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Pubblicato su Lo SciacquaLingua

Chissà quanti amici lettori, non più molto giovani, ricorderanno i rimproveri degli insegnanti se pronunciavano gratuìto (con l’accentazione sulla “i”).

Per i docenti dell’epoca era un granciporro e, in quanto tale, andava censurato, soprattutto se qualcuno, nello scrivere, segnava l’accento grafico sulla predetta vocale. Bene, amici, anzi male, perché gli insegnanti condannavano un errore inesistente.

Era, insomma, una baggianata scolastica, come tante altre, tipo “scancellare”, ritenuto errato o accentare il pronome sé seguito da stesso o medesimo.

Gratuìto, dunque, non è affatto errato. Il lessema in oggetto “gode” di due pronunce: una alla latina e una alla greca. Si può dire, quindi, tanto gratùito quanto gratuìto.

Chi scrive,  però, “plagiato” dalla scuola, non riesce a dire gratuìto. Ma, ribadiamo, non è affatto errato. E la prova provata sta nella divisione sillabica, che può essere sia gra|tùi|to sia gra|tu|ì|to. La prima divisione si rifà alla pronuncia greca, la seconda alla latina.

Cari amici, vicini e lontani – come amava dire il presentatore radiofonico Nunzio Filogamo – dite (e scrivete) pure, se vi piace, gratuìto e mettete alla gogna se qualcuno oserà correggervi.

A cura di Fausto Raso

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