Al termine del periodo festivo, si avverte la necessità di ritornare ad assumere un corretto stile di vita, in particolare quello alimentare. Come poter, dunque, depurare il fegato da ogni eccesso? Preposta a ciò è la curcuma, che è alla base della preparazione del Curry, una pianta molto utilizzata nella cucina indiana, che offre molti benefici per la salute.
Gli effetti positivi della curcumina, il suo agente attivo, oltre a quelli disintossicanti, sono stati riconosciuti anche in casi di importanti patologie oncologiche, (cancro al seno, ai polmoni, al colon), al punto da diventare oggetto di studi scientifici di notevole rilevanza. Questi ultimi riconoscono che questa spezia sia piena di antinfiammatori e antiossidanti.
Oltre all’azione antinfiammatoria e antiallergica, ad essa è stata riconosciuta una potente azione di prevenzione per malattie come il morbo di Alzheimer e di Parkinson.
È sorprendente che questa pianta, i cui effetti sono ampiamente segnalati sulla letteratura medica (Jagetia GC et al, J Clin Immunol. 2007 Jan;27(1):19-35. Epub 2007 Jan 9) potrebbe essere utile sia per prevenire, sia per curare alcune malattie neurologiche.
Inoltre sarebbe un rimedio per niente costoso, perchè l’utilizzo alimentare della curcuma caratterizza le abitudini quotidiane di numerose culture, come quella Indiana, in cui appunto l’incidenza dell’Alzheimer è tra le più basse al mondo. Tuttavia, come si evince da una ricerca su Medline inserendo le voci “Curcuma” e “Alzheimer”, sulle sue proprietà sono stati svolti soltanto 6 lavori scientifici nel mondo, dal 2001 al 2007, contro i 9206 evidenziabili, invece, se si inseriscono nelle chiavi di ricerca i termini “Alzheimer” e “Farmaci”.
Infatti, per la cura dell’Alzheimer si preferisce utilizzare farmaci che, spesso, hanno un elevato costo. E’ risaputo che la Curcuma non è brevettabile e che l’industria non contempla la possibilità di fornire soluzioni derivate da sostanze alimentari. I farmaci sono più gestibili, sia in ordine all’aspetto commerciale, sia sul piano del metodo.
Nel frattempo, però, potremmo gustare un buon risotto al Curry, pur sempre a base di curcuma, aggiungendo un po’ di pepe nero, in modo tale da aumentare la biodisponibilità della curcuma stessa di almeno 1000 volte, e anche un po’ di olio, per facilitarne l’assorbimento!
Biologa Nutrizionista