Pubblicato su Lo SciacquaLingua
Due parole, due, sul verbo partire: molti lo adoperano alla francese con l’accezione di uscire, ripetendo l’uso del francese partir.
È un uso improprio, se non errato perché, come fa notare il linguista Giuseppe Rigutini, partire include sempre il fine di un viaggio.
Sbagliano coloro che dicono, per esempio, parto ora dall’ufficio, sarò da te fra un’ora. Dall’ufficio si esce, non si parte. Si parte quando si lascia una località per andare in un’altra. Diremo correttamente, quindi, domani partiremo da Cosenza per Reggio Calabria.
E sempre a proposito di partire, lasciamo al gergo burocratico l’espressione a partire da: a partire da domani gli uffici saranno chiusi al pubblico tutti i giovedì. Chi ama il bel parlare e il bello scrivere dirà: da domani o cominciando da domani o, ancora, da …
A cura di Fausto Raso
Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.