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Oltre ai canili, esistono anche i gattili che possono essere pubblici o gestiti da volontari animalisti, quindi privati. Se pubblici, spesso (come avviene nel canile municipale di Donnici a Cosenza) sono annessi ai canili sanitari che in Italia sono gestiti dall’Asl, nel senso che un’area della struttura del canile sanitario è destinata al ricovero dei gatti raccolti per strada perché randagi o feriti. Qui ricevono le cure e poi vengono dati in adozione a cura delle associazioni animaliste che collaborano con la struttura.

In altre regioni d’Italia, soprattutto al nord, esistono dei veri e propri gattili pubblici, cioè delle strutture destinate solo al ricovero ed alla custodia dei gatti, pertanto lo spazio per loro è molto più ampio e ci possono stare molti più gatti. Di solito si tratta di una struttura chiusa suddivisa in reparti a seconda delle condizioni di salute degli animali, un reparto d’isolamento per i felini contagiosi, un ambulatorio veterinario dove poter provvedere alle cure, una zona dove preparare i pasti.

I gattili privati, invece, appartengono a soggetti privati, di solito associazioni animaliste che, tramite i soci si dedicano alla gestione della struttura accudendo i gatti presenti. In questo caso per poter essere a norma devono ricevere le autorizzazioni dell’Asl, e quindi attenersi alle norme regionali per le misure delle gabbie, dei locali, per l’ambulatorio etc. In questo caso, il gattile deve fare una convenzione con un medico veterinario privato.

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