Questo articolo, nella sua forma originale, è stato pubblicato il 15 agosto 2002, all’interno di una collana che riporta interessanti dialoghi fra un avvocato ed uno psicoterapeuta. Nella settimana prodromica al giorno di San Valentino, ci è sembrato un peccato lasciarlo nei meandri dell’archivio. Lo abbiamo, perciò, ripubblicato, con qualche arricchimento.
BUONA LETTURA
Salve “doc”, questa settimana vorrei approfondire il concetto riguardante un bisogno che avverto pulsare in me ma, al tempo stesso, mi preoccupa per le frustrazioni che potrebbe “tirarsi” dietro: saper donare e ricevere amore. Quello che salta all’occhio è che prima bisogna offrire qualcosa per poi ricevere da un’altra persona. Questo vuol dire che, prima, si deve essere disponibili affettivamente verso l’altro per poi ottenere la sua affettività “in dono”?
In qualunque rapporto interpersonale, se vogliamo attirare l’attenzione di qualcuno, è necessario che questa persona si renda conto che noi possiamo essergli utili per cui, o se ne accorge perché siamo oggettivamente bravi in un settore o perché palesiamo disponibilità dando qualcosa che a questa persona serve. In questo modo, il nostro interlocutore si rende conto che frequentarci gli fa bene: da questo momento in poi, si può realizzare anche qualcosa di più di una semplice frequentazione occasionale. Mi preme dirle, però che, quello che ho appena descritto non è frutto di freddi calcoli utilitaristici ma rappresenta il risultato di ragionamenti inconsapevoli, improntati al raggiungimento del “ciò che è meglio per le proprie legittime necessità”.Cos’è che ci fa innamorare?
Dal punto di vista scientifico, ci innamoriamo (condizionando, dal punto di vista emotivo e corporeo, tutto il nostro esistere) quando siamo attratti da qualcuno che, crediamo (spesso inconsapevolmente), sia utile ad implementare, appagare, colmare o compensare uno stato di carenza affettiva, sessuale, mentale in senso ampio.Cosa prevede il concetto di coppia?
Essenzialmente, la presenza di due persone che (possibilmente) convivono, trascorrendo del tempo insieme, in maniera utile e costruttiva, intersecando degli obiettivi in comune.
Cosa significa intersecare?
Sostanzialmente, scambiare degli interessi, degli obiettivi che creino una motivazione a passare del tempo insieme affinché ciò, come ho detto prima, avvenga in modo utile e costruttivo. L’intersecazione, in geometria, prevede l’incontro di due rette in un punto, con una angolazione variabile che va da un massimo di 90° sino ad arrivare ad un minimo che può quasi riunire le due rette. Questa stessa intersecazione si crea effettivamente nel rapporto di coppia perché l’interesse nel fare qualcosa insieme può avere un’alta o una bassa motivazione, a seconda dei momenti, in base a dei fattori variabili; quindi, paragonando l’intersecazione a quella strettamente intesa nella geometria, diremo che quando l’angolo è di 90° o giù di lì, i due partner, sono molto distanti; via via che l’angolo si riduce, diminuisce la distanza tra le due persone le quali si ritrovano sempre più vicine proprio come le due rette che vanno quasi a riunirsi. Questi sono elementi da tener presente all’interno di questo rapporto. Però nella creazione del rapporto di coppia ho sentito dire, tante volte, che mostrarsi disponibili, invece, è un aspetto negativo, perché non si viene apprezzati, non ci si rende attraenti.
Ma da chi lo ha sentito affermare? Fuori i nomi di questi “esperti”!Sono amici, amiche… ma dichiarazioni del genere le trovo regolarmente anche su articoli giornalistici fatti da esperti o presunti tali: addirittura ho letto che bisogna “farsi desiderare”. Questo non contrasta con la disponibilità?
Questo, semmai, può essere peso in considerazione in un secondo momento, dopo che si è avuta la possibilità di creare l’interesse nell’altra persona. Se tu ti fai desiderare da me, ma a me di te non me ne importa niente, potrai continuare con questo “giochino” per tutto il tempo che vuoi! Se prima non mi susciti un interesse, la cosa non funziona affatto.
E come si suscita l’interesse?
Conoscendo la persona, cercando di stabilire, innanzitutto, perché attira la nostra attenzione, per poi scoprire qual è la chiave d’ingresso per farci accettare. In pratica, è necessario cercare di capire grossolanamente com’è fatta la sua personalità, per essere in grado di “approcciare” nel modo migliore.
Come si fa? Non si rischia di essere invadenti, visto che ciò accade con persone che si conoscono appena?
Non si è invadenti, perché comunque bisogna creare le condizioni di luogo, di tempo, di spazio per poterlo fare. Puoi incontrare una persona a cena, può essere un tuo collega di lavoro, un tuo compagno di hobby ( ad esempio, ci giochi a tennis o frequenti la sua stessa palestra): un punto in comune lo devi avere, non è che questa persona la incontri per strada e la insegui finché non ti degna di attenzione.
A volte io sento parlare di incontri occasionali, tipo persone che si sono conosciute in treno da cui poi è nata una relazione. A me sembra assurdo.
Sì, è vero, però può darsi che sul treno sia iniziata una discussione che ha messo in rilievo dei punti in comune, il prosieguo è avvenuto sui punti in comune. Vista così, la cosa diventa plausibile.
Come si fa a capire se l’altra persona è disponibile o meno? Non potrebbe non essere disponibile affatto?
Sì, è vero, potrebbe non essere disponibile. Però di questo se ne accorgi sulla base di ciò che dice e del suo temperamento: l’attenzione che mostra nei suoi confronti, il contenuto degli argomenti, il tempo che le dedica, eventuali altre proposte oltre a quelle che può indicare lei. Se ha un canale di comunicazione che mostra propensione vuol dire che, in un modo o nell’altro, ha dell’interesse; magari potrebbe avere solo bisogno delle sue competenze professionali oppure potrebbe voler andare a cena con lei o pensare ad altro. Questo si scopre man mano, però ha creato e mostrato un interesse.
Quindi, il fatto che le ho riferito, cioè che se una persona si mostra disponibile sembra poco desiderabile, non è vero?
Chi dice queste cose non ha chiarezza sul rapporto tra esseri umani, sul concetto di disponibilità, sull’egoismo positivo e sul rispetto. Viene confuso il concetto di disponibilità col concetto di eccessiva disponibilità e sottomissione. Sono cose diverse. Partiamo da una base di scambio: io ho bisogno di te, ti offro qualcosa perché tu poi mi possa dare altro ma partendo dal presupposto che “io ho bisogno di te”; quindi, se io sono disponibile e tu non mi dai nulla, in che modo posso appagare il mio bisogno? In nessun modo, quindi cade la motivazione per cui io ti frequento. È ovvio che io ti sto parlando di rapporti fra persone equilibrate. Nel caso di persone nevrotiche, le cose vanno ben diversamente.
Esiste una ricetta per “rinnovare” l’amore fra due persone?
Cerchiamo di riqualificare, innanzitutto, il concetto di amore perché, quando le persone dicono che l’amore si è spento (per cui si cerca di rinnovarlo con un nuovo partner), bisognerebbe domandar loro cosa hanno capito e cosa hanno vissuto dell’amore alla base del quale c’è l’accettazione di sé e dell’altro.
- L’accettazione di sé perché non si può cercare nell’altro ciò che manca a livello di autostima e di interesse nei propri confronti: si dipenderebbe dall’altro e non sarebbe una condizione accettabile.
- L’accettazione dell’altro significa avere interesse nello scambiare con un’altra persona, avendola accettata con tutti i suoi aspetti positivi e con quelli non propriamente positivi che ci rendono possibile la connotazione della persona stessa come unica e non ripetibile.
Quante volte, pensando ai difetti di una persona cui siamo molto affezionati, ci viene da sorridere perché, se questi non sono limitanti per la nostra libertà, ce la fanno connotare come una persona speciale, particolare?
Si “ricrea”, continuamente, l’amore quando si determinano quegli interessi affettivi, di dialogo e di intimità per il piacere crescente (perché deve aumentare nel tempo) di stare insieme e di mettere l’altro in una posizione importante nei propri pensieri, NON al centro (perché al centro dei propri pensieri bisogna mettere se stessi), però in una posizione importante poiché, nel momento in cui si pensa al partner in una maniera quasi esclusiva, è bene sapere che lo si fa per il piacere di provare una gratificazione personale.
“Io non mi preoccupo di mantenere la qualità della mia vita,
perchè ogni giorno lavoro per migliorarla.
Mi sforzo continuamente di imparare e di fare nuove e importanti distinzioni sul modo di aggiungere valore alla mia vita e a quella degli altri.
Questo mi dà la sicurezza di poter sempre imparare,
di potermi sempre sviluppare e crescere (Anthony Robins)Nel rapporto di coppia, nei casi in cui i due hanno orari diversi, magari per esigenze di lavoro, come si fa ad incontrarsi, ad adeguarsi l’uno all’altra?
Possono scegliere dei momenti della giornata o della settimana per frequentarsi ed il resto della giornata o della settimana continuano a vivere in base alle loro esigenze, inseguendo gratificazioni attraverso altro.Ed è un rapporto soddisfacente?
Non è completo.Se uno è disponibile in certi momenti e l’altro in momenti diversi, non s’incontrano?
Bisogna sempre, poi, cercare dei momenti d’incontro, che saranno sporadici. Nei momenti d’incontro c’è lo scambio, negli altri momenti c’è l’inconciliabilità. Questa situazione può essere temporanea o definitiva, perché all’interno di molte famiglie, a volte, nascono esigenze di mobilità lavorativa. Cosa si fa allora? Ci si separa perché il marito o la moglie deve andare a lavorare in un’altra città? Si cerca di stare tutti insieme, ma se spostare tutto il nucleo familiare è difficile, questo componente va a lavorare fuori e ogni tanto torna, sperando che la cosa sia temporanea. Certo, invece, costruire una coppia che già dall’inizio è inconciliabile, o lo si fa perché ci si vuole frequentare poco e si vuole lasciare molto spazio all’identità o è destinata a fallire.Allora le coppie che stanno lontane per lunghi periodi sono destinate a fallire?
Certo, a meno che non ci si rifaccia a quello che ti ho spiegato dimmi che senso ha stare insieme!Io conosco tante persone, addirittura sposate, che stanno lontane.
Sì, ma è un legame virtuale che condiziona la mente se la persona ha forti remore religiose o morali per cui non si cerca altri partner, oppure si è ufficialmente sposati ma ufficiosamente si hanno tante altre esperienze.Ma uno scambio corretto, pure come tempi, come esperienze, cosa richiede?
La definizione di coppia è la seguente: insieme di due persone che convivono e intersecano obiettivi comuni. Non vuol dire che 24 ore al giorno debbano stare insieme, perché il rapporto di individualità incide per il 15% delle risorse, delle energie e del tempo, però in quel 15% il coinvolgimento ci deve essere.Anche come tempo, nella vita quotidiana, quanto se ne dovrebbe trascorrere insieme?
Nella vita quotidiana non puoi valutare in termini rigidi il tempo da passare insieme, si passa insieme il tempo che è possibile trascorrere insieme sulla base del proprio lavoro, dei propri impegni per il piacere di “viverlo insieme”, ma certo non deve essere un ritaglio da devolvere ogni tanto. Lavorare per migliorare il rapporto col partner al punto tale da ricevere beneficio per entrambi dal punto di vista mentale, dal punto di vista affettivo, dal punto di vista sessuale: così si evolve l’amore, così si costruisce un rapporto di coppia.
Impara a volerti bene, a prenderti cura di te stesso e principalmente a volere bene a chi ti vuole bene. Il segreto non è prendersi cura delle farfalle, ma prendersi cura del giardino, affinché le farfalle vengano a te. Alla fine troverai non chi stavi cercando… ma chi stava cercando te (Mario Quintana)Cos’è l’innamoramento, se esiste, visto che l’amore è un sentimento che si costruisce frequentando una persona?
A questo punto, dovrebbe essere abbastanza chiaro. Ad ogni modo, posso dirle che, innamorarsi, significa provare interesse nei confronti di una persona verso la quale ci si sente disponibili a dare per il piace di star bene, a dare affettività, a confrontarsi sul piano dialogico e a donare la propria intimità. Molte volte si parla di sessualità come qualcosa di molto frequente da realizzarsi, ma se vuoi costruire uno scambio sessuale d’amore, allora non è più una masturbazione sull’altro, come spesso accade, ma è dare la parte propria dell’intimità, dei propri pensieri, in certi momenti. Questa è la grande differenza.
Ah, come poco indovinano gli uomini le condizioni dell’anima altrui, se non la illuminano, ed è raro, coi getti di un amore profondo. (Giuseppe Mazzini)
E come si verifica questo, in che momento? Man mano che si conosce una persona?
Man mano che si cresce, insieme alla persona.Quindi, non può essere qualcosa di istantaneo?
No.
E i “colpi di fulmine” cosa sono?
Sono delle forti attrazioni, prevalentemente di tipo fisico, ma anche di tipo affettivo o anche “mentale” (rapporti platonici, in cui si sta bene nel dialogo).
Ho letto che molte persone si lamentano del fatto di essere trascurate dal partner, di aver bisogno d’amore: sono convinta che ciò sia dovuto al fatto che non s’impara ad amare perché non ci sono scuole dove s’insegni ad amare. Questo tipo di carenza, in persone adulte, che magari hanno avuto esempi negativi in famiglia, si può risolvere studiando ?
Dipende dalla motivazione. Tutto può essere corretto, modificato se, il tutto, appare sensato Serve una buona disponbilità per far sì che l’interessato lavori per modificare quanto basta, per cambiare quello che serve per godersi un rapporto d’amore. Ma, intanto si deve passare da una condizione di egocentrismo (in cui si cerca di appagare solo le proprie esigenze “usando” il partner) al corretto rapporto di scambio (in cui si è disponibili ad andare incontro alle richieste del partner, con conciliazione).
Ma, allora, una persona dovrebbe essere disponibile se non proprio a fare un trattamento di psicoterapia personale, almeno a studiare per come si deve comportare?
No, deve modificare la personalità. Questo lo può fare se qualcuno gli fa capire quali sono i vantaggi del saper dare e ricevere amore.Però, io ho visto in difficoltà persone che stanno facendo un percorso di crescita personale analogo. Allora, incontrando qualcuno che mi interessi, dovrei proporgli di fare analisi personale?
Ci si potrebbe confrontare su ambiti che accomunano e poi indurlo a migliorare la personalità. Comunque, potrebbe anche incontrare una persona sufficientemente equilibrata, non è che siano tutti immaturi.
Io mi riferisco al tipo di persone che ho conosciuto e che conosco, ai loro discorsi e comportamenti.
Potrebbe, invece, verificarsi la possibilità che un uomo la conosca, si interessi molto a lei per gli aspetti positivi che sta costruendo ed abbia talmente interesse nei suoi confronti da essere disponibile a modificare la personalità.
Quando si spegne l’amore?
Quando non si è mai creato (ritornando alle premesse appena citate).
Quando, per vari e molteplici motivi (che non possiamo riassumere), non si alimenta più un rapporto; possono esserci motivi “geografici” e cioè quando, per svariati circostanze, si decide di vivere lontani… per cui la vita è tale che… “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore”; in questo modo non si riesce più a “scambiare” e ad avere quel benessere che si riusciva ad avere prima… o comunque si va a spegnere il rapporto… In effetti è più corretto dire che si spegne il rapporto piuttosto che l’amore!
Quando non si sa come si “sviluppa” un rapporto d’amore, di conseguenza viene meno il concetto della novità, il gusto della novità e tutto diventa una routine.
Anche il fare l’amore insieme, per esempio, quando poi si conosce l’altro nella particolarità degli atteggiamenti di un rapporto sessuale, dopo un po’, se non c’è una compartecipazione che metta alla base l’accettazione, la bellezza del dialogo e l’uso la propria personalità al meglio, diventa un’abitudine… a meno che non ci sia una creatività interiore: e questo è possibile quando due persone “funzionano” bene e sono interessate a costruire e vivere un rapporto insieme, affrontando l’impegno di un cantiere di lavoro.
Come si può evitare?
Oltre a quello che le ho suggerito, riflettendo sui versi di questa bella poesia di Pablo Neruda:
Se saprai starmi vicino e potremo essere diversi; se il sole illuminerà entrambi senza che le nostre ombre si sovrappongano; se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo e, insieme al mondo, piangere, ridere, vivere. Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo e non il ricordo di come eravamo; se sapremo darci l’un l’altro senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo; se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia… Allora sarà amore e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
G. M. – Medico Psicoterapeuta, Counselor
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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