“Diritti” e “rovesci”
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L’ironia, spesso rappresenta l’arma di chi vuole dire tanto senza esporsi più di tanto. È corretto utilizzare questa modalità di comunicazione, anche a rischio di colpire la suscettibilità altrui?
Il termine ironia, diverso dal concetto di umorismo (manifestazione di ciò che si pensa, attraverso una metodica simpaticamente leggera ma, al tempo stesso, incisiva), deriva dal greco “eironeia” e connota la definizione di “finzione”. In pratica, con questo sistema si possono scaricare la propria tensione emotiva o il fastidio derivante da situazioni frustranti, esprimendo un’idea in cui non si crede a pieno, confidando nel fatto che, chi ci ascolta, se ne renda conto e valuti il tutto nella giusta misura. Costituisce un mezzo ambivalente con risvolti pericolosi, se non ci si trova all’interno di un contesto in grado di assorbirne i contenuti nella maniera più adeguata.
Esempio di ironia.
Esempio di umorismo.
G. M. – Medico Psicoterapeuta, Counselor
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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