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“Ho passato tutta la mia vita a lottare contro il Tempo, nel tentativo di sottrargli solo un millesimo di secondo. Non è quello che facciamo tutti? Rincorrere il Tempo per capire, forse, che il Tempo non esiste e che corriamo solo verso noi stessi. Mi chiamo Pietro Mennea: Sono un velocista”

Caro Mennea, per rendere l’idea di cosa tu abbia rappresentato nell’immaginario collettivo, si narra che una curiosa pubblicità automobilistica degli anni settanta, si fosse ispirata alle tue caratteristiche di fortissimo atleta.

Mini de Tomaso: guardatela bene di fronte perché, da oggi, la vedrete soprattutto da dietro

E, in effetti, non è mai stato facile “avvicinarsi” a te, caro Pietro Paolo Mennea, uomo più veloce del mondo sui 200 metri dal 1979 al 1996.

Perché, tu, vivevi come correvi e, sicuramente, correvi come vivevi.

Sempre con un traguardo da afferrare.

Per paura che dedicassi troppo tempo allo sport, al culmine di una lite fra me e lei, mia madre mi ruppe un bicchiere in testa. Quell’episodio mi aiutò a raggiungere 4 lauree e un diploma ISEF (Pietro Mennea)

Come tu stesso hai raccontato, fin da quando avevi poco più di 15 anni, su uno stradone di Barletta, sfidavi le Porsche e le Alfa Romeo 1750, che volavano come il vento.

Ma, tu, pur partendo come un  dolce zefiro, recuperavi con la potenza di un tornado. E vincevi. Sempre. Premio in palio, 500 lire per un buon panino o un film.

Probabilmente, hai tratto spunto da un personaggio di nome Ettore Fieramosca che, a Barletta (tua città natale), contro ogni pronostico, alla testa di altri 12 Cavalieri, sbaragliò umiliandoli in una disfida rimasta nella Storia, 13 Cavalieri Francesi.

E, con altrettanta probabilità, tuo padre (umile ma dignitoso sarto) ti ha cucito addosso una maglia da super eroe gentile ma, al tempo stesso, furiosamente determinato. E, all’interno, tua madre e i tuoi quattro fratelli hanno scritto: “Vinci anche per noi e per tutti quelli che non vengono messi nelle condizioni di ottenere quello che meriterebbero”

Mio padre mi disse che, un giorno, sarei diventato un grande campione dello sport ma che, comunque, non avrei mai dovuto smettere di battermi per la verità. (Pietro Mennea)

Il  “cursus honorum” inizia con il diploma ISEF di Cassino ottenendo il titolo, con lode, presso la sede di Napoli, nel 1975.

Continua con la tua prima laurea, sempre con  lode, a Bari, in Scienze Politiche  spinto in tale direzione addirittura da un personaggio come Aldo Moro, allora ministro degli Esteri.

Consegui, poi, anche le lauree in Giurisprudenza (sempre a Bari) Scienze Motorie e Sportive (a Chieti) e Lettere (a Salerno)

E trovi anche il tempo di innamorarti e di sposarti (nel 1996) con Manuela Olivieri, avvocato e giornalista.

Un uomo completo, quindi. E invece questo non è che l’antipasto di una incredibile esistenza

Tesserato per l’AVIS Barletta, inizi l’attività agonistica in competizioni organizzate dal Corriere dello Sport.

Ma è trasferendoti a Formia, sotto le cure di Carlo Vittori, che inizi la tua ineguagliabile carriera sportiva internazionale.

La tua Olimpiade di debutto è stata quella del 1972, a Monaco di Baviera, arrivando terzo nei 200 metri”, dietro due mostri sacri come Borzov e Black.

E, il primo “oro” lo conquisti negli Europei di casa, a Roma, nel 1974, sempre nei 200 metri.

E attraversi anche un periodo non particolarmente ricco di soddisfazioni (Montreal e Praga).

Come ci ha insegnato qualcuno, a far star male una persona ci vuole poco: basta una parola mal detta o mai detta, uno sguardo mal dato o mai dato.  A farla stare bene, invece, ci vuole molto più tempo.

Caro PietroMennea (tutto attaccato, perché il tuo nome si pronuncia “veloce”, come il tuo passo di gara), siamo esseri delicati e, chi sorride non sempre è felice, così come chi sta in silenzio a volte avrebbe molto da dire.

E quindi, nel 1979, in quanto studente di Scienze Politiche incidi il tuo nome alle Universiadi di Città del Messico.

Avevi l’ottava corsia. Era l’ultima occasione per l’oro. Eravamo tutti incollati alla tv. Eri, in quel momento, tutti noi. Ti stavi giocando la chance più importante della sua già prestigiosa carriera sportiva. In settima corsia, un americano partito alla grande, ti lascia indietro, sicuro di andare a vincere.

Dallo scorrere delle immagini, in TV, pensavamo che non ce l’avresti fatta. Al massimo un bronzo, già vinto in una precedente olimpiade. E invece, figlio del vento, novello Mercurio, trovasti un passo agilissimo e super veloce grazie al quale superasti tutti sul filo di lana. Primo!

Il tempo di 19″72 con cui hai vinto questi 200 metri piani, ha resistito (come record del mondo) fino al 1996

Dalla Storia, piano piano nella leggenda.

Dopo aver stabilito il record del mondo sui 200 metri, una sera vengo presentato a Mohamed Alì. Lui mi squadra da capo a piedi ed esclama: “Ma tu sei bianco!”

Io gli rispondo: “Si, all’esterno perché, dentro, sono più nero di te!”

Io devo prendermela con qualcuno per ottenere risultati.

E hai vinto anche a Mosca, ai giochi olimpici del 1980, sopravanzando Don Quarrie con non si sa quale surplus di energia vitale.

Potremmo continuare a lungo ma, invece, vogliamo ringraziarti per la grande lezione di vita che ci hai impartito nel momento in cui hai rifiutato la possibilità di forma di Doping non (allora) vietato

Ho capito che nella mia vita stavo cercando tutto tranne che quello (Pietro Mennea)

E così, come un suggestivo Borgo (coi suoi vicoli e la sua storia) ti sei riscritto infinite volte dimostrando che, le pagine del libro della nostra esistenza,  possono essere riempite con emozioni sempre diverse

Le persone si riscrivono in continuazione, e una volta che sei riuscito a leggere il loro libro, devi ricominciare da capo, perché il contenuto è cambiato. (Cit.)

Hai ottenuto contratti di insegnamento in più di una Università italiana e, insieme a tua moglie Manuela, hai creato, la “Fondazione Pietro Mennea” che, attraverso progetti specifici, effettua donazioni e assistenza sociale ad enti caritatevoli o di ricerca medico-scientifica, associazioni culturali e sportive.

E, a un uomo che lascia il segno, la Politica non può restare indifferente, per cui tra le varie attività del tuo mandato di Europarlamentare, sei stato il principale redattore del Rapporto sullo Sport, approfondendo l’argomento anche nel tuo libro “A volte occorre perdere”.

La tua popolarità ha raggiunto livelli tali, da essere stato citato in numerose canzoni e film del cinema

Nel brano di Samuele Bersani del 2002 “Che vita!” vieni citato insieme ad un’altra celebre atleta italiana tua contemporanea, Sara Simeoni, in due versi del ritornello:

Che vita!
Pietro Mennea e Sara Simeoni
son rivali alle elezioni

Ma non finisce qui

Nel marzo del 2012 Londra ti dedica una stazione della metropolitana.

Il 14 febbraio 2013 il cantautore romano Daniele Silvestri pubblica un “EP” dal titolo “Che nemmeno Mennea”, contenente un brano in cui canta: “quando chiami io corro da te, che nemmeno Mennea

Nel 2010, insieme alla tua consorte, ti occupi di difendere i risparmiatori italiani rimasti coinvolti nel crack della banca Lehman Brothers,

Ho vinto tanto da atleta, ma non si può vivere di ricordi. Ogni giorno bisogna reinventarsi, avere progetti ed ambizioni. Perciò, quotidianamente ho tante idee e sogni che voglio realizzare.

Caro Pietro Mennea, questa volta diamo respiro allo spazio fra nome e cognome perché, il tuo pancreas (che aiuta a “digerire” e a trasformare lo zucchero in energia), ti ha detto che era il momento di “andare”. A soli 61 anni.

Ci piace immaginare che, in qual momento, tu abbia chiesto: “dovrei avere paura?”

Sicuramente ti sarà stato risposto. “un uomo come te, certo che no!”

E, per celebrare il soprannome di “Freccia del  Sud” (come il treno che trasportava pendolari e speranze da Palermo a Milano) Trenitalia ti ha dedicato il “Frecciarossa 100” e, “ITA Airways”, uno dei suoi aerei.

Cari Lettori, vi preghiamo di perdonarci se abbiamo dato l’impressione di volervi trascurare, in questo editoriale. In realtà, vi abbiamo portato con noi, nei nostri pensieri e nelle nostre emozioni, immaginando considerazioni e domande quasi come se foste voi a suggerirle

Per ringraziarvi di questi spunti subliminali, vi invitiamo a seguirci in un ultimo “tuffo”: l’ascolto del brano di Paolo Vivaldi, colonna sonora della serie tv che ha celebrato il nostro Pietro Mennea.

Ascoltatelo socchiudendo gli occhi e provate e rivivere i passi più suggestivi della vostra vita: amori, dolori, speranze, delusioni…

Noi saremo, lì, con voi. Per arrivare, insieme, alla meta. In qualsiasi punto dell’Universo.

La Freccia del Sud

Bisogna volere l’impossibile, perché l’impossibile accada. (Cit.)

Enzo Ferraro – già Dirigente Scolastico, Letterato, Umanista, Politologo

Giorgio Marchese – Direttore “La Strad@”

Un ringraziamento ad Amedeo Occhiuto, per l’affettuosa collaborazione

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