Pubblicato su Lo SciacquaLingua
Vivevano una volta, nel Regno dei Respiri, due cugini con radici comuni, ma personalità molto diverse: Inspirare e Ispirare. Ambedue provenivano dal latino ‘in-’ (dentro) e ‘spirare’ (soffiare, respirare), ma mentre uno si dedicava al corpo, l’altro parlava all’anima.
Inspirare aveva una natura concreta. Il suo compito era semplice, ma vitale: insegnare agli uomini a inspirare aria per vivere. Per lui, il gesto di respirare rappresentava la vita, l’energia che riempiva il corpo. Amava mettersi in luce nei momenti di fatica: quando un atleta si fermava per inspirare profondamente dopo una corsa, o quando un lavoratore prendeva un attimo per inspirare aria fresca dopo una giornata molto impegnativa. Questo gesto fisico era la base della forza e della sopravvivenza.
Dall’altra parte, il cugino Ispirare era il sognatore, colui che accendeva l’immaginazione e stimolava la creatività. Amava la bellezza delle emozioni e l’intensità delle idee. Si presentava nei momenti magici: quando un pittore, osservando un tramonto dorato, trovava l’ispirazione per creare un quadro straordinario; o quando un musicista, ascoltando la melodia del vento tra gli alberi, iniziava a comporre una nuova sinfonia. Ispirare era, insomma, il soffio dell’arte, il nutrimento dell’anima.
Un giorno di primavera, sotto il cielo stellato del Regno dei Respiri, Inspirare disse al cugino: “Io porto vita al corpo, ma tu dai un senso al cuore. Se le persone imparassero a distinguerci – perché spesso ci ritengono delle varianti – capirebbero quanto siamo entrambi essenziali.” Ispirare rifletté, a lungo, e aggiunse: “Quando una persona respira profondamente, si prepara a vivere; quando sogna, si prepara a creare. Noi siamo le due facce di uno stesso spirito.”
Con il trascorrere del tempo, nel Regno dei Respiri, le persone impararono che inspirare era il gesto che le manteneva vive e piene di energia, mentre ispirare era il soffio che le rendeva creative e capaci di trasformare il mondo. Ogni respiro profondo diventava un passo verso l’ispirazione, e ogni ispirazione si nutriva del respiro della vita.
Così, i due cugini continuarono a camminare sempre insieme, insegnando agli uomini che mentre inspirare riempie il corpo, ispirare accende l’anima. Nel loro equilibrio risiedeva la magia di un’esistenza completa.
A cura di Fausto Raso

Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.