche tempo, come abitudine proveniente dai paesi anglosassoni, si sta diffondendo la moda del Cuckoldismo. Ci sono siti, migliaia nel mondo, che trattano questa tematica. Il cuckold è un uomo che promuove incontri sessuali fra la sua donna (verso la quale, comunque, ha un forte interesse affettivo) e altri uomini che, possono essere “reclutati” in rete, ma anche in maniera casuale.

Con il termine inglese cuckold si usa indicare l’uomo che consapevolmente e volontariamente induce la propria partner a vivere esperienze sessuali con altri uomini, a loro volta denominati bull (tori), con allusione alla prestanza fisica di questi animali.

In origine il termine cuckold si applicava a mariti non consapevoli di essere vittime di adulterio. Il termine (iniziato nelle subculture legate a determinate forme di feticismo e nella pornografia) indica gli uomini che assecondano o desiderano comportamenti adulteri delle loro mogli o compagne, soprattutto legati alla sfera strettamente sessuale, e ne traggono piacere. Per cuckoldismo si vuole indicare un modo di essere, ovvero la tendenza a fare praticare al proprio partner un tradimento assecondato. Solitamente è l’uomo che trae piacere dal vedere la propria donna che compie atti di sesso con altri uomini.

In alcuni casi, il cuckold (inteso come il soggetto passivo di questa relazione triangolare), può vivere la propria condizione come una forma di umiliazione (come forma di piacere sadomaso), in cui la donna impone al partner regole e limiti che coartano e reprimono in varia misura la sua sessualità (ad esempio, vietandogli di avere rapporti sessuali completi con lei, se non saltuariamente, oppure disciplinando le modalità in cui egli può avvicinarsi e toccare il suo corpo) e lo fa assistere al rapporto sessuale con un altro uomo. In altri casi, tuttavia, il soggetto cuckold vive questo aspetto della sessualità come un complemento della normale relazione di coppia, stringendo a volte persino un legame di amicizia e di complicità maschile con l’abituale “terzo” con cui la sua compagna si intrattiene. In questo caso, questo rapporto in un certo modo tende a violare le consuetudini della monogamia tipiche della civiltà occidentale, avvicinandosi piuttosto a esperienze di bigamia o poligamia (polyamory).

Secondo alcuni, la peculiarità del cuckoldismo come fenomeno culturale e sociale, consiste nell’esaltazione, che in esso si manifesta, della libertà sessuale del partner femminile; difficilmente infatti il fenomeno si riscontra a parti invertite, ovvero con la donna che esorta il suo partner maschile a tradirlo.

Il cuckoldismo è una condizione più complessa di quello che può apparire da una prima lettura in chiave sessuale. E’ uno stato mentale del maschio generalmente sposato. Sposato perché nel matrimonio è insito teoricamente il vincolo della fedeltà (e molte volte, si genera noia da abitudine). Una delle componenti è infatti l’infrangere scientemente questo vincolo, ritenuto ripetitivo e deludente, spingendo la partner verso un altro maschio.

Questo provoca una forte scarica emotiva che realizza un duplice effetto:

  • sensazione di onnipotenza per riuscire a reggere situazioni che normalmente portano alla distruzione della coppia e di tutti i valori morali che nella coppia tradizionale sono essenziali;
  • forte stato di timore conseguente al concreto rischio di perdere davvero la partner che egli, comunque, ama (infatti, senza amore per la partner non c’è cuckoldismo).

È chiaro che, oltre ogni altra valutazione, esiste:


  • un senso di colpa latente (per qualcosa di radicato molto indietro nel tempo) e un conseguente bisogno di espiare attraverso una sofferenza;
  • uno scarsa considerazione dell’altro, inteso come persona ma, piuttosto come un oggetto particolare da prestare a qualcuno perché ne apprezzi le qualità (come quando si fa provare la propria autovettura con la convinzione, o la speranza, di suscitare invidia perle sue prestazioni)!

“Siccome quando faccio l’amore con la mia compagna, l’idea che siano altri uomini a guardare e, magari, a partecipare all’amplesso, mise ci fossero altri uomini, mi eccita moltissimo, le ho proposto un incontro di gruppo. Lei, dopo un po’ di titubanza, ha acconsentito e abbiamo deciso di recarci in un club privè che organizza simili situazioni. Qui è accaduto qualcosa che non mi sarei aspettato. Nel momento in cui si stava per realizzare quello che io per anni avevo fantasticato, mi sono sentito male, non c’era niente di esaltante o di eccitante in me. All’idea che qualcuno potesse toccarla, baciarla, accarezzarla… o altro, sono scappato fuori, perché non tolleravo questa possibilità. A quel punto mi sono sentito un mostro: avevo convinto la mia compagna, l’avevo abbandonata lì… e, in conseguenza di ciò, avevo determinato una serie di problemi nel rapporto”.


Questo è il racconto di un uomo confuso ascoltato durante un colloquio di analisi personale nel mio studio, qualche anno fa. Che cosa era successo?


Il signore voleva delle risposte, perché aveva vissuto qualcosa di trasgressivo, ma comunque di patologico.

“ogni volta che si compra un video porno le fanno vedere queste cose, cioè incontri misti”.


Questa è fantasia , fermo restando che alcune persone possano provare piacere, perché hanno acquisito un certo tipo di apprendimenti che li portano a trarre interesse su alcune cose.

C’è chi beve super alcolici e trova una gratificazione, c’è chi al solo odore dell’alcol si mette a dormire , c’è chi fuma tanto, c’è chi non fuma per niente. Quello che voglio dire, è che dipende da una serie di abitudini che si acquisiscono, quindi è chiaro che ci sono motivazioni anche di quel genere .

Di solito, chi cerca appagamento soprattutto su basi quantitative, non è riuscito a realizzare qualcosa di simile in merito alla qualità perché, se noi saturiamo i recettori neurologici con un funzionamento cerebrale di tipo “qualitativo” non c’è spazio per aggiungere altro e quindi siamo completamente appagati. Questo ce lo insegna la natura, fornendoci dei parametri su cui orientarci per stabilire cosa è corretto da cosa non lo è, indipendentemente da valutazioni di tipo morale.

Tornando al discorso di prima, era successo che, anzitutto, quest’uomo era rimasto condizionato dal fatto che, fin da giovanissimo si era convinto che, per provare piacere, si dovessero fare certe esperienze “quantitative” più che “qualitative”, perché aveva costruito la sua competenza sessuale attraverso dei filmati per lo più porno e attraverso dei discorsi basati su ignoranza di fondo.

Quindi, aveva associato un puro discorso matematico al risultato comportamentale più o meno secondo questo assioma tutt’altro che logico: se io e la mia donna, da soli, riusciamo a godere, con più persone coinvolte il piacere si moltiplicherà. Questo, se è valido sul piano puramente “numerico”, diventa non sostenibile con altrettanta certezza sul piano umano, perché intervengono tanti altri fattori.


I numeri sono freddi, gli esseri umani no!

Volendo scendere un po’ più in profondità, c’era un’altra motivazione, che nasceva da un suo essere bambino non ancora cresciuto e che non sapeva chiedere neanche a se stesso come ottenere quello di cui aveva bisogno (cosa che, se riflettiamo un po’, porta alla ricerca della pornografia). Se tu ti convinci ( perché condizionato da ciò che hai visto e sentito) che, chi hai accanto, viene attratto ed esprime piacere attraverso certe pratiche con una o più persone, a livello inconsapevole sei portato a cercare queste situazioni. È come se ti venisse offerta una maggiore quantità di piacere: più si è meglio è…

È come se si pensasse: “In fondo godo anche attraverso il piacere della mia compagna; quindi, se lei gode di più, anche io ne trarrò giovamento!”


Dove casca l’asino?

Su una serie di realtà che agiscono a livello inconsapevole per cui, quando vedi la tua compagna con un altro, la conflittualità che si genera, ti impedisce di provare altro che non sia fastidio.

Perché simili “fraintendimenti” accadono ai giovani e, anche ai meno giovani che dovrebbero, invece, avere maggiore esperienza e competenza?

Se si è ancora egocentrici si pretende di avere tutto e subito, senza avere la pazienza di attendere. I giovani, quindi, cercano di ottenere più velocemente attraverso queste “scorciatoie”, i meno giovani cercano di energizzarsi altrettanto velocemente: i primi vogliono bruciare le tappe, i secondi, ritenendo di non avere più tanto tempo, cercano arrivare prima: il risultato che li accomuna è quello, spesso, di “restare a guardare il soffitto con la sensazione che qualcosa debba essere sfuggito di mano…

Bisessualità e dintorni…

L’attuale first lady francese Carla Bruni, in una intervista rilasciata al programma televisivo “Le Iene” ha dichiarato di avere avuto esperienze lesbiche con una soddisfazione forse maggiore di quando ha “incontrato” uomini, adducendo come motivazione il fatto che, fra donne, ci si intende di più perché si sa “dove e come mettere le mani”.

“E volli provar ciò che donna prova”

Questo spinse Gabriele D’annunzio a praticare la bisessualità e questo in fondo, spinge centinaia di migliaia di clienti, uomini e donne (il film le età di Lulù, del regista Juan Josè Bigas Luna insegna…), a preferire i transessuali con sembianze accentuatamente femminili ma dotati del pene maschile.

Cosa c’è dietro?

Qualcosa di disarmante, sul piano della “semplicità”: la possibilità di permettersi la libertà di uscire da schemi routinari che, per carenze di una specifica educazione erotica, portano alla ricerca di qualcosa di nuovo e di diverso che, si spera, sia anche più bello e interessante.

A questo punto, cosa dobbiamo intendere per trasgressione? Perché si trasgredisce? Esiste un rapporto corretto tra la trasgressione, l’erotismo e il sesso?

Un giorno Lord Philip Chesterfield disse: “Non conviene fare sesso: la fatica è tanta, il godimento è breve e la posizione è ridicola!” Ma allora, mi chiedo, perché tante persone non pensano ad altro? Una recente statistica lo vedrebbe addirittura al primo posto tra i piaceri della vita, subito prima del calcio e della buona tavola. Questo per gli uomini, s’intende. Per le donne, invece, starebbe al quinto posto, dopo l’amore, i figli, la salute e la moda (sempre ammettendo che in questo genere di sondaggi le signore siano state sincere). Che poi il sesso sia più desiderato dagli uomini che dalle donne era prevedibile. Anche nel mondo greco le cose stavano così: ce ne dà una conferma Aristofane quando, in Lisistrata, ci racconta lo sciopero delle donne. Pare, infatti, che durante la guerra del Peloponneso le ateniesi e le spartane si siano messe d’accordo e abbiano minacciato i rispettivi mariti di non fare più l’amore se loro, gli uomini, non avessero smesso subito di combattere. Altra epoca, altre abitudini: oggi il proverbio siciliano “megliu cumannari ca futtiri (meglio comandare che fottere)” regna sovrano, e dal momento che, per comandare, a volte si è anche costretti a fare la guerra, non sarà stato certo un eventuale sciopero di Hillary Clinton a convincere il marito non attaccare Milosevic. Una volta acclarato che il sesso piace, cerchiamo di capire il perché. In un manifesto del 1921, a Parigi, i futuristi lanciarono il Talismano, ovvero l’arte percepita col tatto. “Perché solo la vista e l’udito” si chiedeva Filippo Tommaso Marinetti “possono godere dell’arte? Perché nessun artista ha mai pensato di far godere anche il tatto? Non è giusto accanirsi contro il tatto e trattarlo sempre come un senso di serie B”. Sta di fatto che, verso la fine degli anni Quaranta, quando stavo ancora in terza liceo, mi capitò di visitare, a Napoli, una mostra tattile. Si trattava di decine e decine di opere invisibili, chiuse in enormi scatoloni di legno, che si potevano solo “toccare”. Il visitatore infilava una mano in uno di questi scatoloni e, a detta degli organizzatori, avrebbe provato un’emozione connessa al titolo dell’opera. Io cominciai con una “scultura” intitolata “Invidia”. Introdussi la mano e ci trovai dentro un panno bagnato. In un altro contenitore, invece, con la scritta Stazione di arrivo, c’era una spazzola di ferro: non ne ho mai capito il perché. Poi vidi uno scatolone intitolato Senso di colpa. Al suo interno era stato nascosto un barattolo di marmellata senza coperchio: chi v’infilava la mano se la doveva per forza sporcare. Molti della mia classe non si mossero più dai pressi dell’opera con la marmellata per vedere la faccia di quelli che ci finivano con le dita dentro. La scultura, però, che m’impressionò più di tutte era intitolata “Erotismo”. Non stava in uno scatolone, bensì allo scoperto, al centro della sala, su un tavolo. Si trattava di una piastra di gomma, quadrata, larga all’incirca quaranta centimetri per lato e alta cinque. Nella gomma erano stati praticati trentasei buchi, ordinati in file di sei, e sul davanti c’era una targhetta con la scritta “Erotismo”. Quindi, poco più in basso, un cartello con le istruzioni: “Introdurre un dito in un buco qualsiasi, facendo attenzione perché in uno dei buchi è stato nascosto un chiodo con la punta rivolta verso l’alto”. Non ci pensai su nemmeno un attimo e infilai l’indice nel buco più vicino. Poi, non avendo trovato nessun chiodo, ispezionai uno alla volta tutti gli altri buchi, e più andavo avanti, più aumentava la paura di pungermi. Risultato finale: zero chiodi. A questo punto chiesi spiegazioni al direttore della mostra, un futurista in carne e ossa. Lui mi guardò per qualche secondo, incerto se rispondermi o meno. Probabilmente, data la mia età, temeva di non essere capito. Poi, con aria di sufficienza, mi disse: “perché ci sia l’eros e il trasgressivo ci deve essere anche il pathos”. Come a dire che per i futuristi l’eros era una stanza buia dove si entrava con un pizzico di curiosità e un po’ di paura, oppure il possesso della persona amata unito al timore di perderla, o anche un partire alla scoperta dell’America senza essere sicuri che ci sia un’America da scoprire. (Luciano de Crescenzo – Le donne sono diverse – Mondadori Editore).

… CONTINUA

 

Bibliografia


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  • W. H. Masters – V. E. Johnson L’atto sessuale nell’uomo e nella donna Feltrinelli ed.
  • Carolina Cutolo – pornoromantica – Fazi ed.
  • Anais Nin – Il delta di Venere – Racconti erotici Bompiani
  • Olivia St. Claire – 200 e tre modi per farlo impazzire a letto – Sperling e Kupfer ed.
  • Luciano de Crescenzo – Le donne sono diverse -Mondadori Ed.

 

G. M. – Medico Psicoterapeuta

 

Si ringraziano Adelina gentile e Francesca Miceli per la collaborazione offerta nella stesura del dattiloscritto