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Pensieri, emozioni, stati d’animo di adolescenti (gli alunni dell’IIS “Lucrezia della Valle” di Cosenza) dedicati ai propri nonni, “testimoni del passato, garanzia del presente ed eredi del futuro”.

Cara nonna, anche se lo sai già, perché te lo ripeto sempre, ti ricordo che ti voglio un bene grande, grande come il mare, come il cielo.

I momenti che trascorriamo insieme mi riempiono di gioia.

Ogni volta che vengo a casa tua, specialmente quando mi racconti tante cose di te e anche di me, di quando ero piccola, non vorrei mai tornare a casa mia. Per fortuna, abitiamo vicine e io posso venire spesso.

Mi hai insegnato tante cose che non sapevo fare e adesso, come dici anche tu,  le ho imparate talmente bene che non dimenticherò mai come si fanno.

Grazie a te, ho imparato anche a curare il giardino, a prendermi cura del tuo cane, del nostro cane, perché adesso è un po’ anche mio.

Ho imparato a distinguere i cetrioli dalle zucchine, a capire quando i pomodori sono buoni e dolci e quando, invece, sono ancora poco maturi.

Quando andiamo a fare la spesa, io mi diverto perché, oltre a spingere il carrello, per non farti sforzare, scelgo anche le cose che mi piacciono di più, come, ad esempio, le merendine al cioccolato. Mi dici sempre, però, che i dolci del supermercato sono ricchi di conservanti e che sono molto più genuini quelli fatti in casa.

Lo sai che vado matta per la ciambella che prepari tu, ma ogni tanto mi viene voglia di quelle brioscine e tu, qualche volta, me le compri. Ormai nel supermercato mi conoscono tutti, perché mi vedono sempre insieme a te e poche volte con mamma.

Mi dici sempre che quando ero più piccola, mi tenevi stretta la manina, per paura che qualche automobile potesse investirmi. Adesso, invece, sono io che ti voglio tenere la mano mentre attraversiamo la strada, perché ho paura che qualcuno possa di nuovo scipparti la borsa. Che paura che hai avuto quando hai subìto lo scippo, nonna! Eri diventata bianca in viso e tremavi! Io gridavo disperata quando sei caduta a terra.

Poi, per fortuna, il signor Gennaro ti ha aiutato ad alzarti da terra e ti ha fatto sedere su una sedia del bar. Quanti ricordi, nonna…belli, ma anche tristi, come quello dello scippo.

Quel giorno, appena ti sei ripresa da quel brutto spavento,  dicevi che nella borsa, oltre ai soldi, c’erano le foto di quando noi eravamo piccoli e anche quella di nonno.

Se ripenso a quel giorno, ho paura che possa succederti qualcosa, che tu ti possa trovare in qualche situazione di pericolo! Spero che Dio non permetterà mai una cosa del genere, che ti protegga sempre e che ti farà vivere ancora per lungo tempo! 

Maria Giovanna (14 anni)

A cura di Maria Felicita Blasi

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