“Mia zia, all’età di 70 anni, ha sposato un suo coetaneo. Dopo 5 anni di convivenza, hanno deciso di vivere separati. Da poco lui si è ammalato, gravemente. Nel caso in cui il marito – che non ha figli – dovesse morire, mia zia ha diritto a qualcosa?”
La scelta dei coniugi di vivere, di fatto, separati non incide sui loro diritti di successione ereditaria. Neppure vengono meno i diritti successori se i coniugi si separano legalmente – salvo il caso di addebito della separazione -.
Se il defunto non ha fatto testamento, si apre la c.d. successione legittima. Le norme in materia indicano chi sono gli eredi e come devono essere assegnate le quote di eredità.
Gli eredi legittimari sono eredi che (ove sia stato fatto testamento) hanno diritto a ricevere comunque una parte dell’eredità (quota legittima): si tratta del coniuge e dei figli.
Pertanto, in caso di morte del marito, in mancanza di testamento, alla zia della nostra lettrice spetterebbe:
– l’intero patrimonio, se lui non ha figli e non ha ascendenti e/o fratelli e sorelle;
– 2/3 del patrimonio, se il marito non ha figli, ma ha ascendenti e/o fratelli e sorelle;
Se, invece, lui avesse fatto testamento, la moglie avrebbe comunque diritto alla metà del patrimonio del coniuge.
Erminia Acri-Avvocato
Erminia Acri, iscritta all’Albo degli Avvocati del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, Patrocinante in Cassazione, esercita la professione di avvocato in materia di diritto civile, diritto del lavoro e previdenza, diritto amministrativo (abilitazione all’esercizio della professione di avvocato conseguita in data 05/05/1998). Consulente legale dell’Inas-Cisl, sede di Cosenza. Attività di docenza, in materia di Diritto di Famiglia, c/o Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico (SFPID) – Roma. Iscritta all’Albo dei Giornalisti- Elenco pubblicisti dal 01/07/2006. Responsabile “Area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line
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