Posted on

Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.

Perché, conoscersi e comprendersi, aiuta senz’altro a vivere meglio.

In questa quarantatreesima puntata, ci occuperemo del “Transfert nelle personalità più problematiche”

Conoscere la propria oscurità, è il metodo migliore per affrontare le tenebre degli altri (CARL GUSTAV JUNG)

Questa bella spiegazione di C.G. Jung, ci dà il coraggio necessario per scendere nelle viscere di quell’inconscio messo un po’ a soqquadro dal meccanismo che abbiamo imparato a conoscere col nome di transfert.

Se fino adesso ci è bastato mettere un impermeabile (magari imbottito) per fronteggiare le intemperie provenienti dalle conflittualità delle personalità tutto sommato accettabilmente in equilibrio, da questo momento in poi, avremo bisogno di protezioni più significative per non restare travolti dal potenziale esplosivo di organizzazioni di personalità decisamente più complesse, sul piano conflittuale (e clinico).

Un’automobile può essere “guidata” (sulle strade di tutti i giorni sfruttando ogni sistema di assistenza elettronica) o “pilotata” (nelle piste più performanti, da “conduttori” preparati che si confrontano, senza sconti, con la brutalità del mezzo meccanico).

Qualcosa di simile, accade nella dinamica Transfer / Controtransfert

Se, per l’analista, questo si traduce nella capacità di assorbire le violente angosce dell’analizzato e di restituirle il più possibile “libere” dalla percezione di frammentazione e di possibile “deragliamento”…

all’interno di una comune (anche se significativa) interazione dialettica, si dovrà cercare di schivare le bombe elettromagnetiche provenienti dalle radiofrequenze “tossiche” (perché, la Scienza, ha dimostrato che, il cervello, è un’emittente di onde radio), cercare di capire cosa si attiva dentro di sé (come risposta e motiva) e tentare di filtrare le proprie reazioni, evitando la determinazione di “alterchi” interpersonali.

Transfert psicotico e borderline

Alcune delle forme di “transfert erotizzato” cui si è fatto cenno nelle puntate precedenti, (soprattutto quelle con un contenuto emotivo più intenso), potrebbero afferire all’interno di un transfert psicotico.

Freud riteneva impossibile l’attuazione di un transfert da parte di personalità psicotiche  e narcisistiche “problematiche”, perché il problema da cui si è scaturito l’ambito clinico, è iniziato in un’epoca anagrafica antecedente a quella in cui ci si apre al mondo esterno (relazione d’oggetto).

Procedendo negli studi, gli autori più a noi contemporanei, ci hanno spiegato che il funzionamento dell’Io (il rapporto con la realtà; la tolleranza della frustrazione; la capacità di giudizio; il rapporto con il Super-Io) è sviluppato in modo così incompleto che il soggetto tende a non percepire che il terapeuta gli ricorda un genitore di riferimento e, di conseguenza il transfert è così indifferenziato che il suo riconoscimento e la sua “manifestazione” richiede molto tempo. Nel frattempo, l’analizzato appare distaccato o disinteressato.

Il transfert borderline è caratterizzato da una intensità emotiva talmente elevata da non riuscire a comprendere la natura del “come se”.

Quindi, l’analizzato vivrà come totalmente reale la proiezione del mondo interno (stati d’animo, emozioni, etc.) sull’analista.

Quindi, per esempio, un personale sentimento di abbandono, verrà vissuto come la prova che il terapeuta sia trascurante nei suoi confronti.

In questi particolari momenti emotivi (chiamati “di equivalenza psichica”) lo stato d’animo diventa un filtro attraverso cui si interpreta e si distorce la realtà esterna.

Transfert narcisistici e transfert di oggetto-Sé

Prima di procedere nell’esplorazione di questo tipo di transfert, è necessario precisare che, secondo il medico e psicoanalista austriaco Heinz Kohut, la motivazione umana fondamentale (che ci spinge ad agire) è quella di raggiungere l’equilibrio e l’autorealizzazione del Sé (ciò che un individuo pensa di sé; l’immagine di sé stesso che ci  si forma in relazione alle esperienze vissute e alle interazioni con gli altri).

Perché ciò avvenga, è necessaria l’esperienza di rispecchiamento empatico da parte delle figure di riferimento e, nel contempo, è importante sentire un senso di appartenenza al genere umano, attraverso una funzione definita di “gemellarità”.

Le funzioni di oggetto-sé (capaci, attraverso il rispecchiamento, di indurre a investire su sé stessi, in quanto si percepisce di valere qualcosa) sono esplicitate da persone reali e riguardano le funzioni genitoriali, appunto, di rispecchiamento, che consentono di “sentire” anche la percezione di gemellarità (cioè di appartenenza al genere umano)

A questo punto, caliamo tutto questo, all’interno del meccanismo transferale (narcisitico), individuando tre possibili manifestazioni:

1. transfert speculare: un bisogno di relazione “riflettente”, che tenta di ottenere risposte di conferma e approvazione da parte terapeuta (vissuto  come un oggetto-sé), arrivando ad assumere atteggiamenti grandiosi ed esibizionistici a questo fine.

2. transfert idealizzante: il paziente idealizza l’analista percependolo  come il genitore potente dalla presenza consolatoria e riparatrice, le cui qualità positive vengono esagerate ed enfatizzate.

3. transfer gemellare: il paziente tende a ricercare esperienze di similarità e gemellarità con il terapeuta. Questa tipologia di transfert esprime un bisogno del paziente di entrare in relazione con un oggetto che viene ritenuto narcisisticamente e profondamente affine.

Il compito del terapeuta non è quello di frustrare questi bisogni ma, semmai,  di accettarli in quanto tali e di corrispondere in maniera adeguatamente empatica, per consentire lo sviluppo del Sé dell’analizzato.

Le vie che saranno seguite, per tale scopo, appartengono al mondo del controtransfert.

Ma, questa, è un’altra storia.

Nelle variazioni che intervengono nell’arco della vita esiste una sorta di accordo tra desideri e possibilità di realizzarli, una sintonia che riduce le frustrazioni. (VITTORINO ANDREOLI)

Con la speranza e l’obiettivo di essere stato utile per conoscere sempre meglio chi incontriamo (soprattutto quando ci guardiamo allo specchio), vi do appuntamento alla prossima puntata, nella quale inizieremo a parlare del Controtransfert

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *