Perché si ha paura della solitudine?
Il termine in questione, secondo i dizionari della lingua italiana, identifica la condizione di chi vive solo, in modo permanente o per un lungo periodo, ricercata per acquisire pace interiore o subita per assenza di affetti o appoggi materiali. La risposta, quindi, consiste nel fatto che tutto gira in funzione del peso che le diamo e di eventuali circostanze avverse, perché la solitudine non dovrebbe essere qualcosa nel rapporto fra noi e il mondo esterno ma, al contrario, una situazione che connota un nostro corretto modo di essere, per alcuni aspetti, avvincente.
Che cosa si vuole intendere?
Ognuno di noi, nell’arco della propria giornata, trascorre tantissimo tempo a riflettere, a meditare, a volte a rimuginare… e di questo ce ne accorgiamo attraverso quello che comunemente si definisce “umore”. Anche quando ci troviamo immersi in una folla, per intanto cerchiamo di capire come contestualizzarci e, quindi, come integrarci e come inserirci per cui, anzitutto “viene” il rapporto con se stessi poi, con chi ci sta vicino o intorno.
La solitudine, siccome ci sintonizza con le frequenze del nostro mondo interiore, costituisce un amplificatore di stati d’animo; di conseguenza, pur appartenendo a principi di Natura, ci fa consapevolizzare la paura sentirci inadeguati a sostenere il dialogo con quella parte di noi che ritroviamo ogni mattina quando ci osserviamo in quello che Eduardo De Filippo chiamava “ò guarda n’faccia”, colui il quale ha mancanza di rispetto nei nostri confronti, quello che ti dice esattamente come stanno le cose. Quando, furtivamente, ci incrociamo con chi sta dall’altra parte riflesso nello specchio dell’anima e qualcosa non va, beh… quest’ultimo ce lo manda a dire! Ecco perché la solitudine, a certe condizioni, può diventare difficile da sopportare.
Cosa conviene fare? Come si affronta e come si risolve il problema?
Proviamo ad imparare (da autodidatti o con l’aiuto di qualcuno di cui potersi fidare) come fare per andare meglio d’accordo con l’unica persona che ci accompagnerà tutta la vita: noi stessi. In questo modo cominceremo ad apprezzare il tempo da trascorrere in nostra compagnia… leggendo un libro davanti ad un caminetto, ad ascoltare il crepitio della fiamma, o in mezzo ad una moltitudine di persone: in fondo non conta.
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
Pagina personale
Canale youtube: