Comprereste un’auto usata, da questi due?
A spasso verso un futuro migliore
“Quanta fretta, ma dove corri, dove vai? Se ci ascolti per un momento, capirai! Lui è il gatto, ed io la volpe, stiamo in società: di noi ti puoi fidar! Puoi parlarci dei tuoi problemi, dei tuoi guai! i migliori in questo campo, siamo noi: è una ditta specializzata, fa’ un contratto e vedrai… che non ti pentirai! Noi scopriamo talenti e non sbagliamo mai, noi sapremo sfruttare le tue qualità, dacci solo quattro monete e ti iscriviamo al concorso per la celebrità Non vedi che è un vero affare? Non perdere l’occasione, se no poi te ne pentirai! non capita tutti i giorni di avere due consulenti, due impresari, che si fanno in quattro per te! Avanti non perder tempo, firma qua! È un normale contratto, è una formalità! Tu ci cedi tutti i diritti e noi faremo di te un divo da hit parade! Quanta fretta, ma dove corri, dove vai? Se ci ascolti per un momento , capirai! lui è il gatto, ed io la volpe, stiamo in società: di noi ti puoi fidar!”
È il 1977, Edoardo Bennato “sfonda” con il suo primo, vero, successo commerciale: si tratta di una rivisitazione in chiave rock della famosa favola di Pinocchio. Con questo disco in Italia nascono i primi video-clip e testi come IL GATTO E LA VOLPE (su riportato), lanciano Edoardo nell’olimpo dei grandi della musica italiana.. e siccome “nel paese delle bugie, la verità è una malattia” (Gianni Rodari) diventano il jngle dei “furbetti” di ogni età.
Ed in effetti, il problema della scorrettezza altrui, ammantata di buoni propositi (in sostanza le bugie ben raccontate), rappresenta uno dei fattori di maggiore difficoltà per ciò che riguarda le relazioni interpersonali.
Quell’asserzione coscientemente contraria alla verità, chiamata bugia, può essere (come spiegava Giovanni Russo ai suoi allievi) di tre tipi:
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- Per difesa: come nei casi in cui il bambino (o l’adulto poco cresciuto) deve proteggersi dalla punizione altrui;
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- Per evitamento: quando è bene non mettere al corrente gli altri di contenuti “molto personali” che potrebbero essere usati contro di noi;
- Per inganno: ogniqualvolta si tenta di mettere in atto un imbroglio a danno altrui.
Perché si raccontano bugie?
Partendo da quanto è stato spiegato sopra, si può concludere che, fondamentalmente, riguarda un problema nel rapporto con la verità e con la realtà oggettiva.
Non tutti, infatti, sono in grado di sopportare il gravame delle difficoltà del reale, che richiede disponibilità a lavorare sodo, per fronteggiare i problemi.
Il ricordo, così come la verità tenuta nascosta, è un killer che ferisce alle spalle. (Sören Kierkegaard)
Una volta stabiliti quali sono i motivi per cui si evita di essere corretti e sinceri con se stessi e con gli altri, cerchiamo di capire come scoprire gli indizi dell’inganno, nel comportamento altrui. In altre parole…
SMASCHERIAMOLI!
Di solito chi vuole smascherare l’inganno si sofferma di più sugli indizi che provengono dalle parole e dalla mimica facciale, rischiando così di cadere in errore. Infatti il mentitore, che si aspetta proprio questo, sceglie con accortezza le parole e controlla l’espressione del viso.
Però, siccome “nessun colpevole può essere assolto dal tribunale della propria coscienza” (Giovenale), se sospettiamo un inganno, dovremmo rivolgere la nostra attenzione a tutto ciò che è difficile da tenere sotto controllo consapevole:
- il tono della voce
- i movimenti del corpo.
E’, infatti, molto difficile nascondere i cambiamenti del tono di voce quando si producono emozioni in conflitto: e nessuno, in fondo è in grado di mentire, sapendo di mentire, in tutta tranquillità, i test della macchina della verità, lo confermano.
Per lo stesso motivo, anche il corpo lascia trasparire segnali compromettenti, non perché risulti difficile controllare i movimenti corporei, ma perché generalmente si tende ad ignorarli o, quanto meno, a sottovalutarli. Si è troppo occupati ad analizzare le parole e scrutare il volto di chi parla. Certamente anche le parole hanno il loro peso nello smascheramento di un inganno: spesso, infatti, esse dicono una cosa mentre la voce, i gesti, l’espressione facciale ne rivelano un’altra.
Indizi dell’inganno, nella voce
Pause troppo lunghe o troppo frequenti, esitazioni, intromissione nel discorso di segregati verbali quali “ehm” o “uhm” ripetuti indicano delle pause mentali, durante cui si cerca di mettere in piedi un costrutto: è bene considerarli indizi validi per far insorgere sospetti circa la presenza di un inganno. Anche le alterazioni del tono della voce, prodotte da disturbi emotivi per la presenza di conflitti, possono lasciare trasparire l’inganno, perché non facilmente camuffabili.
Attenzione, però. Non sempre e non tutti i segni vocali possono essere decodificati come elementi identificativi di menzogna: la collera o la paura, per esempio, provocano un’accelerazione o un aumento di volume della voce, mentre la tristezza provoca un suo rallentamento o abbassamento. Allo stesso modo, una voce acuta non sempre è indizio di falsità; a volte può segnalare anche paura, collera, eccitazione.
Indizi dell’inganno, nella gestualità corporea
Molti gesti convenzionali utilizzati al posto delle parole, sono quasi sempre eseguiti deliberatamente per formulare un messaggio. Esistono tuttavia dei lapsus gestuali molto simili ai lapsus linguae: si tratta di gesti involontari che forniscono informazioni su quanto il soggetto sta cercando di nascondere.
Nel lapsus compare solo un frammento di gesto, non l’intera azione e per di più eseguito in un contesto non consono. Proprio per questo riesce difficile accorgersene: quindi poniamo la massima concentrazione nell’osservazione!
I lapsus gestuali, quando si presentano, sono molto attendibili perché rivelano ciò che la persona vorrebbe nascondere. Lapsus gestuali emblematici possono essere una spallucciata, un pugno chiuso, il dito puntato, il sollevamento del labbro inferiore, un accenno di rotazione della mano.
I gesti illustratori sono un altro tipo di movimento corporeo rivelatore dell’inganno. Essi, pur essendo simili ai gesti emblematici, si distinguono da questi ultimi perché, in un contesto di inganno, tendono a diminuire mentre i primi tendono ad accentuarsi. Il bugiardo, infatti, nel parlare gesticola in modo meno vivace del solito a causa di interferenze emotive (i conflitti, sempre loro!) che possono ostacolare la coerenza del discorso.
Possono essere valutati come altro segno di menzogna le manipolazioni cioè tutti quei movimenti in cui una parte del corpo ne manipola un’altra (massaggia, strofina, pizzica, graffia ecc.). Queste azioni possono evidenziare un tentativo di autocontrollo mediante un’attenzione concentrata (costringendosi ad effettuare movimenti preordinati e ripetitivi) oppure uno scarico di tensione prodotta da situazioni conflittuali (e ci risiamo!).
Indizi dell’inganno nel viso
Il viso può rivelare menzogne attraverso indizi diversi. Alcuni di essi lasciano trapelare informazioni che si vorrebbero nascondere; altri rivelano semplicemente che viene nascosto qualcosa; altri ancora indicano la non autenticità di un’espressione. E’, comunque, molto difficile riuscire a capire che una persona sta mentendo guardandola solo in viso mentre parla, perché espressioni vere e false possono comparire a breve distanza l’una dall’altra, o addirittura contemporaneamente in parti diverse del viso.
Indizi di falsità possono essere le microespressioni, cioè quelle mimiche emotive che durano solo una frazione di tempo, circa un quarto di secondo e generalmente non sono visibili se non da un occhio esperto. Esse forniscono un quadro completo del sentimento che l’individuo vorrebbe dissimulare, ma di solito passano inosservate perché molto rapide. Purtroppo tali espressioni, capaci di rivelare in pieno un’emozione nascosta, non si verificano frequentemente.
Molto più comuni sono invece le espressioni soffocate cioè quelle espressioni che emergono sul viso e vengono interrotte bruscamente o coperte con un’espressione diversa, non appena il soggetto se ne accorge. Proprio il tentare di metterle a tacere può costituire un indizio significativo di falsità (conflittuale!). Sono, comunque, meno complete delle microespressioni. Attenzione, però, perché l’assenza di queste due espressioni non prova necessariamente la sincerità del soggetto.
Altri indizi di falso possono trapelare attraverso i muscoli facciali. Alcuni, cioè quelli che producono le espressioni emotive, sono difficilmente controllabili ed i movimenti ad essi connessi non si possono eseguire deliberatamente. I movimenti muscolari della fronte, per esempio, sono molto difficili da falsificare per cui i segni di un’emozione autentica in questa sede e nelle palpebre superiori non potranno essere coperti; tutt’al più potranno essere mascherati da un sorriso.
Quando una persona è triste, soffre o si sente in colpa, difficilmente riesce a nascondere il proprio sentimento perché gli angoli interni delle sopracciglia si sollevano e la palpebra superiore assume una forma triangolare, producendo un corrugamento al centro della fronte. Poiché è difficile produrre deliberatamente tale movimento, i sentimenti di tristezza, dolore e senso di colpa possono essere esibiti falsamente solo da persone abili, molto abili, le quali, per poter mentire, creano ad arte (come gli attori) nel proprio animo, sentimenti dolorosi.
Un’altra “via” da osservare è quella dello sguardo di chi ci sta di fronte. Gli occhi, solitamente considerati la “finestra dell’anima”, possono mentire: ammiccamenti, dilatazione della pupilla e lacrime forniscono informazioni che permettono di sospettare incoerenza e, quindi, possibile inganno.
Anche il rossore, il pallore e la sudorazione sono indizi di inganno difficilmente mascherabili. Il rossore, di solito, tradisce l’imbarazzo o la vergogna, meno frequentemente compare nelle manifestazioni di collera e nel senso di colpa.
Un altro indizio di menzogna può essere l’asimmetria. Le espressioni contorte, cioè quelle espressioni nelle quali l’azione dei muscoli è più intensa su una metà del viso, rivelano la falsità del sentimento manifestato. Tuttavia l’asimmetria non è una prova certa della falsità dell’emozione perché, anche certe espressioni autentiche possono essere asimmetriche. Le espressioni del viso che durano a lungo sono, probabilmente, false poiché di solito quelle autentiche sono di breve durata.
Concludiamo questa carrellata sui segni di menzogna ricavabili dal viso con l’accenno ad una delle mimiche più frequenti e gradite: il sorriso.
Questa manifestazione emotiva, non sempre esprime un’evidenza gioiosa. Esso è, tra le espressioni del viso, la più complessa in quanto segnala numerose emozioni, positive e negative. Tra i diversi tipi di sorriso prenderemo in considerazione quello falso, cioè quel sorriso che ostenta un’emozione fasulla. Vari sono gli indizi che permettono di riconoscere un sorriso falso:
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- è più asimmetrico del sorriso sentito;
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- non è accompagnato dall’azione dei muscoli intorno agli occhi (sollevamento delle guance, borse sotto gli occhi, lieve abbassamento delle sopracciglia, zampe di gallina);
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- può scomparire bruscamente o a scatti;
- copre i segni dell’emozione che vorrebbe dissimulare solo nella parte inferiore del viso.
Dopo questa carrellata di elementi, risulta evidente che, all’occhio attento, non sfugge il mentitore. Propongo, in conclusione, una succinta tabella sinottica per valutare chi ci troviamo di fronte:
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- valutazione dei criteri di autorevolezza: è importante conoscere “a priori”, la competenza dell’oratore rispetto all’argomento trattato;
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- analisi del verbale e del paraverbale (significato e significante energetico delle parole): difficilmente chi crede in ciò che dice e parla per farsi capire, si esprime dando prevalenza al tenore aggressivo;
- analisi della coerenza fra consapevole ed inconsapevole: in pratica, non è difficile scorgere incongruenze fra ciò che si dice e come ci si comporta in riferimento a quello che dice (quando si mente, esiste sempre una “lotta” fra ciò che si dice e come lo si dice).
A volte l’uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi si rialzerà e continuerà per la sua strada. (Winston Churchill)
Tanti auguri!
G. M. – Medico Psicoterapeuta
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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