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La “collana” sull’Amore che vi proponiamo, prende origine dall’Opera Omnia “Il sofferto bisogno di amare” e si offre come spunto per le brevi riflessioni video del canale YouTube “infinito presente”. Nessuna velleità di apparire come una guida per vivere meglio ma, soltanto, un’occasione per provare a ritrovare la via, incisa in ognuno di noi, che ci ha permesso di sorridere ogni volta che abbiamo incrociato gli occhi di chi ci ha amato veramente.

In questo settimo incontro: “AMORE CONSOLIDATO, O PERVERSIONE NELLA RELAZIONE?

“Ah, come poco indovinano gli uomini le condizioni dell’anima altrui, se non la illuminano, ed è raro, coi getti di un amore profondo”. (Giuseppe Mazzini)

Procedendo nella frequentazione, in base ad una serie di fattori (soprattutto il rapporto con la propria solitudine) che riguardano le identità di ciascuno dei partner, ritroveremo il “doppio binario”…

Uno dei principali fattori di collabimento (o di “scollamento”), nella coppia, è il rapporto con la propria solitudine

La solitudine, siccome ci sintonizza con le frequenze del nostro mondo interiore, costituisce un amplificatore di stati d’animo; di conseguenza, pur appartenendo a principi di Natura, ci fa consapevolizzare la paura di sentirci inadeguati a sostenere il dialogo con quella parte di noi che ritroviamo, ogni mattina, quando ci osserviamo in una sorta di specchio interiore che ci dice, esattamente, come stanno le cose. 

Ecco perché la solitudine, a certe condizioni, può diventare difficile da sopportare.

Sostanzialmente, quando non riusciamo a distrarci in compagnia di altre solitudini, se non abbiamo acquisito sufficiente conoscenza di noi (e, soprattutto, auto conciliazione) diventiamo preda di pensieri svalutanti, irritanti e conflittuali creati da quella parte del nostro Inconsapevole che, la psicoanalisi, chiama “Persecutore / Sabotatore interno” e che nasce dai fallimenti e dalle ferite non elaborate, con l’obiettivo di tenere la psiche in uno stato di reclusione: un po’ per paura e, in fondo, anche per un po’ di sadismo nato dai rimproveri svalutanti ricevuti fin da piccoli.

Per cui, la coppia, diventa un momento di solitudini condivise. L’importante, comunque, è che non diventi la stampella del non riuscire a star soli.

Ovviamente, per condividere con l’altro, la propria solitudine, è necessaria una adeguata maturazione personale che, a cascata, si riverberi nella relazione…

L’altro, infatti, potrà vivere la propria solitudine interiore, non solo come riflesso di una mancata relazione ma, anche, come solitudine personale insopportabile, se non si riesce a creare una relazione condivisa

Da piccolo, mi disturbava l’idea di imborghesirmi. Come ho descritto in altre pubblicazione, all’età di 13 anni, con due compagni di classe, fondammo una mini associazione eversiva (Il “Nucleo Sterminio Borghesi”) che, per fortuna (soprattutto nostra), si sciolse prima che combinassimo guai seri.

Fra le “orripilanti” possibili scelte borghesi che temevo più di ogni altra, c’era quella di “rinchiudermi” all’interno di un rapporto di coppia stereotipato. Senza più sogni nel cassetto.

Partendo dal principio che, nella lingua italiana, il termine coppia identifica due individui che condividono interessi e obiettivi, se vogliamo riferirci a due persone che si legano, anche, sul piano sentimentale, per ipotizzare quanto potrà durare la “frequentazione”, abbiamo la necessità di analizzare un po’ di elementi…

Ad esempio, dal momento che, con il termine “impegno”, intendiamo il lavoro da fare per costruire qualcosa di concreto, possiamo affermare che è necessario impegnarsi per creare le condizioni atte ad incontrare in maniera continuativa ed “esclusiva” un partner con il piacevole desiderio (che, secondo leggi di Natura è, in realtà, un bisogno “evoluto”) di costruire “qualcosa di più” di una semplice frequentazione anche se intima.

Perché accada una cosa del genere, potrebbe aiutare (anche se non è indispensabile) l’aver vissuto un certo numero di esperienze meno “impegnative” (anche se gratificanti) e basate sul rispetto reciproco, sulla correttezza e sulla maturità personale.

In questo modo si arriverà a capire qual è il limite di un rapporto di stretta e intima amicizia “senza nulla a pretendere”, rispetto alla possibilità di una donna (o un uomo) che si dedichino a noi e ci accolgano con piacere, anche quando non “ci facciamo annunciare”.

“Due esseri umani percorrono un tratto di strada insieme, per il piacere di condividere un progetto, una giornata di mare, una passeggiata… o, anche, un momento di tristezza. Un braccio cui legarsi quando si prova del dolore, trasforma le due solitudini in un fluido caldo che scorre all’interno degli angoli dell’anima. Può essere la tua memoria, la giornata che vuoi ricordare o anche il momento più difficile da dimenticare”. (Fernanda Annesi)

Molteplici sono le sfaccettature delle relazioni e delle interazioni, perché tantissimi sono i potenziali che concorrono e, indefinite, le produzioni emotive (peraltro, non ripetibili). Però, in linea di massima, due possono essere le possibili varianti di una coppia (escludendo, ovviamente gli incontri “occasionali”).

Volendo porci come osservatori del Sociale, proviamo ad analizzare come si evolvono (o involvono) le relazioni amorose, nel tempo in base, soprattutto, a come si intende (anche in maniera inconsapevole) il rapporto di coppia.

Volere o volare, potremmo racchiudere le diverse opzioni in due macroaree di modelli:

  • Coppia “pret a porter” (senza vera assunzione di reciproche responsabilità e una visione di obiettivi che, difficilmente, si orienta oltre il breve periodo)
  • Coppia sartoriale (che tende alla costruzione di un rapporto di maggiore stabilità, con una visione prospettica di obiettivi a medio – lungo periodo)

In una coppia che potremmo definire “pret a porter”, non sono importanti i fattori specifici sui quali si fondano le regole (non scritte) prodromiche della costruzione di un Amore e la frequentazione che, in questo caso, difficilmente sarà continuativa e, ancor più difficilmente, prevederà il concetto di solidarietà reciproca. Questi elementi potranno riguardare, di volta in volta, un dialogo più o meno costruttivo, dei sentimenti di amicizia, una passione più o meno intensa, che duri nel tempo. D’altronde, non essendoci obblighi, ci si incontra solo alle migliori condizioni di entrambi e solo quando, entrambi, ne hanno voglia.

In una coppia che tende alla costruzione di un rapporto di maggiore stabilità, invece, prevalgono aspetti più profondi che, a certe condizioni (maturità e validità di entrambi i partner), sono fattori incubatori di un “piacere globale”, in una “casa comune”, con progetti di vita insieme e a lungo termine. Dal momento che si punta a conoscersi a fondo (uscendo dall’egocentrismo personale e aprendosi alle esigenze dell’altro), un simile rapporto può essere paragonato a un abito su misura, costruito pian piano… in maniera unica e irripetibile.

L’AMORE SECONDO EINSTEIN

“Io non pretendo di sapere cosa sia l’amore per tutti, ma posso dirvi che cosa è per me: l’amore è sapere tutto su qualcuno, e avere la voglia di essere ancora con lui più che con ogni altra persona. L’amore è la fiducia di dirgli tutto su voi stessi, compreso le cose che ci potrebbero far vergognare. L’amore è sentirsi a proprio agio e al sicuro con qualcuno, ma ancor di più è sentirti cedere le gambe quando quel qualcuno entra in una stanza e ti sorride.” (Albert Einstein)

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

Arrivederci alla prossima puntata, dal titolo “I motivi per restare insieme”

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