Brevi riflessioni su una linea “troppo” dritta.
Counseling
Penso che qualsiasi cosa un essere umano sia, ha dovuto impararlo. Non si può credere che una persona è in un modo solo perché c’è nata. Un bambino che cresce non può sapere cosa sia la rigidità caratteriale, il senso di responsabilità. Ha visto e sentito cose che sono entrate dentro di sé, e si sono impresse nella memoria delle sue cellule.
Cosa sono rigidità caratteriale e senso di responsabilità?
La rigidità caratteriale è l’espressione delle nostre paure. È l’indicatore dei mille dubbi che ci portiamo dentro. Il risultato finale delle nostre indecisioni.
Un essere umano che cresce correttamente impara a valutare un evento su una scala immaginaria che, per esempio, va da 0 a 100.
La persona rigida invece, limita la sua scala di valutazione, riducendola tanto più è il suo grado di paure. Nella valutazione che va da 0 a 100 si apre tutto un ventaglio di risposte possibili alle sollecitazioni esterne, compresi eventuali modi sbagliati di comportarsi.
In questo caso si offre la possibilità di modulare il proprio atteggiamento come meglio si crede, anche sbagliando.
In seguito sviluppando le proprie capacità di riflessione, si giungerà a compiere delle scelte frutto delle proprie esperienze vissute in maniera completa e cioè da 0 a 100 della nostra scala.
La persona rigida invece si rifiuta, perché l’ha imparato, di percorrere tutta la "scalinata" perché non sa cosa c’è oltre ed ha paura. È convinta che solo sui suoi pochi gradini possa trovare le risposte alle domande sul perché della nostra esistenza.
La rigidità non permette di fare esperienze, ci limita, può farci sentire soli perché vediamo gli altri crescere mentre noi rimaniamo lì a rimuginare sul fatto che non ci siamo spinti oltre.
La soluzione, per quanto la nostra rigidità ci impedisca di accettarla, è semplice.
Basterebbe salire un piccolo gradino, ogni volta che ce la sentiamo, per osservare che il mondo non finisce lì dove noi arriviamo con lo sguardo. Quello che l’esperienza terrena ci offre è cosi magnificamente tanto che abbiamo solo l’imbarazzo della scelta sulla strada da seguire, per passeggiare sulla "scalinata" che ci porta alla felicità.
Il senso di responsabilità è, al contrario della rigidità, un valore che va coltivato.
Indica il grado di crescita maturativa di una persona che garantisce con il suo comportamento un operato corretto.
Sentirsi responsabili dell’andamento di una qualsiasi cosa, aumenta la fiducia in se stessi.
Aiuta a sentirsi utili e integrati all’interno del contesto in cui si opera.
Aumenta l’autostima, producendo ricadute positive sul nostro benessere psicofisico.
L’unico aspetto negativo può manifestarsi quando a questo lato positivo di un essere umano, uniamo la rigidità caratteriale. Quest’ultima ci impedisce di vivere serenamente l’evolversi delle cose in quanto che ci fa vedere o tutto bianco o tutto nero. Non ci dà la possibilità di sbagliare, e quando succede, può produrre sensi di colpa maceranti.
Per uscirne quindi, non va modificato il senso di responsabilità, che nella giusta misura produce esseri umani migliori, ma lavorare sul fatto che qualsiasi sia il nostro compito, ci è concesso sbagliare.
E solo sbagliando avremo più chiarezza dentro di noi.