Tutti i “segreti” per rendersi più semplice la vita!
Lo studio facile – 4
Applicazione della mente su qualcosa di motivazionalmente valido, con metodo e continuità: questo è ciò che i dizionari della lingua italiana, definiscono con il termine studio. Viene spontaneo concludere, quindi, che probabilmente, il rapporto fra noi e ciò che dobbiamo imparare (per scelta e necessità), possa essere meno sofferto di come crediamo (o ci hanno fatto intendere!).
Riflettiamo.
Ci hanno detto che bisognava studiare per “andare avanti”, per diventare qualcuno, per non rimanere ai margini di quel terreno di gioco che si chiama vita. Poi, però, ci siamo accorti del fatto che molti laureati passeggiano in attesa di prima occupazione
Dove sta la verità?
Il problema nasce dal fatto che, la nostra Società non è più in grado di assorbire nel suo ciclo produttivo, individui generalisti disposti a fare di tutto ma, in fondo, poco avvezzi a capire il concreto rapporto fra domanda specialistica e offerta flessibile ma autorevolmente in grado di soddisfare richieste sempre più specifiche.
Conclusione.
La risposta alle esigenze del ventunesimo secolo risiede in un’adeguata preparazione alla vita, senza la paura di “mettersi alla prova”, dopo essersi adeguatamente preparati, imparando ciò che serve grazie ad uno studio “agile”, utile e mirato.
Come si fa?
La cosa più importante, consisterà nell’imparare a studiare utilizzando al meglio le risorse della mente ed evitando di impegnarsi al sopraggiungere della stanchezza o, peggio, della demotivazione. Sarà importante ricordare di non avere premura: tranquillità e sicurezza nella riuscita, devono accompagnarci, sempre!
Lo studio si divide in tre momenti essenziali
Acquisizione dati: è necessario che sia uno studio attivo e consapevole.
Elaborazione (riflessioni di vario genere per costruire le idee di conoscenza): è uno studio che, tranne per le meditazioni approfondite, si determina anche mentre noi non ce ne accorgiamo.
Esposizione (nel momento in cui trasformiamo le idee in parole): richiede allenamento specifico mediante tecniche di comunicazione efficaci.
Fase dell’acquisizione dei dati
Quando si inizia lo studio di una nuova materia, diventa necessario soffermarsi adeguatamente sui vocaboli non conosciuti. Questo lavoro consente di creare, nella nostra memoria, dei ganci su cui poggiare i molti elementi della materia in questione: nel caso in cui si voglia appendere un quadro su una parete, il lavoro più accurato ( e, talvolta, difficile ) deve essere quello che consiste nel piantare il chiodo nel muro; su quel gancio (se è solido) potremo appendere ogni tipo di cornice. Nella nostra mente, i ganci sono rappresentati dai vocaboli, dalle idee base su cui appendere tutte le altre idee. Ogni volta che non si capisce quello che si studia, bisognerebbe interrompere la lettura ed analizzare la conoscenza dei vocaboli che si stanno leggendo e la presenza di eventuale stanchezza con conseguente demotivazione. Risolto questo aspetto, si determina la possibilità di capire ciò che si legge. A questo punto, possiamo affermare che, se imparassimo il significato di un vocabolo (con un lavoro non superiore ai 10 – 15 minuti), tutti i giorni della nostra vita, avremmo risolto il problema del leggere e capire riferito alla maggior parte delle nostra attività di interesse. Nel momento in cui, noi, avremo imparato un centinaio di vocaboli inerenti una materia specifica, lo studio di quella materia diventerà molto facile: infatti, dopo un po’ i vocaboli si ripetono.
Studiare tutti giorni per un tempo non eccessivo è preferibile alla concentrazione in tempi brevi perché, l’assorbimento in piccole dosi di materiale nuovo, favorirà la sua comprensione.
Regola base: La motivazione
Alla base del successo di ogni iniziativa, nella vita, esiste una triade fondamentale: Motivazione / Acquisizione di dati corretti / Allenamento per una messa in opera impeccabile.
Da non dimenticare
Pause ogni 20 – 30 minuti di lavoro (quello dell’apprendimento è il momento più stancante. Durante la fase della comunicazione, invece, si può lavorare anche per ore senza fermarsi).
Ora vediamo come si procede nello studio di un libro
Innanzitutto, bisogna leggere con attenzione il titolo (ovviamente!) e le definizioni dei capitoli e dei paragrafi (per cominciare a determinare una “ricognizione” mentale dell’argomento che affronteremo e di come l’autore ha deciso di spiegarlo.
Successivamente, all’interno del paragrafo scelto, per ogni pagina, è necessario individuare un periodo del testo in esame che sia sufficientemente breve (Verificando la conoscenza dei vocaboli del periodo in oggetto : se è il caso, ci si può fermare prima del punto.
Quindi, cerchiamo di leggere e capire, individuando le parole chiave (senza le quali non regge il senso del discorso), domandoci “cosa vuole dire quello che sto leggendo?”, ripetendo l’argomento in esame con parole proprie NON A MEMORIA (si può creare uno schema essenziale per ricordare solo le cose veramente importanti: le parole chiave)
Il risultato di tale lavoro porta alla comprensione di quello che si è letto, facendolo diventare patrimonio delle proprio mondo di conoscenze, in maniera chiara, così da poterlo ricordare al momento del bisogno. Si determina dopo avere capito bene e dopo avere ripetuto sufficientemente il concetto in esame. Avviene inconsapevolmente, soprattutto quando dormiamo.
La fase dell’esposizione
Deve tenere conto del fatto che, il significato del contenuto incide per il 7%, il significante del paraverbale (tono della voce, tempo, volume) incide per il 38%, il non verbale (la coloritura del temperamento, che fa trasparire sicurezza e coerenza) incide per il 55%.
Ultime raccomandazioni
La comunicazione di quanto abbiamo preparato, richiede una strategia opportuna, in grado di valorizzare ciò che sappiamo. Prima di parlare quindi, proviamo a dare delle risposte adeguate ad alcune delle seguenti domande:
Con chi devo parlare?
Cosa devo proporre?
Qual è il motivo?
Dove avverrà la discussione?
Quando avverrà?
Cosa propongo per ciò che chiedo?
Cosa privilegerò nel modo di pormi?
Conclusioni
Prepararsi allo studio, non è così difficile come qualcuno cerca di farci credere. Tutte le volte che, di fronte ad un libro, proviamo la paura di un fallimento, è solo perché l’approccio non è quello idoneo. “Chi vede un gigante, esamini prima la posizione del sole e faccia attenzione a che non sia l’ombra d’un pigmeo” (Novalis).
Dr. Giorgio Marchese – Docente di Fisiologia Psicologica c/o la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico – ROMA
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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