…perché il sesso ti “sorrida”.
SESSUALITA’ ED EROTISMO
Per avere rapporti sessuali più liberi e intensi bisogna ascoltare la propria voce interiore e quella dell’altro, liberarsi dai discorsi convenzionali e accettare di essere sorpresi .L’arte dei veri incontri è prima di tutto l’improvvisazione.
Si è tentati di pensare che, per fare bene l’amore, occorre acquisire una tecnica. Credo che occorra imparare, al contrario, una forma di ignoranza. Farsi invadere da un sapere di tipo manualistico sulle tecniche migliori per fare l’amore, toglie infatti tutte le possibilità di incontrare se stessi e l’altro. Meglio quindi dimenticare tutto questo, perché il piacere non è mai là dove i luoghi comuni lo aspettano. La sessualità è lo spazio, per ognuno, delle proprie invenzioni, delle proprie paure, delle proprie fantasie e desideri più segreti, dove si è unici e non si assomiglia a nessun altro. Si tratta dunque di ammettere, decisamente, che non si sa cosa si deve fare, cosa si deve dire, verso cosa si va, né se è ragionevole andare. Essere all’ascolto di questa voce singolare che ci istruisce, è il solo obiettivo da seguire. La sessualità ha a che fare con il rapporto che la persona ha con se stessa, la fiducia in se, il piacersi, la capacità di accettare il proprio corpo. Uno degli errori ricorrenti nel comune modo di pensare è quello di considerare il rapporto sessuale come se fosse una performance di tipo sportivo. Ma è bene fare attenzione, perché curare la “prestazione” cercando di fare bella figura può far perdere il sapore autentico del piacere sessuale.
Perché è così difficile lasciarsi andare all’ascolto della parte più intima di sé?
Perché temiamo che questa voce ci sveli cose non troppo piacevoli su noi stessi o che ci faccia pronunciare delle oscenità, che escono dalla nostra bocca come, nelle fiabe, i rospi escono dalla bocca dei malvagi. Abbiamo paura di scoprire che il nostro desiderio è infedele alle regole, a quello che noi crediamo e a quello che vorremmo essere. Abbiamo paura di essere colti nel come si è, dietro all’apparenza, all’immagine, al ruolo. E, sempre in nome di questa paura, molti respingono le loro fantasie: pensano che se lasciano parlare queste immagini, verranno trascinati verso la dissolutezza. Ma imparare a fare l’amore presuppone di accogliere queste fantasie, perché poggiano sui nostri desideri inconsci, che dissimuliamo alla nostra coscienza, per “non sconvolgerci”.
Come superare questa paura se è inconsapevole?
Il primo passo è riconoscere che non si sa, poi permettersi di ascoltare le paure e di identificarle. La sessualità è il solo luogo dove è impossibile barare con se stessi. Dirsi “io godo”, quando non si gode affatto, non serve a niente. Sarebbe invece costruttivo affrontare il problema parlandone insieme, esprimendo i propri dubbi, il proprio disagio e riuscire a lasciare andare le potenzialità dello spirito. Le nostre fantasie sono lì per aiutarci. Lasciandole affiorare, stimolano il nostro corpo a dilatarsi e, a poco a poco, a essere invaso dalle emozioni, dal desiderio. Alla fine, il nostro corpo, se ci mettiamo all’ascolto di tutti gli infiniti movimenti che lo attraversano, ci guida tanto quanto noi lo guidiamo. Affannarsi per raggiungere l’orgasmo, inventare nuove posizioni oppure giochi erotici non serve a niente se non si accetta se stessi e non si è in contatto con le sensazioni così come si presentano nel rapporto.
Con alcuni partner, si ha l’impressione che non c’è molto da imparare.
Raggiungere il piacere è una conquista personale, un viaggio che evolve a ogni nuovo incontro amoroso per diventare col tempo vera pienezza sessuale. L’autentico appagamento esige un clima di confidenza, rispetto e immaginazione, che consente di lasciarsi andare senza inibizioni, con fiducia. Quando arriviamo ad ascoltarci, attraverso ogni nuovo partner, si tratta di un diverso incontro con noi stessi. Ogni relazione ci aiuta infatti a comprendere meglio quello che noi riteniamo di sapere della nostra intimità. Così come, quando rifiutiamo certe pratiche sessuali, manifestiamo il grado di intimità che abbiamo con quel partner. La sessualità insomma ci riporta sempre all’improvvisazione. Ripeto: occorre accettare di non sapere, di essere sorpresi. Nel sesso non c’è mai nulla di scontato.
Uomini e donne incontrano problemi specifici legati alla loro sessualità?
No. L’ansia da prestazione oggi interessa sia gli uomini sia le donne.
Il sesso assomiglia sempre più spesso a una prova, a una prestazione che, in quanto tale, richiede una gara con se stessi e con il partner. Sembra quasi che si verifichi un trasferimento della competitività dalla vita e dal lavoro alla sfera sessuale. Detto questo, aggiungo che, quello che crea la differenza fra l’altro e se stessi, oltrepassa i segni fisici e culturali in base ai quali si definiscono il maschile e il femminile. Si tratta del nostro inconscio, basato sui modelli familiari. Il modo che hanno avuto i nostri genitori di vivere la loro sessualità ha avuto un impatto sul nostro. Prendiamo per esempio, certi discorsi attuali secondo i quali la sessualità delle donne sarebbe oggi totalmente libera. Ma, a un’analisi più approfondita, scopriamo che anche le nuove generazioni portano dentro si sé le inibizioni delle loro madri. Per esempio, con i divieti ad avere l’orgasmo che possono essere molto forti, lasciati in eredità da conscio a inconscio…
Quando una donna ha compreso come arrivare all’orgasmo, non è tentata di riprodurre lo stesso scenario sessuale?
E’ una tendenza inerente la sessualità. Sia per gli uomini sia per le donne. C’è una totale mancanza di conoscenza, in materia sessuale, che quando troviamo qualcosa che funziona, la teniamo. I nostri incontri non hanno bisogno di essere ogni volta delle creazioni originali. Se i due partner sono soddisfatti, tutto va bene. Se, invece, ci si sclerotizza, occorre cercare delle protezioni. Basta a volte uno spostamento impalpabile, per introdurre qualcosa di nuovo e rilanciare il desiderio della scoperta.
LA SESSUALITA’ E’ IL SOLO LUOGO DOVE NON E’ POSSIBILE BARARE CON SE STESSI, DOVE SI E’ UNICI E NON SI ASSOMIGLIA A NESSUN ALTRO
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
Pagina personale
Canale youtube: