Pubblicato su Lo SciacquaLingua
Vi siete mai chiesto/ti, cortesi amici, perché l’articolo di fondo di un giornale, soprattutto quello della pagina letteraria, si chiama elzeviro? No?
Ve lo “sveliamo”.
Si chiama così perché un tempo questo articolo era composto con caratteri di stampa inventati dalla famiglia olandese Elzevier che, dal 1592 al 1680 ad Amsterdam e a Leida, pubblicò molte opere latine stampate con caratteri molto nitidi, eleganti e piacevoli all’occhio.
Per estensione si chiama elzeviro una qualsivoglia pubblicazione stampata con particolare cura.
di Fausto Raso
Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.