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Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.

Perché, conoscersi e comprendersi, aiuta senz’altro a vivere meglio.

In questa cinquantatreesima puntata, ci occuperemo del Disturbo Schizoide di Personalità

Amare il prossimo, certo; ma anche il sole, come lo si ama? − là dov’è. Immaginate se si mettesse ad avvicinarsi. (Pierre Reverdy)

LA PERSONALITÀ SCHIZOIDE

Il termine schizoide nasce nel lontano 1916 per indicare la tendenza a ritirarsi nel proprio mondo interno, come una sorta di amplificazione abnorme e patologica dell’introversione.

La persona con disturbo schizoide, tende all’isolamento, evita il coinvolgimento in relazioni intime con altri individui, con l’eventuale eccezione dei parenti molto stretti.

Sul piano dell’osservazione clinica, si evidenzia una tendenza a vivere emotivamente in un “mondo proprio” rigidamente separato dal mondo esterno delle relazioni sociali, e l’idea che si ha di sé stessi (il “Sé”) è molto confusa e carica di incertezze.

ELEMENTI CHE AIUTANO LA DIAGNOSI

Il quadro è caratterizzato dal distacco dalle relazioni sociali e da una gamma ristretta di espressioni emotive, soprattutto nelle relazioni interpersonali, con inizio dalla tarda adolescenza.

  • Non si desiderano relazioni “strette” (neanche il far parte di una famiglia);
  • Quasi sempre si scelgono attività solitarie;
  • Si dimostra poco interesse per esperienze intime e sessuali con un’altra persona;
  • Non si prova piacere in quasi nessuna attività;
  • Non si hanno amici stretti o confidenti;
  • Si appare indifferenti alle lodi o alle critiche degli altri;
  • Si mostra freddezza emotiva, distacco e affettività appiattita.

Secondo quanto riportato nei testi del prof. Vittorio Lingiardi, alla base del disturbo paranoide, ci sarebbe una sorta di conflitto interno tra “vicinanza” e “distanza”, tra “amore” e “paura”, che sarebbe responsabile del disinteresse per l’intimità e dell’evitamento di ogni coinvolgimento interpersonale.

È come se si fosse vittima di un “dilemma irrisolvibile”: da un lato, la paura di non potere  avere un rapporto con un’altra persona e (al tempo stesso) dall’altro, la percezione  di non riuscire a farne a meno.

In questo modo, ci si sentirebbe perennemente esposti al rischio di “perdere”, o l’occasione di un incontro (che ci scaldi la vita), o sé stessi (per la conseguenza del rifiuto).

Si è, in pratica condizionati dalla convinzione che il sentimento d’amore sia pericoloso e distruttivo.

La paura dominante è quella essere “inglobati” e “schiacciati” nelle relazioni interpersonali che, potrebbero diventare asfissianti, per incapacità a sapere mettere limiti e confini.

Ovviamente, come per altre difficoltà, si tende a ricondurre anche questo problema a un fallimento dell’ambiente primario.

I meccanismi di difesa messi in campo (inconsciamente) sono: la scissione, la proiezione, l’identificazione proiettiva e il ritiro nella fantasia.

Il distacco emotivo, lo ritroviamo sia nelle personalità ossessive che in quelle narcisiste.

Tuttavia, nelle prime si vive un isolamento dell’affetto con conseguente sua “negazione” e, nelle seconde, si tende a conservare una immagine di sé grandiosa.

Nel disturbo schizoide, gli affetti si riconoscono ma, per i motivi precedentemente espressi, si preferisce ritirarsi, per paura di essere invasi, annichiliti, soffocati, inglobati

CAUSE

I fattori ambientali particolarmente incidenti, sono determinati dai rapporti che si instaurano con le figure genitoriali. Si è osservata una correlazione con un senso di rifiuto che la madre ha provato nei confronti del bambino e con un’infanzia priva di un adeguato calore affettivo

QUEL CHE RESTA DEL GIORNO

Alcuni autori hanno sagacemente individuato in alcune pellicole cinematografiche di grande impatto, spunti esemplificativi nei confronti dei disturbi di personalità.

Proviamo, quindi, a osservare queste interessanti analogie.

Nel 1993 esce, nelle sale cinematografiche, il film “Quel che resta del giorno” con Anthony Hopkins ed Emma Thompson. Regia di James Ivory.

La storia viene, di fatto, “narrata” dal protagonista James Stevens il quale, durante un viaggio nelle campagne inglesi, ripercorre, facendo un bilancio, i momenti più significativi della propria vita.

Stevens, negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, è l’impeccabile maggiordomo nella casa di Lord Darlington (un nobile Inglese, filogermanico), attraversando tutte le vicende (emotive e politiche) che lo circondano, con profondo distacco e senza alcun coinvolgimento visibile.

Secondo quest’ottica, Stevens è un valido esempio di soggetto schizoide, in quanto la persona affetta da questo disturbo non desidera relazioni strette, mostra un’affettività appiattita e un distacco emozionale, con la conseguenza di non avere quasi alcun amico .

L’universo di Stevens (interpretato da Anthony Hopkins ) appare completamente racchiuso attorno alle mura della villa nella quale lavora, mostrando insensibilità nei confronti delle persone che gli stanno attorno.

Neanche la presenza di una donna affascinante come  Miss Kenton (interpretata da Emma Thompson) riesce a far schiudere i suoi sentimenti. Solo sul finale, pur rimanendo incapace di esprimere qualsiasi slancio di affetto, si renderà conto di aver passato una vita intera chiuso in sé stesso.

… e forse allora vi è del buono nel consiglio secondo il quale io dovrei smettere di ripensare tanto al passato, dovrei assumere un punto di vista più positivo e cercare di trarre il meglio da quel che rimane della mia giornata. Dopotutto che cosa mai c’è da guadagnare nel guardarsi continuamente alle spalle e a prendersela con noi stessi se le nostre vite non sono state quelle che avremmo desiderato? (Quel che resta del giorno)

Con la speranza e l’obiettivo di essere stato utile per conoscere sempre meglio chi incontriamo (soprattutto quando ci guardiamo allo specchio), vi do appuntamento alla prossima puntata, nella quale ci occuperemo del Disturbo  di Personalità Schizotipico

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

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