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Questo articolo è ricavato da un lavoro omonimo del 31 agosto 2004: una sorta di concentrato, per riflettere su come imparare a padroneggiare la nostra bussola interiore definita logica Universale, per riuscire a liberarci dalla schiavitù dei conflitti ed orientarci fra cos’è giusto e cosa va evitato. Il lavoro risente degli studi del medico psicoterapeuta Giovanni Russo (fondatore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico – SFPID e dei suoi avanzamenti scientifici.

BUONA LETTURA.

Buongiorno, dottore, sto approfondendo gli studi sul concetto relativo alla Logica.

Bene, finalmente, si concede l’opportunità di acquisire il sistema per valutazioni più adeguate ad una vita sana!

Grazie. Ho bisogno di fare alcune domande che mi sono scaturite dalla lettura di un libro di Giovani Russo…

Scommetto che è “L’Essere Umano per una vita migliore”…

Bravo! Come ha fatto ad indovinare?

Beh, è il libro dove i contenuti della psiche umana vengono estrapolati più a fondo.

Ma credo che sia anche il testo che richiede il maggior numero di spiegazioni!

Effettivamente è così. D’altronde è una pubblicazione dedicata agli specializzandi universitari.

Se la Logica funziona in ognuno di noi a prescindere dalla cultura e dallo sviluppo mentale, allora, in teoria, ogni persona è capace di attuare la verifica di un’idea proposta dal mondo esterno, in base alla Logica stessa? Naturalmente se ci sono le condizioni di assenza di perturbazioni legati a disturbi dell’umore.

Sì.

Vale per qualsiasi soggetto, anche per quelli che pensano e vivono in modo molto scorretto?

Su elementi prioritari circa la sopravvivenza, possiamo essere certi che siamo in grado di fare ciò che lei ha detto. Per tutto quello che, invece, attiene al miglioramento della qualità delle proprie giornate, lì è una questione di apprendimenti: o hai imparato a vivere usando bene il cervello, oppure ti devi rimboccare le maniche… seriamente!

Non capisco…

Sull’appagamento dei bisogni indispensabili, non si può prescindere dall’uso della Logica perché, ad esempio, non si potrebbero utilizzare alimenti non commestibili o respirare monossido di carbonio, al posto dell’aria. Quindi, il tutto dipende da ciò a cui lei si riferisce: sui bisogni primari necessari non indispensabili (autoaffermazione, autostima, etc.), il suo interlocutore accetta o meno la proposta in base alla propria maturità, frutto di quanto ha imparato, in relazione ai valori di riferimento.

Quindi, all’interno di un dialogo, se propongo argomenti logici, eviterò di scontrarmi con le convinzioni altrui?

Bisogna vedere se quello che dice è in sintonia con ciò che pensa chi la sta ascoltando. In una Società dove si cercano le raccomandazioni e l’aiuto politico pur di emergere, non può parlare di logica che, invece, prevede un concetto di meritocrazia ed impegno. Guardi, chi non si comporta bene (con se stesso) nell’appagamento dei bisogni indispensabili, se ne accorge a proprie spese e deve correggere la rotta. Per il resto, invece, in un ambiente dove è estremamente difficile trovare una persona corretta, tutti si convincono che l’imbroglio sta alla base dei rapporti umani. Sono deduzioni non logiche che creano forti condizionamenti e pregiudizi. E, come sosteneva Albert Einstein, “è più facile rompere un atomo che un pregiudizio!”.Ma quando le condizioni interiori sono estremamente sfavorevoli, la Logica può “rifiutarsi” di intervenire?

Si, è come se si atrofizzasse.

E’ possibile che, se la Logica non interviene proprio, la persona interessata persona non avverta dubbi circa i propri errori di valutazione mentre, se la Logica interviene e dà parere negativo, l’interessato avverta una sorta di disagio da conflitti?

Questa è un’ottima deduzione. Complimenti!

Come può variare la funzionalità della Logica, in base agli apprendimenti?

La logica o funziona o non funziona, questo è tutto!

Cioè?

La logica verifica le idee prodotte dal pensiero, se l’idea è corretta, esprime parere positivo, se l’idea è scorretta esprime parere negativo, non è che aumenta o riduce le sue capacità perché, in fondo, è una struttura rigida. A seconda degli apprendimenti che si hanno, si può ottenere un parere negativo o positivo, e se ciò che tu proponi è reiteratamente scorretto, abbiamo visto che possa anche, su elementi che non riguardano la sopravvivenza, smettere di funzionare. Ma, a certe condizioni, può essere compromessa anche la sopravvivenza, perché può venire compromessa l’attività neurovegetativa: esistono individui, infatti, che non avvertono più la sensazione della fame, della sete, del caldo, del freddo, etc..

Ho letto che il pensiero, nella composizione delle idee, si basa su un “criterio”. Cosa significa?

Cerchi la definizione di “criterio” sui dizionari che abbiamo a disposizione in questa stanza e sarà sulla strada giusta.

Allora, vediamo, il termine “criterio” deriva dal greco kriterion e significa “mezzo per giudicare”. Ha legami anche con krino (separo, prescelgo, giudico, decido). La definizione riportata è la seguente: “Norma o principio per cui si forma un retto giudizio”.

Quindi, è un parametro di cui ci si serve per stabilire quello che è corretto e quello che non è corretto.

E su cosa si basa, a sua volta?

Sulle Leggi di Natura e, quindi, sulla Logica. D’altronde, il pensiero, deve operare una selezione dei componenti depositati in memoria per costruire le idee, non le prende a casaccio. Nel momento in cui fa questo, adopera un criterio, utilizzando la Logica ancor prima di chiedere una verifica del lavoro completo. La Logica, infatti, interviene più volte. C’è un collante, chiamato Collogica, che serve a collabire i dati corretti. Quando ciò non accade, interviene nella ricerca e nell’assemblaggio di dati scorretti un altro elemento che si chiama Intersecon (almeno secondo le ipotesi di Giovanni Russo). Quindi, un criterio il pensiero l’adotta nel momento in cui costruisce le idee e si mette alla ricerca dei componenti essenziali.

Quindi, il criterio è legato comunque alle Leggi di Natura.

Stiamo parlando di elaborati di pensiero, di idee, di Logica e, soprattutto, di essere umano: certo che è legato alle Leggi di Natura!

Ci sono, però, poi persone che usano criteri scorretti, che sono al di là delle Leggi di Natura?

Sì, infatti, poi, non sono in grado di approntare delle strategie per affrontare le difficoltà e si convincono che è necessario ricorrere a scorciatoie, a raccomandazioni, ad imbrogli di vario genere, perché non trovano una risposta, non trovano una soluzione, per non aver usato un criterio adeguato.

L’utilità ed il piacere nella scelta tra due o più opzioni, fanno sempre parte dei criteri di cui si serve il pensiero?

Certo, è il pensiero che stabilisce cosa fare o non fare. Utile / Non utile, Piacevole / Sgradevole, sono 4 riferimenti in base ai quali si stabilisce come comportarsi, nell’accettazione o nel rifiuto di messaggi esterni. Il criterio è un punto di riferimento, con delle regole. Nella vita, ognuno di noi ha necessita di adottare dei criteri. Ad esempio, se lei decide di fare le pulizie in casa sua, adotterà un criterio, cominciando a spolverare dopo aver scopato il pavimento, altrimenti i mobili si riempiono di nuovo di polvere, mentre c’è chi fa il contrario e poi si trova a fare un doppio lavoro; oppure, quando laverà i pavimenti farà attenzione a non bagnare le spine elettriche. Quindi, noi tutti i giorni, più volte al giorno, adottiamo dei criteri.

Ma non tutti allo stesso modo!

La cosa cambia in funzione del modo di pensare e dei propri apprendimenti.

Certo che avere a che fare con gli altri è difficile.

Si, perché spesso riceviamo o diamo fastidio…

Ma non si rischia di rimanere da soli se non si impara a sapersi adattare?

Si, e ne abbiamo parlato spesso. Arthur Schopenauer che, a dire il vero, era un tipo piuttosto rigido, sosteneva che “il destino delle grandi menti è quello della solitudine, scelta, comunque, come il minore di due mali”.E… ma, conviene?

Ogni tanto sento che, un po’ alla volta, mi sto allontanando da molti aspetti della Società, pur costretto ad una intensa vita di relazione. Una sorta di “liberazione” interiore, insomma.

Ogni persona rappresenta un sistema più o meno ordinato (o disordinato), in base alle relazioni umane che intreccia. Se dovesse isolarsi completamente e definitivamente, secondo Leggi di Natura aumenterebbe inesorabilmente il grado di disordine (che, in Fisica, prende il nome di Entropia), fino alle estreme conseguenze. A meno che, non ci si sintonizzi su frequenze meditative che avviano ad una sorta di eremitaggio, al riparo dalla confusione sociale.

Chi non ama la solitudine, non ama neppure la libertà; perchè si è liberi, unicamente quando si è soli. (Arthur Schopenauer)

Giorgio Marchese ( 3 gennaio 2016)

Si ringrazia Erminia Acri per la formulazione delle domande e il contributo nella stesura del dattiloscritto.

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