Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.
Perché, conoscersi e comprendersi, fa vivere meglio
In questa undicesima puntata, “l’angoscia, i conflitti di base e i meccanismi di difesa”
“La ricerca durante la quale nasce la persona, è raccontata, come meglio non si potrebbe, da un dipinto di Monet (“Il giardino”) il quale descrive quello stato umbratile dell’esistenza che segna il passaggio dall’infanzia all’adolescenza: sullo sfondo, si intuisce il vestibolo della casa e alcune figure femminili; l’ombra protettiva della casa prosegue in un folto giardino riparato da rami e foglie che fanno da schermo ai raggi del sole. Più avanti, in primo piano, il giardino si apre ed è investito in pieno dalla luce di mezzogiorno.
Al limite, tra la zona d’ombra e quella di luce, ancora incerto se procedere o tornare indietro (verso le ombrose stanze e le protettive presenze che le abitano), c’è il bambino: una figura delicata, una forma indefinita, una timidezza e, insieme, una curiosità tentatrice che emanano da tutta la persona. Quel bambino si sta cercando… ma ha presente quanto gli costerà uscire dall’ombra dell’indefinito alla luce piena del sole” (Eugenio Scalfari – Incontro con IO)
Questo particolare Incipit tratto a Incontro con l’IO, di Eugenio Scalfari, ci riporta ad alcuni concetti espressi nelle precedenti puntate.
Per capire chi abbiamo di fronte (anche quando ci troviamo allo specchio), è necessario valutare
• La “Forza” dell’IO (come elemento capace di guidarci nello scontro fra l’ES e il Super IO)
• L’angoscia e il conflitto di base;
• I meccanismi di difesa;
• L’apertura verso gli altri (le relazioni oggettuali)
• Il tipo di rapporto, fin da piccolissimi, con la propria madre, caregiver d’eccellenza (il modello di attaccamento) e la funzione riflessiva;
• Il Sé del soggetto;
• Le aree di funzionamento globale.
Dell’Io ci siamo già occupati.
Quest’oggi valuteremo, insieme, l’angoscia, il conflitto di base e i meccanismi di difesa
L’angoscia e il conflitto di base
Come abbiamo potuto capire fin dalla prima puntata del nostro ciclo di Mente e Dintorni, nessuno può considerarsi immune dall’incontro con l’Angoscia.
Possiamo concludere che, ogni organizzazione di personalità si distingue per la presenza di un’angoscia e di un conflitto di base.
La struttura psicotica di personalità si caratterizza per la presenza di un’angoscia di frammentazione e il conflitto di base si svolge tra i bisogni pulsionali (cioè quello che si vuole ottenere, senza valutare in alcun modo le responsabilità e le conseguenze) e la realtà.
L’organizzazione borderline presenta un’angoscia abbandonica (o anaclitica, caratterizzata da sentimenti di impotenza, solitudine, fragilità, paura di essere abbandonati e vulnerabilità di fronte alla possibile rottura delle relazioni interpersonali) e il conflitto di base è tra Es, Ideale dell’Io (il modello cui si vorrebbe narcisisticamente tendere, senza mai riuscirci completamente, proprio perché si tratta di un ideale) e realtà.
La struttura nevrotica è caratterizzata da un’angoscia di castrazione e il conflitto è tra l’Es e il Super-Io all’interno dell’Io, che si trova a dover mediare.
I meccanismi di difesa
La definizione più adeguata che si possa prendere in considerazione è la seguente: sentimenti, pensieri o comportamenti tendenzialmente involontari, che sorgono in risposta a percezioni di pericolo (come tentativo di adattamento e protezione).
Sono, come abbiamo già visto, funzioni dell’Io, che reagisce all’angoscia provocata dall’emergere di pulsioni provenienti dall’Es (aggressive e difficilmente “contrastabili”) o a stati emotivi penosi provenienti dal Super-Io (depressione, vergogna, senso di colpa, etc.) o, ancora, alla paura determinata da fattori ambientali.
L’angoscia e la paura segnalano un pericolo, proveniente rispettivamente dall’interno e dall’esterno, che è quello di perdere il controllo sugli impulsi stessi.
Se i meccanismi di difesa riescono a prevalere, l’angoscia non viene percepita.
Da tutto quanto espresso finora, si intuisce che i meccanismi di difesa sono prevalentemente inconsci. Tali “difese” difese possono essere classificate gerarchicamente, lungo un ipotetico continuum che procede da una profonda “immaturità” a una adeguata “maturità”.
Nel prossimo incontro ci approfondiremo nell’analisi della differenza che c’è e continueremo ancora meglio il nostro cammino di riconoscimento di chi ci troviamo di fronte. Soprattutto allo specchio
Per il momento possiamo salutarci con alcuni significativi versi del Poeta e Scrittore Franco Arminio:
“Ma se, d’improvviso, una sera ci guardassimo negli occhi, avremmo fatto un buon uso, un uso semplice e profondo di noi e del mondo. Le persone si incontrano per rinascere. Nascere, non basta mai a nessuno”
Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”
Appuntamento alla prossima puntata, nella quale tratteremo, in maniera più approfondita, i diversi e più comuni meccanismi di difesa
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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