Qualche commento sulle vicende di una banca che avrebbe dovuto rappresentare una “cassaforte” di sostegno per l’economia della Calabria.
Comindustria ha acquisito da circa 1 anno , il 75% della proprietà di Carime , già Cariplo e prima ancora vecchia Cassa di risparmio di Calabria e di Lucania ; tutti questi trasferimenti sono avvenuti secondo procedure di acquisto e/o modalità di assorbimento inusuali , col consenso tacito della Banca d’Italia , certamente non estranea alla vicenda , e col silenzio assai preoccupante della autorità giudiziarie , a cui è stato chiesto più volte di far luce sull’intera vicenda in relazione a presunti debiti e passività – in realtà- gonfiati per favorire l’acquisto a minor prezzo della grande macchina , già ahimè da rottamare attraverso l’impoverimento delle funzioni delegate alla periferia , la delegittimazione della classe direttiva , l’accentramento delle funzioni nelle mani di pochi e quel che più conta violando le più elementari norme contrattuali ( 1° caso in Italia )
In materia di mobilità, part-time , reperibilità, pagamento delle indennità straordinarie , fondo pensione , polizza sanitaria e quanto più altro
il tutto a danno dei lavoratori, i quali già da qualche tempo prendevano coscienza della perdita di importanti fette di mercato a causa dell’assenza di strategie aziendali (a tutt’oggi Comindustria si guarda bene dal rendere noto il Progetto industriale )in grado di soddisfare la clientela offrendo prodotti e servizi adeguati allo sviluppo locale per attuare la tanto magnificata politica di rilancio del credito e delle risorse umane sul territorio , così da riequilibrare- è questa la vera Nota Dolente -il costo del denaro tra le aziende del Sud e quelle del Nord , senza dover “rinunciare” all’impiego sul territorio del denaro raccolto al Sud , o ad una politica di assunzioni in una Calabria che registra i più bassi livelli occupazionali e che è sempre più ai margini quanto a legalità giustizia e trasparenza .
Dott.ssa Nunzia Barzan Rapp.te di Italia dei Valori