Da un nostro lettore, il commento ad un articolo molto impegnativo: complimenti!
“Ciao a tutti, sono Pierpaolo!”
Sono contentissimo di aver avuto l’occasione di scrivere su questo giornale, ringraziando innanzitutto in modo particolare il Dott. Giorgio Marchese che me ne ha dato la possibilità.
Il motivo delle mie riflessioni (ricavate ed estrapolate dalla lettura dell’articolo “il senso della vita – l’autoaffermazione” del Dr. Giorgio Marchese, N.d.R.), sta nel fatto che queste mi aiutano moltissimo nel corso della mia vita contribuendo a superare diversi conflitti e disagi di cui soffro. Certo, i miei pensieri non saranno sempre corretti ed espressi in forma impeccabile, ma lo scopo è quello di lanciare un forte messaggio a tutti: “Combattere senza arrendersi mai, per riuscire ad autoaffermarsi ed essere per sempre felici”. Le parti originali dell’articolo, sono riportate in corsivo. Vi auguro un buon proseguimento nella lettura e spero che questa, susciti in voi un discreto interesse.
Grazie a tutti.
Commenti a Il senso della vita – L’autoaffermazione.
“Per capire se stesso, l’uomo ha bisogno di essere capito dall’altro; Per essere capito dall’altro, ha bisogno di capire l’altro”.
Sembra una frase molto complessa ma in verità non lo è, anzi aggiungerei che l’uomo forse prima di tutto deve capirsi da solo, magari con un piccolo periodo di riflessione lontano da tutti. Quindi una volta capito se stesso può avere la comprensione delle persone che gli stanno accanto ma nello stesso tempo deve anche capire queste ultime. Ciò mi fa pensare che per essere capiti dobbiamo comprendere e accettare sia i lati positivi che negativi degli altri in modo da essere in completa e armoniosa sintonia.
“…Prosegue il cammino per scoprire, nei meandri sentieri della vita, quale possa essere la direzione più idonea.”
In effetti, bisogna capire qual è la strada giusta da imboccare per vivere meglio e personalmente credo che la direzione esatta sia quella dell’autoaffermazione che secondo me si può ottenere avendo una buona dose di calma, pazienza, speranza, fede in noi stessi e lotta continua per raggiungere i risultati desiderati.
” Spesso, affiora in noi la trama da brivido che ci porta ad osservare con timore la possibilità di perdere l’efficienza mentale e di assistere al degrado dei nostri poteri interiori.”
Naturalmente tale ipotesi risulta essere verità e la perdita di efficienza mentale, secondo me è strettamente correlata allo stile di vita che si conduce. Quando si è in giovane età si può sicuramente provvedere a mantenere l’efficienza mentale conducendo una vita sana, piena di impegni e hobby costruttivi associati a più persone; quindi in pratica mantenendo “il cervello sveglio”. Discorso a parte, va fatto invece per le persone anziane che possono sopperire in modo molto limitato alle loro lacune mentali, perché le loro cellule celebrali non sono più attive come quelle dei giovani.
Quindi in due parole si può concludere dicendo dobbiamo mantenere la nostra efficienza mentale fin da giovani, perché arrivati a una certa età non è più possibile.
“Da molto tempo gli esseri umani hanno vissuto l’enorme discrepanza fra i potenziali mentali e la propria strutturazione corporea.”
Esiste quindi un grande divario tra potenziali mentali e potenziali corporei. Infatti ad esempio, un giovane dotato di un fisico atletico e muscoloso può nello stesso tempo soffrire di disturbi mentali. Inoltre i potenziali mentali vanno sempre crescendo e hanno limiti infiniti mentre le capacità fisiche si possono migliorare solo fino a un certo punto, mostrando quindi un limite ben marcato. In conclusione mi sento di affermare che è meglio avere un potenziale mentale maggiore rispetto a uno corporeo, ammettendo il caso che non si possono avere entrambi.
“E’ probabile che sia nata da ciò, l’esigenza di immaginare un’anima immortale costretta in corpo mortale, che si libera dalle catene solo dopo la disaggregazione atomica di tessuti, organi e apparati.”
In pratica, la spiegazione di tutto questo sta nel fatto che l’uomo ha immaginato di possedere un’anima immortale, la quale avendo potenziali enormi e infiniti è destinata a sopravvivere anche dopo la morte. Il corpo invece, essendo materiale è destinato a scomparire con la morte; basta pensare al fatto che il corpo anche durante la vita con il passare del tempo si “consuma” o che dir si voglia.
“Gli esseri umani, da che mondo e mondo, si sono sempre lamentati della brevità della propria vita. Anche coloro che agognano una scorciatoia per uscire da questa valle di lacrime, prontamente si redimono sentendo l’odore della nobile signora con la falce che tutto livella ed ogni cosa riconduce all’unità eterna.”
Ogni essere umano fin da sempre si è lamentato della brevità della propria esistenza e anche quelli che si “stancano” di vivere sentono la presenza della morte che arriva per tutti e rende tutto equo. E’ vero, ognuno di noi si lamenta di ciò e naturalmente succede anche a me.
Mi lamento, a volte, della mia vita per quanto è corta e ho sempre il timore di non avere il tempo necessario per fare un gran numero di cose ed esaudire mille sogni e desideri. Purtroppo mi rendo conto che a volte la vita “mi scappa dalle mani” e ogni giorno sembra trascorrere rapidamente, pieno di stress e frustrazioni. Per quanto riguarda la morte, ci penso il meno possibile e non ho paura, forse grazie anche alla fede verso Dio che porto dentro di me. Per me la morte è una sorta di arrivo, rappresenta la fine di una lunga corsa con la quale terminano tutte le sofferenze esistenti nella vita terrena. Finita la lunga corsa della vita, ognuno di noi ha il giusto premio: la morte e quindi la libertà per sempre. Si la libertà per sempre, perché nella vita terrena non si è mai liberi del tutto, bisogna dipendere sempre da qualcuno o qualcosa. La morte è vero livella tutto e dopo che arriva non esistono più differenze tra gli esseri umani, né forti e né deboli, né ricchi e né poveri, e via dicendo.
“L’umanità, quindi, da un lato si è attribuita il possesso di una scintilla divina che anima la materia, dall’altro ha cercato di capire come mai fosse costretta alle tribolazioni terrene. A turno, sugli spalti della verità incondizionata si sono affiancati intermediari divini che hanno di volta in volta, descritto la condizione umana come:
- Illusione (indù e buddisti);
- Destino (greci);
- Scintilla divina che anima la materia (manichei e gnostici);
- Peccato da espiare (greci);
- Croce da portare (cristiani);
- Etc.”
Quindi l’uomo, da una parte si è attribuito il possesso divino pero’ dall’altra si domanda sempre perché deve resistere a tante tribolazioni su questo mondo.
In effetti, secondo me si può affermare che Dio ci appartiene e noi apparteniamo a Lui, ma non dobbiamo vederlo sempre come una sorta di protezione, di barriera per qualsiasi evento sfavorevole che ci capita, in quanto gli eventi fanno parte del “gioco”. Si può concludere dicendo che Dio o la fede che si ha rappresentano un aiuto ma il resto da compiere nel percorso vitale spetta alla nostra volontà; non a caso il proverbio: “Aiutati che Dio ti aiuta”. Ci sono poi tanti “intermediari divini” che adottano diverse teorie sulla condizione umana. Ad esempio, i greci la chiamano destino.
Per me il destino esiste ma gioca solo una piccola parte (o almeno dovrebbe) nella nostra vita e lo preferisco associare alla fortuna, cioè all’andare incontro a eventi positivi o negativi che siano. In passato pensavo che le mie sventure erano frutto del destino, forse alcune si, ma la maggior parte erano prodotte dalla mia volontà; anche se forse è stato proprio il destino ad affiancarmi a determinati ambienti e circostanze sfavorevoli.
Per indù e buddisti la condizione umana è un’illusione, ma riflettendo bene non sono d’accordo perché la condizione umana fa parte della realtà, la vediamo con i nostri occhi. Ci sono poi altre e numerose teorie in merito alla condizione umana.
Personalmente mi accorgo di essere “influenzato” da varie religioni, ma più che altro mi accorgo che sono proprio le teorie di queste che mi attraggono e suscitano in me un discreto interesse. In conclusione, posso dire di preferire la religione cristiana anche perché è quella che conosco meglio e mi sembra quella più giusta rispetto alle altre e poi sono cristiano da quando sono nato. Credo inoltre, che non sia sbagliato nello stesso tempo, recepire alcuni messaggi di altre religioni che non mi appartengono.
” Breve e irrevocabile è della vita il corso ma, con i fatti, eternarne il ricordo è concesso!”
Questa è una profonda verità in quanto la vita di ognuno di noi appare corta e non possiamo allungarla più di tanto, ma con gli eventi che si susseguono ne derivano anche i ricordi. Secondo me un po’ tutti soffriamo per la nostra vita che appare estremamente corta, ma dobbiamo riflettere e capire che i ricordi e specie quelli belli possono aiutarci a renderla più lunga e piacevole nello stesso tempo. E poi, tramite i ricordi riaffiorano in noi le nostre esperienze passate che ci tengono “compagnia” e ci fanno venire in mente le persone che abbiamo incontrato nel nostro percorso.
“Alzi la mano chi non ha mai, anche solo per un momento, pensato di poter lasciare il proprio nome inciso a lettere dorate, nell’almanacco dei fatti del mondo, all’interno della sezione: Persone utili al superamento dell’angoscia legata alle problematicità della finitezza umana ed in grado di agire per lo sviluppo ed il benessere collettivo”
Non posso alzare la mano perché anch’io ho pensato di poter lasciare il mio nome inciso sull’almanacco. Questo perché nel mio piccolo sono stato in grado con episodi piacevoli di rendere felici, allegre e spensierate delle persone che in quel momento ne avevano estremo bisogno, trovandosi in momenti di apatia e tristezza. Naturalmente mi sento anche di ringraziare quelle persone che hanno fatto la stessa cosa con me. Appare però secondo me, assai difficile agire completamente per lo sviluppo e il benessere collettivo in quanto esistono in merito numerose problematiche.
- Ricercare il senso dell’esistenza (Perché si deve vivere?)
- Migliorare lo standard qualitativo (Come si può girare al meglio?)
- Camminare verso la verità (in che modo si riesce a distinguere il reale dai falsi miti?)
Si deve vivere perché siamo su questa terra per farlo e il nostro scopo è quello di affrontare la vita giorno per giorno; e poi la vita è un dono di Dio (almeno per me), e comunque rimane sempre qualcosa che ci appartiene.
Come si può girare al meglio? Credo che la risposta sia abbastanza semplice. Naturalmente, prima di tutto bisogna godere di una buona salute e saperla conservare in modo sano, conducendo quindi una vita equilibrata, rispettando una corretta alimentazione, avendo orari regolati, essere in grado di ritagliarsi un piccolo spazio da dedicare al relax, etc.
Inoltre, bisogna cercare di costruirsi un futuro basato principalmente sul lavoro, sulla famiglia e possedere un insieme di affetti. Infine, cercare un diversivo inteso come hobby o dedicare un piccolo spazio allo studio di qualsiasi cosa (che possibilmente ci interessa), quindi tenere il nostro “cervello attivo” e lontano da paranoie e stress mentali.
Per quanto riguarda invece il cammino verso la verità e la distinzione tra il reale e i falsi miti, si può affermare che l’essere umano vive per inseguire determinati obiettivi. Dobbiamo però, nello stesso tempo stare lontani da falsi miti e in pratica da “personaggi estremi”, non imitandoli in quanto potrebbero essere di cattivo esempio. I “personaggi estremi” si possono trovare in tutte le categorie della società: politici, nobili, ricchi, cantanti, attori, etc. Ad esempio, quando ero adolescente avevo come mito Jim Morrison, cantante e leader dei Doors. Oggi, però mi accorgo che è stato un falso mito per me perché in qualche modo mi ha trasmesso abitudini e vizi scorretti come la droga (problema quest’ultimo che fortunatamente ho risolto). Naturalmente mi assumo in pieno le colpe per i messaggi negativi che ho recepito da Jim Morrison. Ho saputo però, apprezzare il notevole bagaglio culturale di quest’ultimo e il suo linguaggio estremamente ricco anche se complicato e pieno di malesseri esistenziali.
“Sono queste le indicazioni per incocciare la via del viver bene, nel grande teatro esistenziale di questo XXI
secolo, caratterizzato da dicotomie tanto evidenti quanto alienanti, in grado da dividere un concetto in due esatti contrari (ANIMA – CORPO / LEGALITA’ – ILLEGALITA’ / POVERTA’- RICCHEZZA / CITTADINANZA – SUDDITANZA / IMPROVVISAZIONE – PREPARAZIONE / IDENTITA’ – DIFFERENZE, ETC.).”
In questo secolo vediamo divisi l’anima e il corpo e notiamo una differenza ben marcata. Ad esempio, un uomo dalla corporatura esile, nello stesso tempo può essere dotato di un grande carisma interiore. Così come esiste la divisione tra legalità e illegalità; esiste quindi una massa di persone in regola con la legge e altre invece non in regola o addirittura persone che si trovano nel mezzo tra legalità e illegalità, come ad esempio può essere un politico o un poliziotto corrotto.
C’è differenza notevole anche tra ricchi e poveri, basta pensare che esistono ricchi che possono permettersi una Ferrari mentre ci sono poveri che a stento sopravvivono e fanno i salti mortali per avere un pezzo di pane.
“Ogni essere umano, per poter ottenere il meglio della vita, dopo aver soddisfatto i bisogni primari indispensabili, ha necessità di raggiungere quelle gratificazioni realizzanti in grado di dare un senso concreto alla propria esistenza (autostima, autoaffermazione, integrazione sociale, autorevolezza, sicurezza ed autoconservazione, appagamento sessuale all’interno di un valido rapporto d’amore, etc.), lasciando il percorso delle fasi transitorie (identificazione, studio solo per obbligo sociale, competizione con gli altri ed ambizione scorretta, sesso senza amore, gregarietà, autoritarismo, ricerca di protezione e sicurezza in funzione degli altri, autostima in funzione del giudizio altrui, etc.).”
Analizzando tutto ciò, sento la necessità di affrontare un discorso prettamente personale. Nonostante, avendo 25 anni, credo di trovarmi ancora nel mezzo tra le gratificazioni e le fasi transitorie.
In questo periodo della mia vita, sto studiando informatica non solo per avere in seguito possibilità lavorative ma anche per una certa passione che nutro per il mondo dei computer; quindi non più per obbligo sociale.
Nello stesso tempo ho raggiunto una certa autostima, perché adesso sto dando un senso alle mie giornate impegnandomi appunto nello studio dell’informatica; quindi noto dentro di me una certa soddisfazione anche se vado in cerca di qualcosa di più grande come è normale che sia. In passato invece, non avevo nessuna autostima (a causa del mio stile di vita completamente errato e contraddistinto dalla droga, dall’alcool, dal continuo “vegetare”, etc.), anzi mi consideravo un fallito e soffrivo di apatia e di una certa depressione, sognando a volte addirittura la morte.
Per quanto riguarda il sesso senza amore, è stato un elemento predominante nella mia vita; ma nello stesso tempo ho assaporato, anche se per poco, quello con amore e sono sicuro che in futuro cercherò più quest’ultimo essendo più coinvolgente e capace di trasmettere emozioni più forti.
In conclusione, posso affermare che sto lasciando le fasi transitorie e mi sto affiancando a quelle gratificazioni che mi permetteranno di vivere meglio e di dare un senso alla mia vita che in passato non aveva; anzi, aveva due “sensi unici”, la droga e il sesso, “conditi” da un po’ di rock n’roll e qualche poesia autoprodotta.
“In pratica, tutto ciò che rientra nei bisogni necessari allo sviluppo di un’identità corretta e matura, rappresenta una sorta di standard di alta qualità.”
Quindi autoaffermazione, autostima, integrazione sociale, autorevolezza, sicurezza ed autoconservazione, appagamento sessuale in un rapporto di coppia basato sull’amore, riservatezza, garbo, etc. ci permettono di raggiungere una vita al “top” e di vivere meglio. Solo in questo modo possiamo essere felici, in pace con noi stessi e non sopperire a causa di frustrazioni, stress, depressioni, malinconie, etc.
“Cominciamo ad analizzare il concetto di Autoaffermazione.”
“Possiamo dire subito che rappresenta la condizione di chi mira ad esprimere pienamente se stesso (nel rapporto con la propria identità e nei riguardi del contesto ambientale ristretto ed allargato), la propria personalità (in maniera proporzionale alle proprie capacità introspettive) ed il proprio ruolo (essere umano integrato nel tessuto sociale, come partner, genitore, figlio, fratello, soggetto economicamente produttivo, etc.)”
Personalmente, credo che per autoaffermarsi bisogna esprimere sé stessi tirandone fuori il meglio, sia nei confronti della famiglia, del partner, degli amici, etc. e sia nei confronti della collettività, della società. Per quanto mi riguarda, riesco ad essere me stesso ma non mi sono espresso al massimo nei confronti del contesto ambientale “ristretto” ed “allargato”.
Credo inoltre, di esprimere la mia personalità sfruttando le mie possibilità che sono discrete, ma che dovranno aumentare sempre più per riuscirmi ad autoaffermarmi da questo punto di vista. Non sono riuscito ad esprimere il mio ruolo di partner, non avendo al momento una compagna al mio fianco; e in passato non ho assunto tale ruolo, poiché a volte, il partner da me scelto non mi ha dato la possibilità di farlo. In alcuni casi però, sono riuscito ad “assaporare” il ruolo di partner e padre nello stesso tempo (la mia ex compagna ha una figlia). Da tale esperienza, posso dire che il ruolo del genitore appare assai complesso e sottoposto a tante responsabilità e stress non indifferenti.
In passato, sono stato un figlio che ha dato alla famiglia non poche difficoltà; adesso però, sono migliorato parecchio e i miei genitori hanno notato in me un notevole impegno per la costruzione del mio futuro.
Come fratello non sono stato mai un gran che, non avendo un buon rapporto con mia sorella. Ciò è dovuto, sia alla differenza di età (lei è più piccola di sei anni) e sia per la nostra incompatibilità di carattere, di abitudini, orari, etc. Ultimamente, comunque il nostro rapporto sta migliorando pensando anche al futuro e che un fratello o una sorella rappresenta sempre un affetto, un appoggio morale, etc.
Infine, non mi sono espresso come soggetto economicamente utile. Non avendo ancora un ruolo lavorativo, accuso notevolmente tale lacuna e ne sono derivati enormi disagi e una posizione odierna non certo semplice e tra le più rosee. Al momento però, sto cercando di rimediare agli errori commessi in passato e sto costruendo il mio avvenire e una sicurezza economica e morale, indispensabile per vivere meglio e soddisfare bisogni primari e secondari.
In conclusione, la presenza di tutte queste lacune hanno generato in me un’insoddisfazione generale e una condizione psicologica non proprio ottimale. Nello stesso tempo, sono abbastanza ottimista per il futuro e credo di sopperire a tali lacune, in modo da dare un senso alla mia vita, vivendo meglio senza più insoddisfazioni, stress, depressione, etc.
“Fin dalla notte dei tempi, l’autoaffermazione (dalla scoperta del fuoco alla realizzazione dei sincrotroni) è sempre stata legata al termine successo, inteso come esito positivo di un evento risultante da una programmazione accurata ed una esecuzione che tenesse in debito conto, fattori motivazionali adeguati e competenze specifiche di alto profilo.”
” In questo modo si produce la propria realizzazione.
Se fai progetti a breve termine, semina il grano….vivrai bene per un anno
Se il tuo pensiero va un po’ più in là, pianta un albero….ne usufruiranno i tuoi figli
Se, invece chiudendo gli occhi, sei in grado di vedere un futuro migliore….allora istruisci un popolo! “
Tramite i progetti e la loro esecuzione, quindi, si produce l’autoaffermazione. Se un essere umano fa progetti a breve termine ne gode per un determinato periodo. Ad esempio, se progetto di andare in vacanza al mare per un mese, fittando una casa, ne godo per quel mese, dopo di che il progetto si esaurisce.
Se invece, progetto di costruirmi un lavoro, questo mi servirà per un futuro in modo da ricavarne profitti economici ma anche autostima, autoaffermazione, etc. In seguito, potrò crearmi una famiglia ed i miei figli potranno usufruire dei beni materiali da me creati e magari anche degli insegnamenti morali che avrò saputo donargli. Quindi, i progetti di medio o lungo termine fanno si che l’uomo ne possa godere per un periodo più lungo.
Discorso a parte, va fatto per quei progetti che possiamo definire di “lunghissimo termine”, dai quali ne usufruiscono un gran numero di persone (popoli, città, paesi, etc.) per periodi appunto estremamente lunghi. Ad esempio, il progetto per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina, dopo l’esecuzione farà in modo che milioni e milioni di persone avranno enormi vantaggi negli spostamenti per anni e anni. In conclusione possiamo dire che i progetti e la loro esecuzione, fanno si che l’uomo si autoaffermi e raggiunga un certo successo.
“Siccome il benessere globale di una persona si misura dallo stato di equilibrio metabolico del suo Network psicobiofenomenologico (rapporto fra mente, sistema nervoso, sistema immunitario, apparato endocrino), possiamo concludere che il miglior modo di autoaffermarsi consiste nel costruire e raggiungere il proprio successo psicofisico.”
L’essere umano per autoaffermarsi deve costruire il proprio successo psicofisico e quindi si dà quasi per scontato che per vivere bene e autoaffermarci dobbiamo avere un buon equilibrio tra mente e corpo. Dobbiamo saper “conservare” la nostra salute mantenendo un’alimentazione corretta, rispettando gli orari, praticando sport, dedicarci a momenti di assoluto relax, etc; questo va poi affiancato a una mente sempre attiva e capace di respingere frustrazioni, depressioni, malinconie, etc.
“Come si fa ?
Ecco un elenco da appuntarsi.
- Proteggendosi dalle frustrazioni quotidiane (imparando ad assorbirle ed a metabolizzarle).
- Imparando ad applicare i concetti di adattamento ed integrazione nei confronti delle difficoltà del quotidiano, per vivere in assenza di conflitti permanenti.
- Operando una gestione corretta del proprio tempo vitale.
- Riuscendo a donare e a ricevere amore, nella giusta misura.
- Adoperandosi per far valere i propri diritti e riducendo, comunque i rischi di collisioni interpersonali.
- Costruendo un lavoro che ci piace.
- Approntando l’antiacido giusto per riuscire a digerire i fastidi lavorativi, quelli relativi al gravame familiare e tutto ciò che deriva dalle difficoltà di impegnare correttamente il proprio tempo libero.
- Ridimensionando l’attaccamento ai beni materiali.
- Utilizzando le esperienze di vita vissuta ed acquisendo la capacità di vedere negli errori, un’opportunità per crescere.
- Determinando, interiormente, la propria, personale, gioia di vivere e contagiando gli altri esseri umani.
Prima di tutto personalmente, credo che gli stress, le frustrazioni, etc. fanno parte dell’esistenza umana e ognuno di noi, chi più chi meno, se li ritrova nella propria vita e ci fanno anche soffrire. Ma il segreto, sta appunto, nel saperli affrontare e respingere anche se a volte sembra difficile. Penso, che un buon antidoto contro le frustazioni sia quello di accettarle perché esistono e convincersi però che siamo in grado di sconfiggerle o almeno di ridurle. Inoltre, credo che praticare sport, dedicarci a un hobby che ci piace e ci soddisfa, studiare, avere degli affetti concreti (figli, genitori, partner, amici, etc.), avere momenti di assoluto relax, ci permettono di vivere sicuramente meglio e quindi di combattere tali frustrazioni.
L’essere umano, deve capire che le difficoltà esistono e non deve viverle come una sorta di condanna, anzi queste lo aiutano a crescere e lo maturano facendogli accumulare esperienza necessaria per il cammino esistenziale. Naturalmente, le difficoltà sono anche sinonimo di momenti negativi per l’uomo, ma anche queste fanno parte del “gioco”.
Certo è difficile adattarci ai momenti difficili ed eliminare i conflitti esistenziali che ne derivano. Tutti, secondo me, abbiamo il timore di portarci dietro tali conflitti, ma dobbiamo bloccarli sul nascere e quindi combattendo le difficoltà. E per farlo, dobbiamo metterci la grinta necessaria, adottare le giuste contromisure e non perdere mai la speranza di riuscirci, anzi, dobbiamo sempre combattere senza arrenderci perché questa è la prima regola di sopravvivenza.
Un’altra regola, è quella di saper amministrare il nostro tempo a disposizione. Prima di tutto, è indispensabile avere una vita regolata rispettando una serie di orari e di mutarli il meno possibile. Poi, dobbiamo riempire le nostre giornate con il lavoro, ma nello stesso tempo non dobbiamo assolutamente trascurare il tempo libero che ci viene concesso. E’ necessario capire che nella vita è importante il lavoro, ma anche le distrazioni e il divertimento sono parte integrante della nostra esistenza. E proprio questi ultimi ci tengono a debita distanza dalle frustrazioni a cui la vita ci sottopone.
Nel “sentiero esistenziale”, ognuno di noi deve trovare una persona da amare e che nello stesso tempo ci ama. Credo che l’amore sia importantissimo e non deve assolutamente mancarci. Per me, avere accanto una persona da amare e che ti ama, rappresenta un bisogno da cui è difficile scappare. Parlando per esperienza personale, mi sento di dire che amare mi fa sentire importante, protetto, desiderato e completo; è qualcosa di inspiegabile ma nello stesso tempo fantastico. Sembra, che l’amore verso una persona ti trascina a tal punto che ogni cosa che fai e pensi, lei ne è partecipe e sempre presente.
L’uomo ha una lunga serie di diritti e al momento ne ricordo solo alcuni: diritto alla vita, alla salute, al lavoro, allo studio, alla libertà. Questi e molti altri, dobbiamo farli valere perché molte volte ci vengono negati. Quando succede ciò, a volte, avvengono degli scontri tra persone; questi trovano sede in manifestazioni di massa, cortei, raduni, etc.
A tal proposito, mi viene in mente il G8 di Genova: in quell’occasione, furono inevitabili scontri estramamente violenti tra manifestanti e forze dell’ordine e purtroppo ci fu anche la tragica morte di un giovanissimo, Carlo Giuliani. Una manifestazione che doveva essere pacifica e contro la fame nel mondo, si trasformò in un inferno di violenza inaudita da entrambe le parti e che non portò a niente di concreto. Ecco, bisogna sicuramente evitare collisioni di questo tipo, ma credo anche che sia giusto manifestare in modo pacifico, in modo da far valere i nostri diritti, sia in piazza ma anche, ad esempio, sul posto di lavoro.
Dobbiamo poi, costruirci un lavoro che ci piace, anche se a volte ciò non è sempre possibile. Vuol dire che dobbiamo scegliere una mansione da svolgere con voglia e interesse. Fare un lavoro che non piace, secondo me, comporta in noi una notevole insoddisfazione dalla quale ne derivano anche disagi di carattere psicologico. Ad esempio io, mi sto costruendo un lavoro attraverso l’uso del computer, il quale mi affascina moltissimo e suscita in me un grande interesse in tutti i suoi aspetti, anche quelli più banali.
L’essere umano, inoltre, deve proteggersi dai fastidi lavorativi e dagli stress che ne derivano, approntando le giuste contromisure. Personalmente, credo che per affrontare al meglio il mondo del lavoro, una persona deve rispettare un certo stile di vita regolato, eliminando il più possibile vizi e abitudini sedentarie di vario genere. E’ importante seguire una corretta alimentazione, favorendo l’assunzione di frutta, verdura e zuccheri nella giusta misura, che favoriscono sicuramente l’attenzione e altri elementi inerenti alla psiche.
Un altro elemento importante per affrontare al meglio il lavoro è l’approccio mentale. E’ meglio affrontare le giornate con serenità, spensieratezza e anche con un pizzico di allegria che non fa mai male, in modo che il lavoro non diventi un peso.
Per quanto riguarda l’approccio al mondo familiare, è indispensabile avere: serenità tra le mura domestiche, allegria, ironia, amore e la capacità di saper sdrammatizzare i momenti negativi che possono venire a crearsi. Da evitare, invece, sono sicuramente le liti furiose, le discussioni inutili e il senso di apatia e di tristezza. Un consiglio che mi sento di dare, è quello di trascorrere qualche week-end insieme ai familiari oppure qualche serata, magari andando in pizzeria, al cinema, etc.
Tutto ciò rafforza sicuramente l’ambito familiare, estremamente importante perché rappresenta il primo punto di forza per il superamento dei vari problemi che si possono creare all’interno di ognuno di noi. Parlo anche per esperienza personale, dato che la mia famiglia mi ha aiutato e non poco a superare enormi problemi e disagi. Da ciò, ho dedotto di avere, per fortuna, una famiglia unita, solida e con buoni principi morali.
Infine, dobbiamo gestire al meglio il nostro tempo libero, perché quest’ultimo è necessario sia per svagarci ma anche per ridimensionare stress e frustrazioni. Dobbiamo quindi, cercare di ritagliarci uno spazio da dedicare al tempo libero. E poi, nel tempo libero non esiste il problema della scelta, si può fare di tutto: una passeggiata serale con il partner, praticare uno sport, trascorrere una serata con gli amici, fare una gita al mare o in montagna, etc; tutto naturalmente, condito da una buona dose di allegria, ironia e spensieratezza.
Ognuno di noi, deve dare un peso minore ai beni materiali e in particolare ai soldi. Certo il denaro è importante nella vita ma non è la prima cosa. Le cose più importanti sono altre: la fede, la salute, la famiglia, l’amore, la felicità, gli amici; elementi questi che appartengono all’anima di ognuno di noi e sono propri dell’essere umano. In effetti, con i soldi si possono comprare tante cose, ma non si può comprare né la salute, né la famiglia, né la famiglia, etc.
Si può avere un aereo personale, ma non è detto che poi si è felici o si ama qualcuno. Certo, il massimo sarebbe essere ricchi e felici ma sappiamo anche che nella vita non si può avere tutto. Inoltre, non dobbiamo farci ingannare dal business della tecnologia e dal consumismo, non dobbiamo essere attaccati troppo a queste cose e magari farci dei debiti per comprare un’auto potente e di lusso. Questa non è felicità, anzi ci comporta solo stress inutili e situazioni poco favorevoli. Comunque, naturalmente esistono anche i ricchi che sono felici.
Da questo punto di vista, personalmente sono maturato molto, dato che per me le cose più importanti sono la fede, la salute, la famiglia, l’amore e gli amici. L’insieme di queste cose mi fanno vivere in modo sereno e felice. E poi, anche non navigando nell’oro sono contento e non mi lamento affatto di quello che ho.
Certo anche a me piacciono i soldi (e a chi no del resto), ma non saprei che farmene se non potrei avere la mia felicità. E ricordatevi, a volte, può essere più felice una persona in difficoltà economiche che un ricco milionario.
Attraverso gli errori commessi in passato, una persona può acquisire validi insegnamenti per il futuro. Ciò, l’ho costatato sulla mia “pelle”. Ad esempio, avendo avuto in passato un’esperienza negativa con la droga, posso dire di non sbagliare più con quest’ultima e di aver acquistato una voglia di vivere che prima non avevo. Quindi, sia ben chiaro, non dobbiamo disperare per gli errori che facciamo, perché questi ci fanno crescere e maturare e sono dei validi insegnamenti per il futuro. E poi, si dice: “sbagliando si impara”. Dobbiamo però, riflettere sui nostri errori in modo da non ripeterli successivamente.
Infine, dobbiamo far maturare in noi la gioia di vivere, l’attaccamento alla vita e farlo capire alle persone che ci stanno accanto. Dobbiamo amare la vita, perché essa è il bene più prezioso che ci è stato donato. Viverla con gioia, allegria, spensieratezza e ironia fa sicuramente aumentare il nostro livello psichico e ci aiuta ad affrontare meglio le giornate. E’ nostro compito, quello di trasferire agli altri l’energia positiva che possediamo. Due persone avendo energia da scambiarsi reciprocamente convivono meglio e ne risulta anche un buon affiatamento. Ricordate inoltre, bisogna essere sempre felici nonostante gli stress, i problemi, le frustrazioni, i disagi, etc; questo è un ottimo “farmaco” per combattere tali malesseri.
Io al momento, ho una grande voglia e gioia di vivere e sono molto disponibile a trasmetterla agli altri. Questo anche perché sono un ragazzo abbastanza allegro e che ama stare con le persone; e poi, si lo posso dire con sicurezza: ” Io amo la vita!”.
“Ad ogni buon conto, l’autoaffermazione, consiste nel realizzare se stessi nella maniera corretta, nel rispetto della propria identità, integrandosi correttamente con gli altri, rispettando le leggi non opprimenti e cercando di adeguarsi a quelle non propriamente logiche, ma sapendo anche quali sono le necessità riguardanti i dettarmi naturali del vivere bene. Affermare se stessi significa porre l’attenzione sul fatto che esistiamo e che possiamo godere della nostra esistenza.”
Quindi l’autoaffermazione presuppone la realizzazione di noi stessi nel migliore dei modi, rispettando la nostra identità e integrandosi con gli altri rispettando le leggi sociali e sapendo quali sono le norme del vivere bene. Abbiamo visto come esprimere noi stessi, raggiungendo un determinato successo ed esprimendo il proprio ruolo nel contesto sociale. Bisogna rispettare e conoscere le leggi sociali e del vivere bene; ad esempio, trovandoci a contatto con un amico o un conoscente, sarebbe un’azione sicuramente scorretta quella di gettare rifiuti per strada, in quanto va contro l’etica sociale e nello stesso tempo ci fa perdere una certa dignità.
Affermare vuol dire anche porre l’attenzione sulla nostra esistenza e capire che da questa ne derivano numerosi vantaggi e benefici. Esempio: acquistando un’automobile modesta, godiamo del beneficio di usarla quando siamo stanchi e non ci va di camminare a piedi e nello stesso tempo è un vantaggio rispetto a non averne proprio. Acquistandone una più potente e migliore di quella modesta, notiamo che ha più vantaggi, magari più comfort, sicurezza, tenuta di strada, etc.
“Non ci si fa attenzione a tali vantaggi, perché gli esseri umani vivono rincorrendo degli obiettivi per imitazione, cioè osservano altri esseri umani che, molte volte, sbagliano impegnandosi nella realizzazione di progetti ritenuti scorretti e che, spesso, saranno inutili e dispendiosi.”
E’ vero l’uomo fa molti progetti imitando gli altri. Poi, tali progetti risultano spesso errati e nello stesso tempo non servono perché vi è un grande dispendio di tempo e di denaro. Si acquistano “beni di lusso”, ville costosissime, auto potenti di grossa cilindrata, aerei personali e via dicendo.
Tutto questo è sbagliato, perché per raggiungere tali obiettivi, l’uomo lavora tantissimo sfruttando le sue energie mentali e fisiche e quando finisce non riesce a godersi i cosiddetti “beni di lusso”. Esempio: un uomo lavora dodici ore al giorno, facendo quindi gli straordinari, e dopo due anni di duro lavoro, acquista una bellissima e costosa barca per andare a trascorrere le vacanze al mare. Ma queste ultime non saranno proprio il massimo, perché egli non riesce a godersi la barca acquistata, in quanto in quei due anni ha sfruttato le sue energie e adesso è stressato notevolmente.
Sia ben chiaro quindi, che tali obiettivi sono scorretti da inseguire, ma non per la loro “sostanza”, bensì perché l’uomo per raggiungerli si sacrifica a tal punto da non riuscire a ricavarne un beneficio, e quindi a godere di quello che si è prodotto.
“Se è vero che la morale della favola la cicala e della formica, evidenziava l’avvedutezza di quest’ultima nel prepararsi adeguatamente alla stagione invernale, non possiamo fare a meno di pensare che, se la laboriosa formica, durante l’incessante raccolta estiva, fosse rimasta vittima di un incidente qualsiasi (ad esempio, rimanere schiacciata sotto la scarpa di qualcuno), non avrebbe utilizzato il frutto di quelle attività che le avevano sottratto la possibilità del vivere qui ed ora.”
Ciò, sta a significare, che magari un uomo lavorando per un lungo periodo della sua vita, arrivato quasi alla fine della sua carriera per una qualsiasi disgrazia può morire. L’uomo, a volte, dopo aver dato il massimo impegnandosi nel lavoro, con la morte rinuncia alla vita, non può godere dei benefici da lui prodotti e lascia la propria famiglia, recando un danno morale a quest’ultima non indifferente.
Quando si dice che viene prima il dovere e poi il piacere, non è proprio così; perché lavorando tutta una vita rinunciamo anche a tante gioie, divertimenti ed eventi piacevoli. Per evitare ciò, sarebbe meglio da giovani (vivendo in modo sano ed equilibrato) non trascurare quegli eventi piacevoli che ci fanno sicuramente vivere meglio. Ecco perché, forse io da giovanissimo ho trascurato il lavoro per dedicarmi maggiormente al divertimento, anche se forse, in modo esagerato e non sempre costruttivo. Comunque posso dire di essermi divertito e di aver vissuto numerosi eventi piacevoli; e tali eventi non ritorneranno più, perché fanno parte inscindibile dell’adolescenza.
Ora mi sento però, di dover dedicare più tempo al lavoro, ma senza trascurare il divertimento che fa parte della vita e risulta “linfa indispensabile per vivere meglio”. L’uomo però, in verità, è portato ad “ammazzarsi” di fatica, in modo che verso la fine della propria esistenza possa usufruire di tante comodità, trascurando però il divertimento.
Quindi, l’uomo deve dedicare più tempo al divertimento in giovane età, perché col passare degli anni diminuisce lo spirito e la voglia di divertirsi, anche se non del tutto. In pratica, è meglio divertirsi da giovani e non rinunciarci, per assaporare qualche piccola comodità alla fine della nostra esistenza. E ricordate poi, che entrambi le cose sono possibili, basta capire che la gioventù è l’età più bella ma che nemmeno le altre vanno trascurate. Trovare, insomma, una via di mezzo.
“Chi riesce a godere, ogni giorno, del piacere di svegliarsi e ritrovare le funzionalità del proprio corpo e della propria mente? “
“Il poter affermare oggi mi sento bene e tutto funziona a meraviglia, comporta una gioia che (come il vento per l’avvocato Giovanni Agnelli) non si può comprare, perché va al di là della capacità di spesa delle migliori carte di credito a gestione illimitata.”
Personalmente, ogni giorno, non riesco sempre a godere del piacere di svegliarmi e di trovare in piena forma la mia mente. Credo che ciò dipende, e non solo per me, da come è stata affrontata e vissuta la giornata precedente. Se è stata trascorsa con stress, malinconie, etc., il risveglio non potrà essere dei migliori e viceversa.
Di conseguenza, il poter dire “oggi mi sento bene e tutto funziona a meraviglia” risulta un vero piacere per tutti, perché ci riempie di vitalità e gioia di vivere; non c’è cosa più bella e non è un bene in vendita. Con il denaro si può comprare una villa, un aereo, un terreno, etc. ma non la salute, la felicità, l’amore e quindi lo stare bene.
“Competere con se stessi, per migliorarsi seguendo il proprio passo e sganciandosi dall’invidia e dall’affanno conseguente all’esigenza di superare gli altri ad ogni costo, porta a costruire quel piacere quotidiano che rappresenta la vittoria giornaliera della vita, quanto di meglio un essere umano possa raggiungere.”
Noi esseri umani dobbiamo “sprigionare” il meglio di noi stessi, ma dobbiamo farlo per noi, per il nostro futuro, per stare bene senza guardare con invidia agli altri. E poi, questi ultimi se si trovano in una situazione migliore della nostra, in qualche modo se la sono meritata e costruita con le proprie mani.
Possiamo però metterci in “competizione corretta”, nel senso che possiamo anche noi arrivare dove sono arrivati gli altri, contando sulle nostre potenzialità, ma ripeto dobbiamo farlo per noi stessi e non farlo per obbligo e senza dannarci l’anima per riuscirci. E naturalmente la costruzione del piacere quotidiano diventa una vittoria e rappresenta il “top” per ogni uomo. Anch’io ogni volta che ho il piacere di stare bene mi sento soddisfatto, ho una carica emotiva non indifferente, è come se mi sentissi in paradiso. Certo questo non è sempre possibile, ma è proprio nei momenti più negativi che dobbiamo darci “una spinta dal basso verso l’alto” e conquistarci con fatica la nostra vittoria, ed è giusto che sia così.
“L’ignoranza è la maledizione divina, la conoscenza è l’ala con cui voliamo al cielo (Shakespeare).”
Shakespeare, a mio parere, vuole affermare che l’ignoranza è una grande pecca dell’umanità mentre la conoscenza è il nostro punto di forza. Infatti, l’uomo ignorante in qualche modo viene escluso anche dalla società, anche se non è giusto in quanto per me rappresenta una forma di razzismo e quindi anche di ignoranza. Ignoranza vuol dire non riuscire a recepire in modo chiaro tanti messaggi culturali e non avere una certa competenza su vari argomenti.
Nello stesso tempo, esistono altre forme di ignoranza più gravi come: violenza, razzismo, guerra e tutti quegli elementi negativi che fanno parte della realtà mondiale. Ad esempio, in questo periodo si sta combattendo la guerra in Iraq per volontà di Bush e Saddam; entrambi per me (nonostante posseggano un grande bagaglio di conoscenze) si dimostrano ignoranti per aver creato una guerra inutile. Le guerre sono tutte inutili perché “seminano” solo distruzione, danno alla natura, ma soprattutto un gran numero di vittime innocenti. Quindi, la guerra è ignoranza vera e propria dato che va contro i principi morali e naturali dell’umanità come la pace, il rispetto per le persone, l’amore, la fratellanza, etc. Se da una parte l’ignoranza è una grande lacuna dell’uomo, dall’altra la conoscenza è un grande pregio. Conoscere e avere un buon bagaglio di cultura generale rappresenta un enorme vantaggio per l’autoaffermazione, autostima e via dicendo. Chi conosce è portato a sbagliare molto meno rispetto a chi è ignorante. Esempio: un uomo dalle grandi conoscenze culturali non imbratterà certo un monumento importante, lo farà chi è ignorante e non conosce l’importanza dell’arte.
“L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni: così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà magia e bellezza sono in noi (Gibran).”
Secondo me, l’aspetto esteriore di qualsiasi cosa dipende dall’umore che abbiamo. Esempio, un bel paesaggio di montagna ci appare stupendo e viene apprezzato, a patto che siamo di buon umore. Non daremo invece alcuna importanza, anche se il paesaggio è oggettivamente bello, se siamo di cattivo umore. Me ne accorgo dalle poesie che scrivo, poiché queste ultime appaiono tristi e prendono l’aspetto delle mie giornate che a volte sono malinconiche. Ma rivedendole il giorno dopo e trovandomi con un umore migliore, appaiono sicuramente più belle.
“La salute psicofisica nasce in ognuno di noi: tanto più riusciamo a creare condizioni di tranquillità interiore, tanto meglio riusciremo a vivere bene.”
In effetti, l’essere umano più riesce ad avere una condizione interiore tranquilla e più riesce a vivere bene e a godersi le proprie giornate, da ciò dipende la salute psicofisica. Naturalmente il nostro stare bene è strettamente correlato allo stile di vita che conduciamo. Personalmente, ho notato ad esempio che non dormendo la notte, il giorno dopo accuso una certa stanchezza, mi sento stressato, nervoso e ne risente anche il mio umore, quindi interiormente non mi sento bene.
Credo inoltre, che per avere una condizione psicologica ottimale bisogna “riempire” le nostre giornate dedicandole al lavoro ma anche allo studio, al divertimento, all’amore e via dicendo, in modo da assorbire le nostre frustrazioni.
“Guardarsi allo specchio e riuscire a dire: Oggi sono contento di me, di quello che sono e di quello che ho fatto, anche se domani cercherò di fare un po’ di più, migliorandomi, rappresenta il massimo che si può ottenere, e va oltre qualunque gratificazione esterna, a prescindere dal tipo di lavoro che si esegue.”
Anche su questo sono pienamente d’accordo, in quanto così facendo si genera in noi una notevole soddisfazione, ci sentiamo gratificati e miglioriamo il nostro livello di umore. Bisogna sottolineare che è importantissimo dire: “domani farò meglio di oggi”. Personalmente me ne accorgo, perché quando riesco a “riempire” le mie giornate e ad esprimermi al meglio (anche se ancora non lavoro), promettendomi che “domani sarà meglio di oggi”, riesco ad acquisire ambizione, soddisfazione, allegria e felicità. Ciò fa nascere in me una buona carica emotiva e una maggiore sicurezza nelle mie potenzialità.
“Non rinunciate al sogno di vivere bene solo perché pensate che ci vorrà troppo tempo per realizzarlo, il tempo passerà comunque!”
E’ vero, anch’io molte volte penso che ci vorrà troppo tempo per costruire la mia felicità e a volte mi demoralizzo e deprimo. Poi, però penso che se non costruisco il mio sogno di stare bene “la mia mente si ferma” e rischio di cadere in depressione, malinconia etc. Del resto, il tempo passa comunque ed è meglio quindi impegnarlo per vivere ogni giorno nel migliore dei modi. In conclusione, mi sento di dire: “Dobbiamo combattere ogni giorno per meritarci il nostro piccolo paradiso di felicità!”
Pierpaolo Picariello