Il dimorfismo.
Sessualità ed erotismo – 1
La determinazione del sesso: quando, come e perché – L’identità di genere
Maschio o femmina? Nella realtà, orientarsi è meno semplice di quanto possa sembrare, a livello intuitivo. Cominciamo dalla derivazione etimologica. Maschio deriva principalmente dal latino masculus e identifica quella parte di ogni strumento destinata ad essere inserita nel vuoto di un altro. Femmina invece, deriva dal latino femina e dal greco feo e significa, letteralmente, feconda e capace di allattare.
La determinazione del sesso (dal latino secus e dal greco tacos e significa “l’essere proprio del maschio e della femmina, in funzione della capacità di procreare”) va identificata, come per ogni manifestazione umana, sul piano anatomico, biologico, fisiologico e psicologico. Sul piano scientifico, si sa che la differenziazione “psicofunzionale” in senso maschile o femminile dipende da diversi fattori e che tutti devono essere in accordo per poter decretare con sicurezza il sesso di una persona. La maggior parte di questi fattori sono di natura biologica e agiscono durante la gravidanza in almeno quattro fasi: la determinazione genetica del sesso, la differenziazione delle gonadi (cioè testicoli e ovaie), quella dei genitali interni ed esterni e quella del cervello (nel senso della futura coordinazione psiconeuroendocrina post puberale). Esistono quindi diversi tipi di sesso: genetico, gonadico, genitale, neuropsichico.
Oltre ai fattori biologici (genetici, neuroendocrini, anatomici, etc.) rivestono un ruolo molto importante anche gli aspetti ambientali (contesto familiare, sociale, culturale in genere, storico, geografico, etc.) in cui la persona cresce, fin da piccola: alcuni studiosi, a tal proposito, parlano di “sesso di allevamento”.
Possiamo concludere che, questi diversi fattori, portano alla formazione dell’identità di genere, cioè quell’insieme di percezioni, sensazioni e relativi comportamenti per cui l’individuo si sente maschio o femmina e che, di solito (ma non sempre) coincide con il sesso biologico. All’identità di genere si correlano sia il ruolo sessuale nell’ambito della Società (cioè il fatto di comportarsi secondo gli standard ritenuti comuni per l’uomo o la donna ,in relazione al periodo storico e al contesto geografico) sia il tipo di orientamento sessuale.
X o Y: pari non sono!
Il primo elemento a determinare il sesso biologico di un individuo è il suo corredo cromosomico, che viene stabilito al momento del concepimento dalla fusione tra la cellula uovo materna e lo spermatozoo paterno. Nell’essere umano, questo corredo comprende 46 cromosomi,
tra cui la coppia di cromosomi sessuali – XX per la femmina e XY per il maschio – che rappresentano il sesso genetico.
In realtà, per i primi 40 giorni di vita l’embrione, indipendentemente dai cromosomi che possiede, è neutro: le gonadi sono indifferenziate e sono presenti sia l’abbozzo dell’apparato genitale femminile (una coppia di canali chiamati dotti di Muller) sia l’abbozzo dell’apparato genitale maschile (i dotti di Wolff).
Solo a partire dalla sesta settimana di gravidanza comincia il differenziamento, guidato dalla presenza o meno del cromosoma Y. Su questo cromosoma, infatti, è presente un gene, chiamato SRY (sex determining region Y), che, attraverso la produzione del fattore antimulleriano, indirizza lo sviluppo in senso maschile promuovendo la trasformazione delle gonadi in testicoli e inibendo lo sviluppo delle ovaie, mentre nelle femmine la formazione delle ovaie avviene automaticamente. Si potrebbe concludere che, quello femminile sia il sesso “di base” stabilito dalla Natura che, a volte , viene indotto a modificarsi per attivazione del gene SRY da pate del cromosoma Y.
Oltre a essere responsabile della formazione dei testicoli, il gene SRY è responsabile di una catena di eventi fondamentali per lo sviluppo dei genitali interni maschili: da un lato, impedisce lo sviluppo in senso femminile provocando la regressione dei dotti di Muller, che costituiscono l’abbozzo delle vie genitali femminili. Dall’altro, promuove lo sviluppo nel testicolo di cellule che, a partire dall’ottava settimana di gravidanza, cominciano a produrre elevati livelli di testosterone. A sua volta, questo ormone promuove la mascolinizzazione stimolando lo sviluppo dei dotti di Wolff, da cui, si origineranno i genitali maschili.
Nelle femmine, l’assenza di SRY e di elevati livelli di testosterone porta direttamente allo sviluppo dei dotti di Muller che, alla fine della gravidanza, formeranno i genitali femminili.
Sviluppo puberale
Una volta “venuti al mondo”, gli ormoni giocano un ruolo fondamentale anche durante la pubertà, in quello dei caratteri sessuali secondari, tutti quegli elementi, che permettono di distinguere i maschi dalle femmine e che in genere costituiscono fonte di attrazione tra individui di sesso diverso, come la morfologia scheletrica e la diversa distribuzione corporea dei peli o del grasso.
In particolare, nelle femmine, gli estrogeni prodotti dalle ovaie promuovono lo sviluppo del seno, l’allargamento delle pelvi e l’aumento della distribuzione del grasso a livello di anche, glutei e seno.
Nei maschi, invece, gli elevati livelli di testosterone sono responsabili dell’aumento della massa muscolare e dell’ispessimento delle corde vocali e delle ossa.
E’ interessante notare come, sul piano psiconeuroimmunoendocrinologico, sia dimostrabile che il sistema nervoso (mediante neurotrasmettitori e neuromodulatori) sia in grado di influenzare considerevolmente l’attività di quello endocrino soprattutto grazie all’attività di coordinamento di una struttura chiamata Ipotalamo, le cui attività di maggiore spicco, consistono:
- Nell’avere un ruolo di coordinazione nella gestione e nella trasmissione delle emozioni
- Nella gestione dell’apparato endocrino, tramite la collaborazione dell’ipofisi
- Nella regolazione e coordinazione delle attività cosiddette “autonome”, con il coinvolgimento del Sistema Nervoso Vegetativo (Temperatura corporea, fame e sete, ritmo sonno – veglia, funzioni sessuali, secrezione acida dello stomaco, etc.).
Per svolgere tutte queste funzioni, l’Ipotalamo prende informazioni sia dall’interno che dall’esterno dell’organismo.
All’interno, determina connessioni con il Sistema limbico (che elabora informazioni e “dialoga” con il Sistema Neuroendocrino e quello Neurovegetativo) tramite Amigdala e Ippocampo (la via di collegamento fra Ipotalamo e ippocampo è costituita da un fascio di fibre chiamato fornice) e con la Corteccia tramite il Talamo (Che è un punto di smistamento di informazioni). Inoltre, verso il basso, è connesso con il midollo allungato e con il midollo spinale: quindi dialoga bene con il Sistema Nervoso Autonomo.
Dall’esterno, tramite il Nucleo soprachiasmatico, l’Ipotalamo riceve il segnale della luce e del buio che gli consente di regolare gli orologi biologici interni.
Discorso a parte merita il suo collegamento con l’Ipofisi. La ghiandola ipofisaria si trova allocata al centro della base cranica, all’esterno dell’encefalo, all’interno della fossa ipofisaria del corpo dell’osso sfenoide, chiamata anche “sella turcica”. Questo collegamento è reso possibile perché una porzione dell’Ipotalamo costituita da fibre nervose e vasi sanguigni e identificata come Eminenza mediana, attraversa la barriera ematoencefalica, fuoriesce dall’area cerebrale e va a costituire la parte posteriore della ghiandola ipofisaria prendendo il nome di Neuroipofisi. Lo stretto rapporto fra queste due strutture (Ipotalamo e Ipofisi) che finiscono col diventare, in parte, una sola (Ipotalamo e Neuroipofisi) realizza una connessione forte fra Sistema Nervoso, Sistema Endocrino e Sistema Immunitario, il che garantisce la regolazione dei processi vitali fondamentali.
In pratica, non è difficile concludere che, l’attività psichica influenzi in maniera preponderante addirittura lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, attraverso una regolazione di molti sistemi ormonali dell’organismo.
Il dimorfismo sessuale
Il dimorfismo sessuale è l’insieme di differenze fra esemplari maschi e femmine di una stessa specie che non riguardano gli organi genitali (le differenze riguardanti questi ultimi sono dette dicotomie sessuali).
Esempio: nella specie Homo sapiens sapiens i maschi sono mediamente più pesanti, più robusti e più forti delle femmine, che da parte loro hanno il bacino più largo e più inclinato all’indietro, spalle più strette, una diversa distribuzione del grasso corporeo e voce più acuta.
Identità e diversità: generalità e cenni storici.
Quando si parla, dunque, di differenziazione sessuale, bisogna considerare, dapprima, gli aspetti biologici alla base della formazione di individui sessualmente diversi: la stessa parola sesso nella sua radice linguistica (dal latino seco: in fondo “separo”) contiene intrinsecamente questo concetto e ci riporta ad una modalità di approccio basata sul principio di diversità, anche se ben sappiamo che ciò che divide, al contempo, unisce.
Successivamente, fattori legati all’apprendimento, alla relazione con l’altro, in primis la relazione parentale, andranno a formare quegli aspetti legati al pensiero, proprio a ciascuno ma simile a tutti, tipicamente umano, che rendono un individuo uguale all’altro nell’appartenenza alla specie umana e così profondamente diverso nell’esperienza della vita.
I vari “sessi”
Il presupposto biologico per una riproduzione sessuata è data dall’esistenza di un dimorfismo sessuale. Questo risultato, “dimorfico”, soprattutto nella specie umana, presuppone un articolato, quanto complesso, lavoro di “specializzazione” operato dalla Natura, la cui conoscenza, in fondo, ancorché incompleta, è nozione relativamente recente. Solamente all’inizio del ventesimo secolo, attraverso il riconoscimento dei cromosomi sessuali, si sono gettate le basi per un’adeguata comprensione del processo.
Partiamo dal principio che, con il termine cariotipo si indica, in citogenetica, (che studia la morfologia dei cromosomi, per quanto visibile al microscopio ottico, e il cariotipo, ossia l’insieme dei cromosomi di una cellula), la costituzione del patrimonio cromosomico di una specie dal punto di vista morfologico, che il cariotipo di una cellula eucariota (dotate di nucleo contenente il DNA) è dato dal numero e dalla morfologia dei suoi cromosomi e che l’analisi del cariotipo è una rappresentazione ordinata del corredo cromosomico di un individuo.
Premesso ciò, proviamo ad analizzare le modalità di definizione e le possibili sfaccettature di questo dimorfismo possiamo riconoscere diversi “ambiti” di osservazione: ne osserviamo qualcuno.
- Sesso genetico: corrisponde alla formula cromosomica differente negli uomini e nelle donne (44 cromosomi più uno “XY” per il maschio e 44più uno “XX” per la femmina);
- sesso gonadico: risultante dalla differenziazione in ovaie e testicoli della gonade primitiva;
- sesso ipotalamico: determinato dal tipo di produzione degli ormoni stimolanti la secrezione delle gonadi: produzione continua nell’uomo e produzione ciclica nella donna. Influenzato dall’ambiente esterno (apprendimenti) influenza il comportamento sessuale;
- sesso genitale esterno: il sesso dello stato civile, dichiarato alla nascita in base all’aspetto degli organi genitali;
- sesso sociale: quello che gli altri si aspettano, sul piano comportamentale, in relazione agli aspetti precedenti;
- sesso ambientale: comprende tutte quelle modalità (espressioni, giuochi, abbigliamento, comportamenti indotti, etc.) con cui il bambino si relazione come modello di identificazione.
…CONTINUA
Bibliografia
- LIDZ T., La persona umana. Suo sviluppo attraverso il ciclo della vita. Roma, Astrolabio 1971.
- Master & Johnson – Il sesso e i rapporti amorosi – Firenze Longanesi Ed. 1987
- E. Fromm – I cosiddetti sani (la patologia della normalità) – Milano Mondadori Editore 1996
- Anonimo del secolo XVIII – L’arte di piacere alle donne (e alle amabili compagnie) – Roma Quiritta ed. 2000
- A. C. Guyton – Trattato di Fisiologia Medica – Padova Piccin Ed. 1985
- G.Lindzey – R.F. Thompson -B. Spring – Psicologia – Bologna Zanichelli Ed. 1991
- N. R. Carlson – Fisiologia del comportamento – Padova Piccin Ed. 2000
- Renato Dulbecco – La mappa della vita – Milano Sperling & Kupfer Editori 2005
G. M. – Medico Psicoterapeuta
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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