Finalmente si ammette che mancano terapie farmacologiche adeguate!
News neuroscienze – P.N.E.I.
Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, la depressione provoca più invalidità di qualsiasi altra patologia ed è in aumento nel mondo, al momento sono circa 120 milioni le persone depresse. I farmaci in uso sono efficaci, ma migliorabili, eppure mancano sforzi di ricerca in questo settore. Molti brevetti sono in scadenza e il mercato sarà presto invaso da antidepressivi generici a basso prezzo, mentre il costo delle nuove molecole è in costante crescita e sistemi sanitari o assicurazioni non sono disposti a pagarlo.
Gli antidepressivi che agiscono sulla serotonina sono oggetto di periodici attacchi da parte di ricercatori, come l’inglese Irving Kirsch dell’università di Hull, che aveva paragonato la fluorexina al placebo e ribadito che le psicoterapie e l’esercizio fisico sarebbero più efficaci. La ricerca sulla depressione è valutata come settore d’investimento ad alto rischio perché gli studi di efficacia sono molto costosi e gli effetti sono difficili da quantificare. Medici di medicina generale e specialisti chiedono però antidepressivi più efficaci, con un’attività più duratura e con meno effetti collaterali come l’aumento di peso o le disfunzioni sessuali.
Pur comprendendo la necessità di nuovi farmaci, non possiamo dimenticare che esiste sempre un motivo per generare i processi necessari a creare la determinazione del tono dell’umore, nel bene e nel male.
E poi, perché non proviamo a riflettere, andando “oltre”?
Se una persona depressa venisse messa, velocemente e significativamente, nelle condizioni di neutralizzare tutti gli effetti negativi del quadro morboso… cosa farebbe? Come impegnerebbe la propria esistenza? Siamo sicuri che sarebbe in grado di elaborare strategie idonee a capire come… e perché spendere la propria vita “in salute” più che in malattia? Se poi, proprio, non riusciamo a pensare di fare a meno dei farmaci, che almeno siano quelli capaci di dialogare con le cellule astrocitarie, visto che sono loro a comandare sulle sinapsi.
Ultima riflessione
Con molta probabilità questo non accadrà, per due motivi:
- Senza depressione, come giustificheremmo il nonsenso quotidiano?
- Nel caso in cui si riuscisse, comunque, ad eliminare chimicamente i disequilibri neurotrasmettitoriali… poi, le case farmaceutiche, a chi venderebbero gli antidepressivi?
Fonti
- Corriere della Sera, 21 giugno 2010 pag. 25.
- www.edott.it 21 giugno 2010
G. M. Medico Psicoterapeuta
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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