Con tutto il sentimento di cui sono capace, proverò.
Camminando fra i pensieri in un tardo pomeriggio di un freddo ottobre inciampo senza volerlo negli occhi nocciola di un visino incorniciato da un simpatico berretto. Lui è sempre lì, seduto su un bordo del marciapiede vicino al suo papà. Si intende immediatamente che fra di loro esiste una complicità che non ha eguali, un legame che poco spazio lascia a chi vorrebbe, un affetto che nemmeno la forza del tempo potrà mai allentare.
Rimango disarmata di fronte alla prepotenza con la quale lui, piccolo e ossuto, mi parla. Non è la prima volta che lo incontro, spesso mi dà una mano, riporta il carrello nella sua postazione e riceve in cambio un dolce, un ovetto, una caramella colorata. Quella volta però forse preso dal desiderio, senza troppo pensarci chiese un gioco, anzi una bicicletta.
A bocca aperta! Sono rimasta a bocca aperta. E non perché non sono abituata alla povertà delle cose. Vedo intorno a me il freddo delle strade che spesso accoglie le persone e diventa casa, sento il profumo delle pietanze cucinate dall’amore della solidarietà. Mi prende il dolore quando al mattino presto intravedo dalla finestra chi rovista fra i rifiuti alla ricerca di un qualcosa che possa saziare la fame o combattere il gelo.
Una scintilla parte dall’interno del mio cuore e immediatamente nasce in me il desiderio di regalare un sorriso.
Nel giro di pochi giorni recupero, grazie alla gentilezza di qualcuno, una favolosa mountain bike, esattamente della sua misura, corredata di catarifrangente e borraccia per l’acqua. È perfetta. L’emozione che si prova nel donare senza aspettare nulla in cambio è veramente una delle più alte espressioni dell’amore. Lo vedo da lontano correre verso di me col sorriso negli occhi e l’ansia di salire su al più presto, ma quando si trova lì davanti è come se si bloccasse. Una sorta di orgoglio che un po’ fa riflettere su tante cose, sulla diversità che lega i popoli fra loro e nello stesso tempo li allontana. Ma se riesci a vedere oltre…leggi nei suoi occhi gli istanti di felicità.
Da qui nasce l’operazione Peter Pan. Coinvolgendo un po’ di amici è partita questa grande raccolta giocattoli per restituire un po’ di fantasia. C’è fra di noi chi si è occupato di ritagliare dei vestiti, ripulire le varie bambole, molto spesso ci siamo lasciati prendere dall’allegria e ritrovati a giocare coi draghetti, con le Barbie, coi pupazzi.
Mi fermo a guardare il mio albero di Natale. È qui di fronte a me. Piccolissimo, alto non più di dieci centimetri, ma è bellissimo. In questi giorni ho pensato anche di illuminarlo, perché sono le piccole cose che brillano di più…
È inevitabile che il pensiero non raggiunga il tempo già passato, che non ci si commuova innanzi ad un piccolo che con un po’ di dispiacere arriva con in mano il suo amico preferito, ma col desiderio ancor più grande di rendere felice qualcun altro. E ripenso ai miei giochi nell’infanzia, alle notti di magia, al calore dell’affetto.
Le luci questa notte sul gelo della città illuminano, riscaldando gli animi che hanno imparato questa volta dal loro futuro. Non c’è dubbio! Una bella lezione che rende però felici, perché in fondo se qualcuno è arrivato tenendosi per mano e raccontando il calore che ha trasmesso a ciò che più tiene per renderlo più forte e pieno di amore e beh, allora c’è da esserne veramente fieri.
Mi piace pensare che nella notte tanto attesa tutti insieme, grandi e piccoli, si ritrovino immersi in un angolo fatato brillante di lucine che schioppettano, stelline argentate che colorano un cielo sprizzante di pensieri e desideri. Col naso in su a scrutare quella scia trascinata da una slitta carica, piena di pacchetti e nastri colorati. Un uomo tutto in rosso, forse un po’ panciuto, una lunga barba bianca su di un viso un poco buffo volteggia chiacchierando con le renne. Anche quest’anno raggiungerà in una sola notte tutti i sogni e posando dolcemente il suo sguardo li esaudirà.
A Moise che ha scatenato la sensibilità
Un ringraziamento speciale a:
Martina e Maria Stella, Angelo, Cristian, Micaela, ai bambini di Cerzeto, di Rossano, di Santo Stefano di Rogliano, di San Marco Argentano, a Mariarita e Valentina, a Salaheddyne, a Francesca, Fabrizio, Annamaria e Francesco, a Magda, Oreste, al mio orsetto di buone maniere Lele che ha alimentato la mia fantasia
Ai “grandi” che non hanno dimenticato
Un Buon Natale
Fernanda (19 dicembre 2007)
Biologa CNR, Counselor. Responsabile “gestione area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line