Pubblicato su Lo SciacquaLingua
Si chiama “francesismo” ─ secondo il vocabolario Treccani (in rete) ─ ogni «Parola, locuzione o costruzione sintattica francese introdotta in altra lingua, sia nella forma originaria, come cachet, garage, sia con un adattamento strutturale, come per es., in ital., blusa, lavaggio (e moltissime altre parole in –aggio), d’abitudine (per di solito), ecc. Meno com., usanza propria dei Francesi».
Il nostro idioma abbonda di francesismi “travestiti”, cosí chiamati perché hanno assunto una veste italiana. Chi scrive non condanna i termini francesizzanti (entrati, ormai, nell’uso); consiglia, però, di farne un uso parco e di sostituirli, ove possibile, con vocaboli schiettamente italiani.
Vediamo, dunque, piluccando qua e là tra le varie pubblicazioni, alcuni francesismi (in parentesi i corrispettivi termini “italiani”): avevo il portafogli nella tasca del gilè (panciotto, corpetto) ma ora non lo trovo piú; in questo negozio si vendono prodotti all’ingrosso e al dettaglio (al minuto); ciò che cerchi si trova nel tiretto (cassetto) a sinistra; il documento è privo del timbro (bollo) dell’ufficio che lo ha redatto; il giovanotto era privo di risorse (mezzi) per sopravvivere a lungo; prima di uscire assicurati che il rubinetto (chiavetta) dell’acqua non perda; questo libro è ricco di vignette (illustrazioni); raccontami tutto, soprattutto i dettagli (particolari); perché vuoi azzardare (arrischiare) tanti soldi in un’impresa incerta?; la giovane attrice debutterà (esordirà) la prossima settimana al teatro “La Rosa”.
A cura di Fausto Raso
Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.