In occasione del “Palio del Principe”, manifestazione storico-culturale di origine rinascimentale che si celebra ogni anno in un paese dell’entroterra cosentino, abbiamo incontrato alcuni dei promotori e protagonisti dell’iniziativa.
Sotto il cielo stellato di fine giugno e nella cornice suggestiva dell’antico casale della famiglia Fasanella, sito in Bisignano, già appartenuto ai Principi Sanseverino
abbiamo rivolto alcune domande
a Mons. Luigi Falcone, presidente del Comitato “Il Palio”,
che è un centro studi, promotore di iniziative culturali miranti alla riscoperta delle tradizioni e della storia, tra queste, quella legata al Palio del Principe che rievoca la storica visita effettuata da Carlo V d’Asburgo nel 1535 a Pietro Antonio Sanseverino, IV principe del Principato di Bisignano;
al dott. Francesco Fasanella;
al sindaco di questo paese in provincia di Cosenza, dott. Rosario d’Alessandro.
Ogni anno, infatti, in Bisignano, l’ultima settimana di giugno vengono organizzati, con estrema cura e fedele riproposizione dei fatti storici, il torneo del Palio, giostra cavalleresca tra i rioni storici della città ed, inoltre, festeggiamenti in atmosfere rinascimentali con musica, balli, canti e sapori con i piatti tipici dell’antica tradizione culinaria della “Fiera di Soverano”.
D. Mons. Falcone, come mai queste iniziative e quali sono gli scopi?
R. Il primo scopo è quello associativo, cioè creare un’associazione che sappia trasmettere dei valori, quindi accanto alla ricerca storica c’è anche il piacere dello stare insieme attraverso i principi cristiani del rispetto reciproco, inoltre la storia ci ha dato la possibilità di scoprire le origini del nostro passato e di guardare al futuro con una maggiore consapevolezza di ciò che c’ha preceduto.
D. Cos’è il “Palio del Principe” e quali sono le sue origini storiche?
R.Il Palio rinasce nel 1991, rinasce cioè dalla tradizione dei Sanseverino che fino a tutto il 1800 ebbero l’abitudine di ricevere persone a corte e di dare grandi feste, cioè un modo per loro di dimostrare di poter stare al pari delle grandi famiglie del Regno che erano sette. Pertanto, ciò che rievochiamo stasera risale al 1535, quando Carlo V d’Asburgo, imperatore di Spagna, si reca a Bisignano per far visita a Pietro Antonio Sanseverino, IV principe di Bisignano. In quell’occasione furono effettuati grandi preparativi e solenni festeggiamenti, con tornei cavallereschi, appunto il Palio, e battute di caccia. Inoltre, furono invitati a corte poeti, musici e lirici, i Sanseverino, infatti, amavano la musica, la letteratura, la poesia e la loro Corte era un cenacolo per artisti e letterati.
D. Dal convegno organizzato, sempre nell’ambito di questa settimana dedicata ai festeggiamenti del Palio, è emerso che i Principi Sanseverino di Bisignano erano una delle famiglie più antiche e nobili d’Italia, derivanti dall’omonimo ceppo salernitano, una cioè delle più grandi Case del Regno di Napoli ed infatti avevano la dimora anche a Napoli….
R.Si, i Principi di Bisignano avevano un palazzo anche nella città partenopea e poi, alla fine del 1700 quando i Firrao, principi di Luzzi si estinguono in casa Sanseverino, essi acquisiscono anche il loro palazzo, sempre in Napoli. Erano intestatari di un principato che era il più importante del Sud, quello di Bisignano e la caratteristica di questo feudo era che si trattava di uno Stato compattato, unito, infatti quasi tutta la Calabria settentrionale, parte della Puglia e della Lucania era parte integrante del principato di Sanseverino.
D. Quando ha inizio la loro dinastia e quando, invece si estingue?
R. Ha inizio nel 1462 e termina nel 1806 quando i francesi dichiarano decaduta la feudalità, in quell’occasione i Sanseverino si ritirano a Napoli, anche se mantengono a Bisignano numerose proprietà. Alla fine dell’ottocento, sei sorelle Sanseverino portano all’estinzione della dinastia e l’ultima sorella che eredita tutti i titoli, sposa il Marchese Costa e, successivamente, con decreto legge viene aggiunto il cognome Sanseverino di Bisignano al cognome Costa ed attualmente i principi di Bisignano sono Costa Sanseverino di Bisignano, tuttora viventi, uno è ambasciatore e l’altro è alla Comunità Europea a Bruxelles.
D. Qual è il rapporto tra questa festa, queste tradizioni ed ed il popolo di Bisignano?
R. Da quasi un ventennio c’è stata una riscoperta da parte della cittadinanza di questo passato e si stanno rivalutando gli aspetti positivi del periodo feudale.
D. Quali sono le tradizioni culturali di Bisignano recuperate dal comitato oltre quella relativa al Palio?
R. Le serate popolari dedicate a metà febbraio alla festa di S. Valentino con le serenate, che si traducono in eventi musicali e poi c’è la riscoperta del presepe nelle famiglie e nelle chiese. Inoltre, come tradizioni legate al Natale ci sono i fuochi ed i zampognari per dare serenità nella paesanità alle tradizioni che rischiano di essere globalizzate.
D. E poi ci sono i maestri liutai, i De Bonis, che tengono alte le tradizioni musicali in Bisignano ed a livello internazionale con i loro strumenti….
R. Sicuramente..
Ringraziamo Mons. Falcone per la sua testimonianza.
D. Dott. Fasanella, in occasione di questa festa dedicata ai principi Sanseverino, ci troviamo suoi ospiti, visto che il casale, teatro della festa, appartiene alla sua famiglia, ma ancor prima ai principi di Bisignano…..
R. Si, infatti questo casale è passato dai Sanseverino ai Fasanella attraverso un’atto di vendita dei primi dell’ 800, l’acquirente fu Giuseppe Fasanella, cortigiano dei principi. Dal quel momento è stato portato avanti come azienda agricola. Nel territorio di Soverano, detto anche “Suberano” che dà anche il nome al casale, si svolgeva anticamente una famosa fiera di artigiani e di bestiame e, proprio nell’azienda della mia famiglia venivano ospitati artigiani, orafi, musici e maestri vasai. Pertanto, con le celebrazioni odierne, le tradizioni di questa terra si rinnovano e rendono famoso il borgo di Piano e tutto il paese che è legato alla storia dei Sanseverino.
D. Quali sono state le iniziative delle ultime generazioni dei Fasanella rispetto a questo casale?
Negli ultimi anni, oltre alla fiera ed all’allevamento del bestiame, ci siamo rivolti all’agricoltura biologica, in particolare al frumento biologico, poi agli uliveti, alla produzioni di fichi ed alla selvicultura.
Una parte dell’azienda è oggi concepita come azienda agrituristica in sviluppo, attraverso anche gli aiuti della Regione. Ad occuparci dell’azienda siamo io e mio fratello. Si tratta di un’azienda giovane nella riscoperta delle colture antiche. Di innovativo c’è poco, stiamo, infatti, tornando alle colture di un tempo con assenza di pesticidi, di concimi, il tutto avendo di mira il rispetto dell’ambiente.
D. C’è stata anche ultimamente l’approvazione di una direttiva comunitaria di riforma della politica agraria relativamente al biologico….
R. A livello regionale, però, non si è seguito l’indirizzo europeo per le colture biologiche e questo rallenta molto lo sviluppo in questa direzione. Molte aziende che aveveno puntato sul biologico hanno dovuto fare marcia indietro, i costi e gli oneri superavano di gran lunga i guadagni.
D. Quindi, vanno sottolineate le iniziative della famiglia Fasanella che cercano di contribuire alle tradizioni ed allo sviluppo di questo territorio e di Bisignano, il cui punto di forza è la storia, ma allo stesso tempo la voglia di andare avanti.
Grazie dott. Fasanella.
D. Dott. d’Alessandro, lei come primo cittadino di Bisignano, ci può narrare le origini storiche di questo paese e quale importanza ha rivestito e riveste nel Sud d’Italia?
R. Bisignano ha una storia molto antica che risale alle guerre puniche, come ci riporta lo stesso Tito Livio. La sua storia prosegue, poi, durante l’epoca bizantina caratterizzata da molte personalità di questo paese, ed ancora, tra il XII ed il XIII secolo, in cui godette della sua libertà municipale. Di questo periodo si ricorda la figura di Simone da Bisignano, famoso giurista e letterato.
Anche durante il periodo degli Angioini e degli Aragonesi, la città fa la sua parte fino ad arrivare alla casata dei Sanseverino che ha inizio nel 1461 con Luca Sanseverino. Da quel momento diviene il capoluogo di un importante principato. Da non dimenticare che, inoltre, fu sede diocesana con la cattedra episcopale; nel 1600, infatti erano presenti sei monasteri maschili ed uno femminile. Pertanto, Bisignano in quel periodo si colloca come il più importante paese della Valle del Crati.
D. Che significato hanno le feste, come quella odierna, che puntualmente ritornano di anno in anno?
Potrebbero sembrare a chi non si sofferma a lungo, solo la riproposizione di feste folcloristiche, ma ogni anno noi riproponiamo anche un convegno storico che ripercorre di volta in volta, per fare un esempio, la storia dei Bizantini, dei monaci benedettini, dei principi Sanseverino.
Quest’anno il tema del convegno ha riguardato il tardo Rinascimento nell’Italia Meridionale e la tradizione musicale e teatrale alla Corte dei Principi Sanseverino di Bisignano.
D. A Bisignano, poi, l’altra grande tradizione riguarda quella musicale……
Si, questa rappresenta l’altra grande faccia del paese, non solo però come produzione liuteristica, cioè di strumenti musicali di grande pregio, ma anche come vera e propria produzione musicale. Un grande madrigalista di metà del ‘500 fu, per esempio, Giovambattista Melfio.
D. Quali sono i progetti per questo paese?
I progetti futuri, per certi versi, sono relativi sempre alla riscoperta ed alla celebrazione delle tradizioni storiche in tutti i campi e, poi, c’è la necessità di progredire e di migliorare, in quest’epoca di globalizzazione, tutti gli aspetti legati al sociale, ai servizi, in modo che Bisignano sia non solo una città del passato, ma una città del futuro.
Si ringrazia anche il Sindaco per il suo contributo storico-culturale.
Maria Cipparrone de La Strad@