Posted on

Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.

Perché, conoscersi e comprendersi, aiuta senz’altro a vivere meglio.

Un uomo può indossare ciò che vuole. Resterà sempre un accessorio della donna. (Coco Chanel)

Come abbiamo già avuto modo di studiare nella collana ”Le ragioni del Cuore”, il termine misandria(speculare di Misoginia)indica un sentimento di avversione ostilità e disistima delle donne nei confronti degli uomini. 

A tal proposito, la psicoanalisi parla di “complesso di Elettra”.

Questa definizione viene dal personaggio mitologico di Elettra, figlia di Clitennestra e Agamennone (ucciso, per mano di Egisto, amante di Clitennestra).

Scoperto il misfatto, Elettra si vendica facendo uccidere la madre.

Carl Gustav Jung, nel suo “Lineamenti della teoria psicoanalitica”, definisce il complesso di Elettra come la versione maschile del complesso di Edipo.

La figlia femmina, sostanzialmente (e in maniera speculare al figlio maschio) coltiverebbe nell’inconscio il desiderio di possedere il padre e, per questo motivo, entrerebbe in competizione con la madre.

Nella teoria psicoanalitica, questa fase fa parte del normale sviluppo infantile e si manifesta nel periodo che va dal terzo al sesto anno di età (definita “fase fallica”).

In questo arco temporale, il bambino e la bambina cominciano ad avere maggiore consapevolezza rispetto ai propri genitali e si scoprono “diversi”

Sostengono gli esperti che, per la bambina, la scoperta di non avere un organo genitale maschile, viene vissuta come una mancanza e, a questo punto, accadono eventi molto importanti:

  • lo sviluppo di una sorta di rancore nei confronti della madre ritenuta, in maniera inconscia, come la responsabile di tale assenza.
  • un interesse quasi morboso verso il genitore che possiede l’oggetto desiderato: ossia, il padre.

Mentre nel complesso di Edipo, il bambino non sopporta la presenza del padre, nel complesso di Elettra, è la bambina a volersi sostituire alla madre nei confronti del padre.

Inizia l’epoca dei giochi di imitazione, proprio allo scopo di conquistare il padre e vincere sulla madre: la bambina, infatti, indossa i vestiti e i gioielli della mamma, prova a truccarsi come lei e assume i suoi atteggiamenti.

Attraverso questo gioco, inconsciamente la bambina prova a realizzare il sogno di poter sposare il padre che vive (in quanto possessore di quell’organo genitale che, a lei, manca) come un simbolo di potere e verso cui mostra innamoramento e sottomissione.

A differenza dei maschi però, il complesso di Elettra possono non “risolversi” completamente perché, le sue dinamiche contribuiranno a formare la normale base della vita intima femminile.

La figura materna, come sempre, assume una importanza fondamentale, ponendosi, pazientemente, come oggetto positivo di tale identificazione, cercando di tollerare le gelosie della figlia.

I grandi Autori della psicoanalisi hanno descritto la figura paterna come un’iperbole d’amore e protezione inarrivabile contro la quale, ogni partner, spesso non può che perdere la sfida.

Se una donna si fissa un po’ troppo su questa idealizzazione però, correrà il rischio di attendere un “Principe azzurro” che non arriverà mai e finirà col restare in solitudine, nella convinzione di dover essere amata, indipendentemente dai propri comportamenti.

La differenza (fra il bene e il male), in questo caso, la determina il Padre.

Se, questo genitore (cioè il Padre), pretenderà un rapporto “esclusivo” e possessivo, con le proprie figlie, determinerà (in loro) delle fissazioni emotive che comporteranno stadi di sofferenza i quali si risolveranno nel tradimento e nell’odio verso figure su cui si proietterà l’immagine paterna.

Solo permettendo alle bambine (poi, ragazze e donne) di differenziare i propri affetti (partendo dal proprio Sé e, in seguito ripartendoli verso le figure più significative, anche sentimentali ed, eventualmente i figli) si consente loro di accedere a rapporti adulti e sani, più appaganti e meno ambivalenti.

Però, purtroppo, come sosteneva Oriana Fallaci, nella nostra Società ancora troppo possessivamente maschilista, non è facile l’emancipazione soprattutto emotiva, della figura femminile.

Il nostro, è un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini, la loro dittatura è così antica che si estende perfino al linguaggio. Si dice uomo per dire uomo e donna, si dice bambino per dire bambino e bambina, si dice figlio per dire figlio e figlia, si dice omicidio per indicar l’assassinio di un uomo e di una donna. (Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato)

Con la speranza e l’obiettivo di essere stato utile per conoscere sempre meglio chi incontriamo (soprattutto quando ci guardiamo allo specchio), vi do appuntamento alla prossima puntata, nella quale ci occuperemo delle varianti più negative del Narcisismo: masochismo, sadismo e narcisismo maligno

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *