Pubblicato su Lo SciacquaLingua
Ho notato che in molte voci è riportato il termine “Psicanalisi”, tuttavia da un punto di vista tecnico storico e teorico non sarebbe più opportuno sostituirlo con il termine PsicOanalisi? Spero prendiate in considerazione la mia segnalazione poiché nelle facoltà di psicologia di orientamento psicoanalitico questa è considerata una grave svista.
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Risposta degli esperti:
Vero è che il tedesco originario è Psychoanalyse ma in italiano, per la forte mediazione di prestigio del francese, in cui la forma corrente era (ed è) psychanalyse (così anche nei derivati psychanalytique, psychanalyser), psicanalisi (e derivati) contende ancor oggi le occorrenze, senza scandalo, a psicoanalisi (e derivati).
Probabilmente in tempi recenti, in àmbito specialistico, psicoanalisi (con i suoi derivati) è coonestato nell’uso dalla forte pressione delle corrispettive voci inglesi (con -oa-), poiché sappiamo quanto la lingua inglese sia diventata la lingua principe della comunicazione ufficiale e della trattatistica e ricerca scientifica e accademica internazionali.
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Per il titolare del portale (Lo SciacquaLingua la forma “psicanalisi” è corretta quanto “psicoanalisi” , anzi la maggior parte dei vocabolari attesta/attestano il termine ritenuto errato (una “grave svista”) come prima occorrenza. Questo perché — senza ricorrere a “giustificazioni” anglo-germano-francesi — il termine, accolto nella lingua italiana, ha subìto la cosi detta crasi (‘fusione’, ‘mescolanza’), ossia la “o” di psico è stata assorbita (fusa) dalla “a” di analisi. Qualche esempio: fuoriuscita/fuoruscita; giuoco/gioco.
A cura di Fausto Raso
Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.