Potrebbe essere che da uno stato di ansia cronica si passi a quella acuta e viceversa? Secondo me, la risposta dovrebbe essere affermativa anche perché l’ansia è un complesso di emozioni negative, cioè vi è una produzione di idee scorrette prodotte da elaborati di pensiero non corretti quindi la distinzione fra acuta e cronica, potrebbe anche avere conseguenze di incrocio.G. D.
Più che di emozioni negative, potremmo parlare di emozioni aggressive conflittuali. E’ proprio il conflitto, infatti a generare il blocco decisionale mentre, al contrario, il senso di malessere, come un veleno, ci pervade. Comunque, è vero, si può passare dall’ansia cronica a quella acuta… e viceversa.
Mi spiego meglio con un esempio. Quando, per motivi personali, un qualche evento (o il modo con cui ci si rapporta ad un particolare evento), genera uno stato di tensione che supera la capacità di sopportazione e si trasforma in ansia “acuta”. Se non si riesce a smaltire questa “sbornia”, si crea un “sottofondo” ansioso che si cronicizza (con facile irritabilità, sbalzi d’umore, etc.) pronto a riacutizarsi nel caso in cui si determinino condizioni favorenti come, ad esempio, il ripresentarsi di situazioni simili a quelle che hanno generato, la prima volta, il problema.
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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