Piccolo vademecum per “digerire” il pasto..
Le critiche al turismo italiano in questi giorni sono aumentate, e purtroppo, alcune sono anche fondate.
E’ quanto si evince analizzando gli ultimi episodi di truffe a danno di turisti, soprattutto stranieri.
Chi non ha sentito parlare del caso avvenuto qualche tempo fa a due turisti giapponesi che in vacanza a Roma, hanno pagato per un pranzo un conto di quasi 600,00 euro?
Questo è di certo un caso eclatante, ma casi di speculazione a discapito di turisti sono all’ordine del giorno, specie nelle città a forte vocazione turistica, dove prezzi e tariffe raggiungono livelli altissimi.
Per rendersi conto di ciò basta prendere un caffé a Piazza San Marco a Venezia, o una bibita seduti al tavolino di un bar in pieno centro storico a Roma. I prezzi non sono certo convenienti, ma non è solo questo il problema.
I ristoratori infatti, tendono a modificare i listini a seconda che il cliente sia un cittadino residente o un turista, peggio ancora se cinese o giapponese, perché hanno meno dimestichezza con la lingua e con l’ euro e si ritiene siano più ricchi.
Di leggi anti-truffa il Parlamento italiano ne ha già varato a bizzeffe, il problema è come farle rispettare, in considerazione del fatto che l’Italia sta perdendo competitività rispetto molte altre mete turistiche come Croazia, Grecia, Tunisia, Spagna che offrono tariffe più convenienti e sevizi migliori.
La soluzione è tagliare i listini, migliorare i servizi, aumentare i controlli magari mediante agenti in borghese in bar e ristoranti per sanzionare duramente le speculazioni col ritiro della licenza.
Molti, in generale, sono i turisti che tornano delusi dalle vacanze a causa di disservizi o truffe da parte di operatori turistici e ristoratori scorretti.
In cima alla lista delle lamentele ci sono quelle legate ai trasporti come ritardi, perdita di bagagli e overbooking, e quelle relative alle strutture ricettive quali alberghi, ristoranti, per i prezzi gonfiati, i depliant ingannevoli ed altri problemi propri delle camere d’albergo.
Vi sono, però, delle semplici accortezze che possono risultare preziose per non incorrere in brutte sorprese, e qualora si ci rendesse conto di essere stati raggirati è bene denunciare sempre gli operatori scorretti alle autorità competenti.
Per scongiurare una situazione che rischia di screditare tutta la categoria dei ristoratori, la maggior parte dei quali svolge il proprio mestiere con coscienza, professionalità e onestà, la Fipe (federazione che rappresenta più di 200 mila imprese tra ristoranti, bar, stabilimenti balneari e discoteche) ha deciso di dar vita ad una interessante iniziativa: l’esposizione di un marchio di trasparenza dei prezzi da consegnare ai tanti ristoratori onesti che si rivolgono con professionalità ai clienti.
- Una sorta di “certificazione di qualità dei prezzi” che permetterà ai consumatori di sentirsi garantiti.
A questi sarà data la possibilità di telefonare ad un numero verde per segnalare e/o denunciare eventuali scorrettezze che in tal caso verranno punite dalla federazione.
Le truffe messe in atto da alcuni ristoratori privi di scrupoli minano e penalizzano il turismo italiano e dunque l’intera economia della nazione, creando situazioni di disagio e di disaffezione nonostante la bellezze naturali culturali ed artistiche dell’Italia.
L’ abc per non farsi truffare al ristorante:
- Assicurarsi che il menù sia esposto. Il ristoratore ha infatti l’obbligo di esporlo con i relativi prezzi delle singole portate. Prima di entrare nel locale accertarsi sempre dei reali costi.
- Chiedere, sempre il menù, anche quando il ristoratore non lo consegna e stila la lista dei piatti del giorno verbalmente, verificando se le offerte sono nel menù con i relativi prezzi.
- Accertarsi che ogni portata abbia accanto il prezzo.
- Servizio, coperto e pane o altri costi, possono essere decisi liberamente dal ristoratore, ma devono essere riportati sul menù (fanno eccezione i ristoranti del Lazio, dove una legge regionale ne vieta l’addebito), in modo che il cliente abbia consapevolezza del costo reale dell’intero pasto.
- Prestare attenzione ai cibi surgelati, devono essere obbligatoriamente indicati sul menù (è sufficiente anche un asterisco (*) seguito dalla dicitura “prodotto surgelato”).
- Non ordinare mai bottiglie di vino di cui non si è a conoscenza del costo; per evitare sorprese si consiglia di farsi consegnare la carta dei vini per prendere visione dei prezzi.
- A fine pasto chiedere sempre la ricevuta fiscale e verificare se i prezzi segnati in essa corrispondono a quelli indicati sul menù, compresi eventuali costi riferiti a servizio, coperto, ecc.
- Conservare sempre la ricevuta fiscale, prova di eventuali raggiri.
- In caso di contestazione della ricevuta chiamare i vigili.
- La mancia in Italia non è obbligatoria.
Oltre a ciò, è utile rammentare che il ristoratore è responsabile degli oggetti lasciati in custodia dal cliente e ne risponde in caso di furto.
Non è invece responsabile se l’oggetto non gli viene consegnato (es. cellulare lasciato incustodito sul tavolo)
Il ristoratore, tra l’altro, non può rifiutare la consumazione di una sola portata, anziché di un intero pasto.
Ancora una volta i servizi turistici nell’occhio del ciclone..
Certo, non è rilassante, dal punto di vista psicologico, per il consumatore, stare all’erta anche quando si reca al ristorante, che, invece, dovrebbe rappresentare un’occasione per trascorrere il tempo in modo piacevole e, magari, in compagnia.
Pratica, tra l’altro, molto diffusa in Italia e legata alla grande tradizione culinaria che da sempre caratterizza il Paese.
Concedersi, infatti, un buon pasto nei tanti ristoranti, trattorie e osterie disseminate in tutta Italia, soprattutto, nei periodi di vacanza, è un modo gradevole per svagare la mente, nutrendo il corpo con pietanze sapientemente preparate. Dover, invece, restare sempre vigili, anche in simili momenti, equivale a non staccare mai la spina dalla solita routine che, richiede un’attenzione ai massimi livelli, per svolgere quei compiti che il nostro ruolo impone.
E’ necessario, dunque, riuscire a vivere le situazioni non sempre piacevoli che possono riguardare le nostre ferie, con un certo distacco, senza però, scendere a compromessi relativamente a quelli che sono nostri diritti.
Informazione e flessibilità (soprattutto nei nostri confronti) sono, dunque, le parole chiavi per assicurarci divertimento e riposo.
Maria Cipparrone
(avvocato e counselor)
Iscritta all’Albo degli Avvocati del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, Patrocinante in Cassazione, esercita la professione di avvocato in materia di diritto civile, in particolare diritto di famiglia, del lavoro e della previdenza, diritto dei consumi, recupero crediti. Dal 1995 è Giurista d’Impresa. Dal 2006 al 2012, presso varie emittenti radiofoniche e televisive locali, ha partecipato come ospite fissa in trasmissioni di informazione giuridica. Dal 2015 si dedica alla tutela degli animali, rappresentando cittadini privati e associazioni animaliste sia in processi civili che, come parti civili, nei processi penali (Abilitazione all’esercizio della professione di avvocato conseguita in data 29/06/1998). Iscritta all’Albo dei Giornalisti- Elenco pubblicisti dal 26/10/2002.