Pubblicato su Lo SciacquaLingua
A proposito di termini adoperati nel loro significato figurato, di cui si fa un grande abuso, ci è venuto alla mente l’aggettivo strepitoso, adoperato dalla stampa a ogni piè sospinto e tanto caro ai critici cinematografici che nelle loro recensioni non perdono occasione per scrivere che «quello spettacolo ha riscosso un successo strepitoso».
Strepitoso, anche se è sinonimo di bellissimo, favoloso, mirabile e simili – e chi non lo sa? – a nostro modo di vedere non si può attaccare al successo. E ci spieghiamo.
Sotto il profilo prettamente etimologico questo aggettivo discende dal latino (sempre lui!) strepitu(m) , tratto dal verbo strepere (far rumore); non vediamo, quindi, come possa essere strepitoso un successo, come possa, cioè, fare rumore.
Gli applausi saranno strepitosi perché fanno, appunto, rumore, non il successo. Sarebbe il caso, per tanto, di non abusare del significato figurato del predetto aggettivo al fine di non cadere nel ridicolo. A questo proposito, fa notare Aldo Gabrielli, un notissimo intenditore d’arte definì strepitose due tavole di un grande pittore del Trecento.
In quel caso l’aggettivo scelto dal critico risultò, oltre che improprio (le pitture fanno rumore?) un po’ irriverente o se preferite – per usare un termine oggi tanto di moda – dissacrante.
A voi, gentili amici lettori, seguire o no i consigli linguistici contenuti in queste modestissime noterelle.
A cura di Fausto Raso
Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.