Pubblicato su Lo SciacquaLingua
Roseto Capo Spúlico, Roseto degli Abruzzi e Roseto Valfortore sono tre località che si trovano in Calabria, in Abruzzo e in Puglia i cui abitanti si chiamano tutti rosetani. Come facciamo a sapere, quindi, di quale rosetano parliamo quando non abbiamo elementi che disambiguino? Chi scrive propone di eliminare rosetani per tutti i toponimi e (ri)denominare gli abitanti secondo l’ “origine toponomastica” della località. Per quanto attiene a Roseto Capo Spúlico (CS) li chiameremmo “spúlicani”, dal nome del promontorio che si trova nei pressi e che è stato aggiunto a quello di Roseto. “Rosburghesi” i cittadini di Roseto degli Abruzzi (TE). La ridente cittadina adriatica prima era denominata Rosburgo (“borgo delle rose”). Infine chiameremmo “valfortorani” i cittadini di Roseto Valfortore (FG). Fortore è un fiume che scorre nei pressi e “bagna” le province di Benevento, Campobasso e Foggia. Chi sa che chi di dovere ─ come usa dire ─ non prenda in considerazione la proposta?
A cura di Fausto Raso
Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.