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Riflessioni per una visione più consapevole.


In ogni tempo, le forme di manifestazione del pensiero, e tutto ciò che è espressione dell’animo umano, hanno sempre subìto l’influenza della cultura sociale, cioè delle istanze, dei valori e disvalori che una società incarna in un determinato periodo storico.


Oggi, viviamo in un epoca di grandi mutamenti e di profonda crisi: l’uomo è smarrito, confuso, inebriato, e ad un tempo bersagliato, da una moltitudine di stimoli provenienti dall’esterno, che lo condizionano e, spesso, lo incatenano. Mancano punti di riferimento sicuri, non ci sono più regole, tutto si giustifica e, così, non si riesce più a distinguere cos’è bene e cos’è male veramente.


E’ chiaro che tutto quello che i mass – media propongono ogni giorno, non può che essere il prodotto della società, che poi, a sua volta, in un circolo vizioso senza fine, si alimenta e si lascia influenzare dai films e programmi vari che prepotentemente dominano lo schermo.



Innanzitutto, è innegabile la tendenza generale, e in particolar modo dei programmi a carattere strettamente informativo, a focalizzare immancabilmente l’attenzione su tutti gli aspetti più negativi o avvilenti della società in cui viviamo. E’ vero che bisogna essere al corrente di ciò che non va o, comunque, di tutte le problematiche, anche le più spiacevoli, che una società porta in grembo, ma è anche vero che la forza della vita richiede una maggiore consapevolezza e attenzione soprattutto al positivo.


Concentrarsi su quanto di più positivo esiste nell’essere umano consente di guardare al presente e al futuro con occhi diversi…con gli occhi di chi vuole sperare con tutte le sue forze che non sarà sempre così, che uno spiraglio di luce esiste; ed è questo che determina l’uomo ad andare avanti, nonostante tutto.


Ecco, il mio è un grido di speranza… una speranza che sembra svanita quasi del tutto nei films che ogni giorno vengono trasmessi in televisione o di cui milioni di giovani si nutrono anche andando al cinema; films in cui, per un animo poco critico ed allenato, non è sempre facile distinguere i messaggi positivi da quelli che non lo sono, perché spesso nascosti da un velo di ambiguità.

Questo, per esempio, è ciò che accade quando il protagonista è una persona che cerca vendetta. Di solito, chi in primis è stato la vittima di qualcuno, diventa, poi, un vendicatore più crudele e spietato del suo persecutore iniziale, ma il processo è ormai attivato ed il telespettatore finisce, anche inconsapevolmente, con il parteggiare per lui, affinché possa portare a termine la sua impresa!!


La medesima circostanza si verifica nei films che trattano di tradimenti. La persona tradita, per il solo fatto di essere tale, si sente in diritto di reagire all’offesa con un tradimento o, addirittura, con comportamenti che si rivelano ancor più gravi (come l’omicidio) e che finiscono con il collocare la persona che li pone in essere sullo stesso livello di degradazione del traditore iniziale. Ma ancora una volta, il telespettatore è portato a giustificare e costruisce dentro di sé la distorta convinzione che chi ha tradito si è meritato quella reazione, qualunque essa sia.



Ritengo, inoltre, necessario menzionare anche le soap operas, che ogni giorno mietono molteplici vittime tra tutte coloro (si tratta per lo più di donne) che, oppresse dai problemi quotidiani, cercano in quell’ora di telenovela una pausa di astrazione dalla vita reale. Anche in questo caso, la telespettatrice viene, inevitabilmente, ad immedesimarsi nei protagonisti, fagocitata dalle loro vite: vite spezzate o, comunque, altamente problematiche e, nella maggior parte dei casi, moralmente deprecabili!



A tal proposito, non credo di esagerare affermando che ciò, secondo me, contribuisce grandemente al fenomeno di disgregazione familiare cui si assiste di questi tempi; anche se, indubbiamente, l’influenza dei mass – media non può certo considerarsi l’unico fattore determinante. Essa si inserisce in un contesto più ampio, in quel processo di suggestione che può fortemente condizionare una società fatta di persone che, rispetto al passato, non sono più tanto inclini al sacrificio e che, nella maggior parte dei casi, non credono più, come una volta, nella famiglia e nei valori che ad essa si ispirano.

Dunque, una società che presenta già in sé delle voragini in cui è più facile che penetrino i condizionamenti negativi provenienti dall’esterno.


Infine, restano i programmi di intrattenimento, in cui il telespettatore cerca, per lo più, un ristoro dalle fatiche di ogni giorno e una strada per abbandonarsi anche al divertimento. A dire il vero, in alcuni casi, si tratta di trasmissioni che sono governate da superficialità e squallore. Ma, fortunatamente, non è sempre così. Infatti, vi sono diversi programmi che uniscono ad un sano intrattenimento anche dei contenuti.

Io, che sono calabrese e, spesso, seguo anche le trasmissioni in onda sulle reti locali, potrei portare come esempio di positività un programma che si radica nella realtà della mia Regione, il Pino Gigliotti Show, che menziono per la semplicità e trasparente simpatia del conduttore. Trasparenza…in un mondo, quello dello spettacolo, dove tutto, o quasi tutto, sembra artefatto.

Sono convinta che, se si vuole costruire qualcosa di positivo nella vita, ma anche nella società, chi sceglie di proporre al pubblico un dato programma, non può limitarsi a mettere in evidenza sempre e soltanto i guasti del nostro tempo.


Inoltre, la scelta dei programmi non deve rispondere soltanto alla logica del guadagno, ma dovrebbe essere più responsabile e lasciare spiragli di vita che edifichino e rinfranchino l’animo, nella consapevolezza delle ripercussioni che potrebbero aversi, altrimenti, nei giovani, nei bambini, ma anche negli stessi adulti.

Questi, dal canto loro, devono imparare a compiere una valutazione più obiettiva e critica nella scelta dei programmi per se stessi e per i propri figli.


In conclusione, è necessario che vi sia un atteggiamento costruttivo, non solo di chi propone il programma, ma anche da parte di chi ne è il destinatario.

E’ solo la mia opinione, ma spero che possa far riflettere qualcuno ed essere utile a contribuire, appunto, al processo di edificazione di una società migliore.

Laura Trocino (praticante avvocato)