Che passione!
Quaderni di psicologia – 20
Sembrerebbe così. Altrimenti perché l’umanità intera, almeno quella che può permettersi di soddisfare i bisogni primari indispensabili, si affannerebbe tanto nella ricerca di ciò che inevitabilmente genera affanno!? A constatarne la diffusione parrebbe essere qualcosa di bello, attraente, ammaliante e forse, nella sua negatività, lo è. È comodo, fa comodo essere così impegnati da non poter dedicare tempo a se stessi se non per apparire. Ma conoscersi? Quello no, è troppo impegnativo. Bisognerebbe mettersi in discussione, applicarsi in qualcosa di utile e produttivo come migliorare se stessi e la propria vita, ma in fin dei conti si può tirare avanti anche così, rimandare, e poi, occupandosi tanto, spesso troppo, degli altri e di altro non ci si pensa più. Beh, svegliamoci. Poiché se qualcuno ancora vuole illudersi di vivere quando mente e corpo non sono in equilibrio armonico, sappia che sopravvive in un surrogato della vita vera. Il che può andare anche bene…, ma perché? Perché non accendere il pensiero per illuminare la strada della conoscenza. In ognuno di noi c’è un intero mondo da scoprire e non lo conosciamo. Potenziale enorme sprecato, possibilità negate perché non individuate e tempo vitale perso perché rimandato. Ma rimandato a chi e quando. Adesso è vita e certezza di essa, adesso ci sono e so che posso, e adesso: voglio. È audace!? Forse. Ma non è meglio esserlo!? Aspettare, fasi transitorie che generano malessere per altre attese ed altre sofferenze, e intanto, ci ubriachiamo di stress. Penso che a vederci dall’alto potremmo sembrare tante formiche che si affannano a cercare e cercare sempre qualcosa di più e di diverso, ma alla fine tutte trovano le stesse cose e si ritrovano nello stesso punto. Giorno dopo giorno, diligentemente. Perché. Voi non potete sentire, ma lo sto urlando, quasi volessi farlo arrivare a tutti, dargli più forza, quella che scuote e risveglia; la curiosità di sapere di sé, dell’essere umano, di ciò che lo rende felice e ci rende felici. Veramente, fino in fondo perché ogni giorno possa essere pieno e soddisfacente. Imparare l’arte dell’equilibrio e la neutrergia, assaporare l’armonia di una condizione personale armonica, trovare il soggettivo modo di arrivare a quella pace di cui tanto, tutti parliamo, ma che nessuno è disposto a conquistare. Sembra un mistero, ma la verità è che è un bene prezioso che non viene concesso bensì conquistato, con la lotta, quella con se stessi. Lavorando, studiando e conoscendo di ciò che è su noi e per noi. Per migliorare e crescere nella consapevolezza e nel rispetto del nostro valore come soggetti unici, diversi e per questo grandi. Grande è il nostro potere: il cambiamento. Difficile sì, ma soddisfacente impresa che, dedita al superamento dei propri limiti, sostituzione degli apprendimenti sbagliati e spesso di persone e luoghi, porta quell’innovazione e quel meraviglioso sconvolgimento che dà sale e sapore alla nostra esistenza. È la vita che lo impone, essa cambia e noi con essa, basta accettarlo e per quanto non facile chi ha detto che dovrebbe esserlo. E se lo fosse sarebbe forse meglio!? Non possiamo farci spaventare dalle difficoltà. Osiamo e se sbagliamo cadiamo e ci rialziamo; avremo forse delle ferite, ma per combattere e in prima linea. Per noi, per un’esistenza migliore. Impariamo a trovarla nel nostro mondo interiore e vivremo meglio in quello esterno poiché troveremo quella dimensione di pace e serenità che può sconfiggere questo odierno nemico amico Stress.
Dora Principe
