Da molti anni, di questi periodi, mi pongo sempre la stessa domanda e la cosa mi avvilisce perché significa che non trovo la risposta che cerco; mi domando perché, in Calabria, soprattutto in provincia di Cosenza, la stagione estiva, turisticamente parlando, cominci intorno alla prima settimana di agosto per concludersi verso la fine dello stesso mese. Certo, si parla di crisi economica (in verità ormai da tempo immemorabile) e l’argomento viene, puntualmente, liquidato adducendo, proprio, tale motivazione. Se ciò fosse vero, però, un’altra domanda nascerebbe spontanea, ovvero, questa benedetta crisi economica non dovrebbe coinvolgere tutto il nostro paese comprese le altre province calabresi?A ben guardare le cose non stanno proprio così, infatti, in altre regioni del bel paese, sin dal mese di giugno, gli stabilimenti balneari al pari dei tratti di spiaggia considerata “libera”, sono popolati da vacanzieri che, oltretutto, muovono l’economia di quelle zone turistiche. Dalle nostre parti, se vogliamo veramente intraprendere un cammino di verità, le spiagge vivono, eccezion fatta per i week-end, periodi di beata solitudine…ma fosse solo questo, in realtà c’è di più; per esperienza personale, infatti, posso affermare che, nei giorni infrasettimanali, se si volesse decidere di sfuggire alla calura estiva e di andare a dormire baciati dalla fresca brezza marina, l’indomani, quando si sarebbe pronti ad affrontare una nuova giornata di lavoro, alle ore otto della mattina, prima di ripartire, saremmo costretti a lunghi giri prima di trovare un bar aperto per poter gustare un buon caffè ristoratore; la cosa più simpatica da un lato ma, angosciante dall’altro, è la risposta che, purtroppo, viene fornita per dare una spiegazione più o meno plausibile a questa imbarazzante situazione, che è la seguente: -“olla, ma chini na fa fa a ni risbiglià priastu pi rapa su barru si pu u’ nn’ c’è nissunu ca si piglia nenti?”- che tradotto in italiano corrente significherebbe -“ma chi ce la fa fare a svegliarci in orario per aprire il nostro bar se poi non viene nessun turista a consumare?” – ecco, signori miei, è questa la tragicomica realtà che affligge il tirreno casentino, fatte le dovute eccezioni. Un dato è certo, il turismo vive e neanche tanto bene solo a cavallo di ferragosto per poi scemare miseramente subito dopo. A pensarci bene, però, bisognerebbe chiedersi perché il turista dovrebbe fare tappa proprio dalle nostre parti? In fondo, cosa offriamo per calamitare la sua attenzione? E, piano piano, siamo giunti al capolinea! Il nulla più assoluto se leviamo alcune manifestazioni distribuite lungo i paesi della costa come, ad esempio, la sagra della melanzana, il concorso fotografico, alcune feste religiose senza tradizione e la mostra di prodotti tipici con degustazione quando e dove è prevista…Se poi ci soffermassimo un solo attimo a valutare le infrastrutture che conducono in Calabria…ecco, perché non lo facciamo veramente?
Avvocato, Counselor – Presidente Assocultura Cosenza