Se devi chiudere la finestra dove si affacciano i tuoi occhi, chiudi prima i tuoi occhi.(A. Porchia). Cari Lettori, un giorno preciso di un mese specifico di un anno determinato (inutile puntualizzare, perchè potrebbe ricapitare in qualsiasi momento…) un “simpatico” omino di una nota società di telecomunicazioni (Vodafone, giusto per non far nomi…) ci ha proposto mirabolanti contratti in grado di offrire servizi fuori dal comune a prezzi incredibili. Sin da subito, abbiamo potuto constatare che, la veridicità di un’affermazione, conduce in posti diversi da quelli ipotizzati: basta modificare (senza comunicarlo) i termini di riferimento. E infatti, il servizio “imposto” è stato eccellente (centralino a 5 stelle multisim): peccato, però, che, la richiesta da noi proposta e dal “buffo” omino accettata, non prevedesse nulla del genere! Inoltre, il costo dell’intero apparato era da capogiro. Da non credere, quindi! Nonostante le numerose richieste di adeguare il servizio a quanto effettivamente richiesto, abbiamo trovato un muro di arroganza e indifferenza. Al che, ci siamo rivolti ad altro operatore (Tim, tanto per continuare a non far nomi) che ha inviato un altro curioso personaggio, a partire dal nome. Nuovo contratto (come nella stipula del precedente, in presenza di testimoni) e, puntuale, dopo pochissimo tempo, prima una fattura con importo inopinatamente diverso (in peius, per noi) e, successivamente, una comunicazione di modifica unilaterale di contratto… PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TESTO. |
…da parte del fornitore del servizio, con cui il costo effettivo dell’intero impianto (fisso più mobile), quasi, raddoppia. Giusto come inciso: nel frattempo, Vodafone non riconosce in alcun modo le somme da noi versate dopo aver calcolato quello che avevamo effettivamente richiesto e, di conseguenza, in base a principi imperscrutabili, pretende la corresponsione per intero (quindi, anche quello che abbiamo già pagato) per una cifra complessiva che supera il migliaio di Euro.Domanda: Ma perchè non ci trascina in Tribunale? Forse, perchè mente, sapendo di mentire! L’onestà, come tante altre virtù, dipende dalle circostanze (Roberto Gervaso).Terzo scenarioIn qualità di responsabile di un ente di formazione accreditato, seguo le procedure per l’attivazione di corsi qualificanti. Sto scoprendo, ultimamente che, da voci di corridoio (quindi, non verificabili direttamente) stiano affermandosi sempre più, personaggi “dinamici” capaci di azioni non particolarmente edificanti come, ad esempio, pagare i propri collaboratori con importi ben inferiori a quelli usualmente elargiti alle imprese di pulizia (a fronte di contratti ben diversi). Scegliendo, accuratamente, fra disperati e bisognosi di elemosine…E, proprio ieri sera, a proposito di uno di questi “piccoli don Rodrigo” mi è stato, testualmente, riportato, quasi con ammirazione: “Epperò, tizio (con tanto di nome e cognome), con questo sistema, si è fatto la barca da 14 metri!”“Poco con onestà, è meglio di molte rendite senza giustizia” (Salomone).Mentre visualizzavo, mentalmente, “tizio” (che non conosco nemmeno di vista) con il suo grosso natante a veleggiare in un mare di M…(ota), mi domandavo quale potesse mai essere la soluzione ai mali di una Società immatura, incapace e malata, capace, soltanto, di prosciugare qualsiasi risorsa per placare personali egoismi. Peraltro inutili, oltre che controproducenti.“Sulla terra ci sono ricchezze bastevoli ad appagare i bisogni di tutti ma non sufficienti a placare l’egoismo di pochi” (Gandhi)A quel punto, ho immaginato le forze dell’ordine costrette a pagare privatamente il carburante per le auto di servizio, gli operai delle multinazionali che non hanno più neanche la “pausa pipì”, tutti coloro che ci avvelenano l’acqua, l’aria e il cibo…Insomma ho visto due forze contrapposte: da una parte il “Bene” sofferente e, al momento, in grosse difficoltà; dall’altra, il “Male” così forte da finire col mangiare, addirittura, se stesso. A cominciare dalla propria coda.Ma esiste una soluzione al problema?Difficile proporre la benché minima ipotesi concreta, a meno di non accettare l’idea di una onestà sostenibile da tutti. Altrimenti, ci ritroveremmo, nella condizione di scegliere se mantenere gli investimenti (anche a favore dei più bisognosi) che verrebbero drenati dai soggetti del malaffare (capaci di lucrare su qualsiasi sciagura), o ridurli drasticamente per affamare tutti, però.Questo somiglia, un po’ alla politica di quel Sindaco che, in presenza di dispersione della rete idrica, si trova a dover decidere se garantire il minimo vitale, sprecando (e pagando) moltissimo oppure ridurre al minimo l’erogazione evitando lo sperpero sotterraneo ma, al tempo stesso, lasciando a secco i rubinetti della città. Tranne quelli dei ricchi con l’autoclave…E, se tutti si munissero di cisterne, ci si ritroverebbe, di nuovo, nella situazione di prima.“Se questa è la Società, io non voglio più starci!” . Questo è lo sfogo di una signora, vedova e avanti negli anni a cui, di fatto, è stato negato il piacere di poter condividere l’ultimo tratto del suo lungo percorso, insieme ai propri figli. E agli, eventuali, nipotiCari Lettori, sarà capitato anche a voi di vivere un momento in cui, il Mondo ci si ingarbuglia letteralmente in testa, stravolgendo e rimettendo in discussione, tutto quello che si dava per scontato, o quasi. Proprio in quei momenti, accade fatalmente che, davanti a una decisione importante, capace di rimettere in gioco la propria vita, le proprie certezze, la nostra capacità discriminante diventa sempre meno efficace. E, via via che aumenta la tensione l’incapacità di ritrovare il bandolo della matassa, l’ansia si dilata, fino a travolgere ogni barlume di razionalità.L’ansia, nell’età dell’incertezzaIn buona sostanza, l’ansia, come sostiene anche il neuroscienziato americano Joseph LeDoux, costituirebbe il prezzo che dobbiamo pagare al fatto di avere una coscienza e un cervello che può immaginare il futuro, e ipotizzare che cosa può accadere e accaderciL’onestà, che ai mediocri impedisce di raggiungere i loro fini, per gli abili è un mezzo in più per riuscire (Cit.)A ben riflettere, riusciamo a renderci conto del fatto che, in fondo in fondo, i cosiddetti furbi sono dei “fessi” privi del coraggio necessario ad affrontare la vita, rimboccandosi le maniche e senza sgambetti perchè, come sostiene Vincenzo Andraous, “Alla fine della corsa, è sempre il più furbo che pagherà per tutti invecchiando, dentro, come il pezzo di Carcere che lo ha sepolto”La vita ci insegna che possiamo essere in testa o restare indietro nell’agone esistenziale. Ma, questa corsa, ci si augura sia lunga e, alla fine, è solo con noi stessi. Capirlo, crea momenti “che non sottraggono mai tempo, rimanendo un passo avanti, per tutta la vita” (Vincenzo Andraous)A questa condizione di maturità, riusciremo a risolvere il problema dei tubi rotti, riparandoli a dovere e, nel mentre, trovando logico condividere il nostro di più, creando condizioni di benessere distribuito, all’interno di una Società, questa volta, si, degna di essere vissuta!Ci sono gli invidiosi, ma quando viene il momento sono costretti a dire la verità. L’onestà ha l’ultima parola (Wolfgang Amadeus Mozart). |
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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