Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.
Perché, conoscersi e comprendersi, aiuta senz’altro a vivere meglio.
In questa trentacinquesima puntata, ci occuperemo degli ultimi due meccanismi di difesa “maturi”: SUBLIMAZIONE E REPRESSIONE
Esistono, ovviamente, anche altri meccanismi di difesa psicologici oltre i tanti trattati finora. Li valuteremo man mano che affronteremo i diversi “quadri” di Personalità (organizzazioni, disturbi, etc.)
Come precisato nelle altre puntate, questo lavoro riguardante i Meccanismi di difesa, si basa su una delle scale di valutazione più rigorose e affidabili (il cui acronimo è “DMRS “): quella di John Christopher Perry, ripresa e approfondita dal prof. Vittorio Lingiardi, nelle sue pubblicazioni specifiche.
Le persone che ci hanno lasciato, sono nelle cose che ci hanno insegnato. Nei loro pensieri da finire di pensare, nei gesti che ripetiamo ogni giorno, quando prepariamo il pranzo e curiamo i fiori; nella capacità di dire di no quando serve e di restare integri anche in loro nome. (Così è la vita – Concita De Gregorio)
La sublimazione (derivato del latino sublimare, “innalzare a grandi onori, ad alte cariche” e, ancora, “esaltare, elevare spiritualmente, rendere sublime”) caratterizza più di una condizione.
In Fisica e in Chimica, infatti, rappresenta il processo mediante cui, una sostanza, passa dallo stato solido a quello aeriforme.
Nella Psicodinamica, indica la trasformazione di pulsioni conflittuali o aggressive (che esprimono una sofferenza o che, comunque, sono poco accettabili socialmente) in attività intellettuali o in comportamenti ai quali la Società riconosce grande valore.
Definizione
Meccanismo di difesa che consente di affrontare conflitti emotivi e fonti interne o esterne di stress incanalando, più che inibendo, sentimenti o impulsi potenzialmente maladattivi in comportamenti socialmente accettabili.
Gli obiettivi e gli oggetti originari degli impulsi, dei desideri e degli affetti sono spesso considerevolmente modificati, trasformandosi in un’attività o prodotto creativo.
Ad esempio:
una condizione pulsionale inconscia ostile-competitiva, può essere incanalata in sport o in lavori competitivi;
impulsi sessuali difficilmente esprimibili, possono essere “trasmessi” attraverso la danza creativa o l’arte.
Funzione
Anzitutto, permette l’espressione di desideri, impulsi o, comunque, sentimenti che inibiamo a causa delle loro ripercussioni sociali potenzialmente negative, incanalandoli in espressioni socialmente accettabili.
Quindi, consente di stabilire un continuum ideale fra disturbo e cosiddetta “normalità”
Il risultato della sublimazione è che gli impulsi originari possono essere in qualche modo espressi e, allo stesso tempo, ciò che ne risulta può essere in qualche modo fonte di approvazione o ricompensa sociale.
Esempio: Un ragazzo subisce l’abbandono da parte della persona che ama e sviluppa uno stato di rabbia e tristezza.
Una sera si ritrova a scrivere una malinconica poesia d’amore. Dopo alcuni giorni, ne scrive un’altra. A poco a poco scopre che la scrittura lo aiuta a placare la rabbia e a rendere più tollerabile la tristezza e crea un notevole interesse nelle persone che, leggendo le sue opere, vivono intense emozioni.
Diagnosi differenziale
Spostamento: comporta l’espressione di stati d’animo, originariamente motivati da un contesto (persone, situazioni, etc.), nei confronti di qualcosa di simile ma meno conflittuale. Se da un lato il soggetto trae qualche soddisfazione dalla liberazione della propria rabbia dall’altro, però, questo tipo di manifestazione emotiva è ancora socialmente inaccettabile e, inoltre il “bersaglio” (se è “senziente”) difficilmente gradisce di subire una sorta di ingiustizia da parte nostra.
Altruismo. Coincide con la sublimazione nell’incanalare affetti, impulsi e desideri in attività socialmente accettabili. Si differenzia, in quanto l’attività nasce dal bisogno di esternare il meglio di sé, come manifestazione di quell’aiuto che non si è ricevuto quando se ne aveva bisogno e che crea una rete di corrette ed empatiche “relazioni oggettuali”
L’arte scuote, dall’anima, la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni”(PABLO PICASSO)
Questa riflessione ci porta a intuire che non tutto può essere acquietato mediante la “sublimazione”
Ecco, quindi, che può venirci in soccorso il meccanismo di difesa della Repressione a completare un’opera che, altrimenti, correrebbe il rischio di restare incompiuta
Definizione
Meccanismo di difesa mediante cui si affrontano conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne evitando volontariamente (anche se temporaneamente) di pensare a problemi, desideri, sentimenti o esperienze disturbanti.
L’obiettivo è quello di escludere i problemi, dalla propria mente, fino al momento giusto per affrontarli. Altrimenti, non si riuscirebbe ad impegnarsi in un’altra attività che bisogna svolgere, prioritariamente. Sostanzialmente, questo meccanismo di difesa non ci porta a implodere la rabbia ma ad organizzarci all’interno di un ordine di priorità.
Infatti, si rimanda a un momento più opportuno e non, genericamente, in là nel tempo.
In questo modo, l’ansia per la sensazione di impotenza è ridotta al minimo poiché il materiale non è rimosso, quindi non è come la lava di un vulcano, chiusa nella camera magmatica ma pronta a esplodere.
Una minima quota di apprensione può, comunque, essere ancora presente finché non verrà affrontata la fonte di tensione.
Funzione
Tiene lontani dalla coscienza sia il pensiero che le emozioni associate a un fattore stressante, per consentire di occuparsi di qualcos’altro; si rimanda il momento di affrontarli, a quando il soggetto si sentirà più capace, o il momento sarà più appropriato.
Diagnosi differenziale
Rimozione. Si differenzia dalla repressione in quanto comporta una perdita della consapevolezza della fonte di tensione. L’idea accede in seguito, involontariamente, alla coscienza attraverso fenomeni simili ai lapsus o all’incapacità di spiegarsi il motivo di fastidi apparentemente fuori luogo. Al contrario nella repressione c’è più un controllo volontario sull’allontanare dalla coscienza determinati contenuti e sul richiamarli poi indietro.
Ci sono pittori che trasformano il sole in una macchia gialla, ma ci sono altri che con l’aiuto della loro arte e della loro intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole. (PABLO PICASSO)
Con la speranza e l’obiettivo di essere stato utile per conoscere sempre meglio chi incontriamo (soprattutto quando ci guardiamo allo specchio), vi do appuntamento alla prossima puntata, nella quale parleremo di un altro settore importante che caratterizza il modo in cui siamo fatti e le nostre peculiarità comportamentali: “Le relazioni oggettuali” (il rapporto col nostro caregiver di riferimento e di come, questo, ci ha consentito l’apertura verso gli altri)
Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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