Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.
Perché, conoscersi e comprendersi, aiuta senz’altro a vivere meglio.
In questa venticinquesima puntata, ci occuperemo del meccanismo di difesa definito di DISSOCIAZIONE
Come precisato nelle altre puntate, questo lavoro riguardante i Meccanismi di difesa, si basa su una delle scale di valutazione più rigorose e affidabili (il cui acronimo è “DMRS “): quella di John Christopher Perry, ripresa e approfondita dal prof. Vittorio Lingiardi, nelle sue pubblicazioni specifiche.
“Quanto poco serve la parola a comunicare il pensiero e che deplorevole malinteso è la vita! […] Capire è già difficilissimo; farsi capire è una smisurata ambizione”. (Henri-Frédéric Amiel, Diario intimo)
Di fronte ad eventi traumatici (psichici, fisici, ambientali) viene messa a dura prova la nostra capacità di metabolizzazione e, se l’esposizione agli eventi traumatici avviene fin dalla più piccola età, si sviluppa, nel bambino, la necessità di una fuga mentale dalla paura e dal dolore, evocati dal vissuto impattante.
Fra le variabili psicologiche implicate nella difficile gestione del trauma, un ruolo rilevante viene riconosciuto al meccanismo della Dissociazione.
La Dissociazione, quindi, diventa un meccanismo di difesa che compromette la capacità di consapevolizzare ciò che accade attraverso la mancanza di alcuni elementi come la coscienza di sé, del tempo e del contesto.
Nel caso di traumi ripetuti e non più fronteggiati medianti idonei meccanismi di difesa, si va incontro alla strutturazione del disturbo dissociativo dell’identità, precedentemente chiamato disturbo di personalità multipla.
Particolarmente interessante, è l’esempio proposto dallo psicoanalista inglese John Bowlby, nel descrivere i danni dei comportamenti contraddittori di chi si prende cura di un bambino.
Egli ha chiaramente spiegato che, se il modello contradditorio è tale da impedire, a quest’ultimo, di riuscire a integrare opposte esperienze, egli non avrà alcuna possibilità di conciliarle e farà restare attivi dei modelli multipli, competitivi tra loro.
Se, ad esempio, assiste ripetutamente a scene di un padre che rientra la sera ubriaco e che picchia la madre (scene che vengono raccolte dalla memoria implicita, episodica, che consente l’acquisizione e il recupero di informazioni relative a specifici eventi situati nel tempo: permette l’accurata registrazione delle esperienze con un preciso riferimento e coinvolgimento autobiografico) ma, altrettanto ripetutamente, ascolta una madre che non fa che parlargli di un padre che la sera è stanco perché lavora tutto il giorno per il bene della famiglia (ciò che fa capo alla memoria esplicita, semantica, la parte della memoria dichiarativa che riguarda le conoscenze generali e “distaccate” emotivamente, sul mondo) allora in lui saranno operativi due modelli, dei quali prevarrà, perché più funzionale alla sopravvivenza, quello semantico, mentre l’altro resterà silente fin tanto che non si presenteranno delle scene categorizzabili come simili a quelle della memoria episodica.
In circostanze del genere, le memorie disattivate guadagneranno il controllo della coscienza e potranno avviare un comportamento gradualmente sempre più ingravescente, verso il mondo del disturbo dissociativo dell’identità
Definizione
Meccanismo di difesa mediante cui si affrontano i conflitti emotivi e le fonti di stress interne o esterne attraverso un’alterazione temporanea delle funzioni integrative della coscienza o dell’identità.
Benché si possa essere debolmente consapevoli del fatto che qualcosa di insolito abbia luogo in tali occasioni, si è del tutto ignari che i propri sentimenti o impulsi siano espressi: come se si attivasse una sorta di “pilota automatico capace di privarci della partecipazione cosciente.
Funzione
Il materiale dissociato è vissuto come troppo minaccioso, troppo conflittuale o troppo ansiogeno per essere ammesso nell’esperienza conscia ed essere pienamente riconosciuto dal soggetto
Ad esempio, il ricordo di un trauma con paura di morte e relativi sentimenti di impotenza, o l’improvviso impulso di uccidere una persona molto vicina.
In questo caso, la dissociazione altera la coscienza, permettendo di sentirsi meno colpevole o non minacciato.
Esempio: “Anche l’altra settimana ho distrutto il bagno… Perché sono furioso con me stesso. Prima mi sento terribilmente depresso e poi mi infurio… [acting out] e poi non capisco più nulla, vado in blackout e solo dopo scopro danni che ho fatto [dissociazione]”.
Diagnosi differenziale
la Dissociazione, rispetto alle altre difese, comporta un mutamento più completo dello stato psichico o della personalità usuale.
Menzogna. Quando un soggetto sostiene di non ricordare episodi di acting out o comportamenti criminali.
Lo spostamento cambia l’oggetto (si proiettano sull’altro, sentimenti che si provano verso sé stessi) ma la coscienza dell’impulso resta.
La formazione reattiva muta lo stato d’animo nel suo opposto, ma l’oggetto rimane.
L’isolamento minimizza la consapevolezza dello stato d’animo ma l’idea resta nella coscienza.
La rimozione rende l’idea inconscia, ma lo stato d’animo, o l’impulso, resta.
La scissione mantiene le idee con un particolare significato emotivo nella coscienza, mentre minimizza la consapevolezza delle idee con significato emotivo diverso.
Ogni volta che scissione e dissociazione compaiono insieme, possono derivarne mutamenti estremamente drammatici del funzionamento della personalità (disturbo dissociativo dell’identità)
“Chi viene capito, è stato capito male. Tutto va avanti soltanto per malintesi. Tuttavia, resta determinante che si vive per essere, veramente, capiti”. (Elias Canetti – La provincia dell’uomo)
Con la speranza e l’obiettivo di essere stato utile per conoscere sempre meglio chi incontriamo (soprattutto quando ci guardiamo allo specchio), vi do appuntamento alla prossima puntata, nella quale parleremo di un altro dei meccanismi definiti “nevrotici”: “La Formazione reattiva ”
Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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