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Un’adolescente, molti uomini, tanto sesso. Cosa c’è dietro il caso editoriale dell’anno?



Lettera a Melissa P. – Autrice di “100 colpi di spazzola prima di andare a dormire”.

“Caro Diario, scrivo dalla mia camera semibuia… è come se un topo stesse rosicchiando la mia anima e in maniera così impercettibile da sembrare dolce, persino”.

“I ragazzi che amano se stessi, non ci sono per nessuno, sono altrove, ben più lontano della notte”. (Jacques Prévert)


Botta e risposta fra Melissa e la mia mente che, inconsapevolmente, cerca delle risposte alle affermazioni dell’autrice e delle motivazioni al disagio che accomuna tutti gli esseri umani e gli adolescenti in particolare, tanti soldati del nulla tanti piccoli Nemecek (ragazzo della via Pal, che muore, in una guerra fra bande rivali, per difendere un ideale di giustizia e libertà), tutti una faccia ed un nome, omologhi di una ricerca che percorre la corda di una curva, al limite del deragliamento.

“Non sto male… e non sto nemmeno bene, Diario, la cosa inquietante è che … non sto!”

Cara Melissa, quello che tu avverti costituisce una sensazione comune ai viaggiatori senza tempo, agli Indiana Jones che si incamminano senza bussola, ai sommozzatori che si immergono senza una mappa di profondità, ai tanti “Joe temerario” che decollano senza uno straccio di piano di volo… e se sé vero che “i giovani hanno più bisogno di esempi che di critiche” e che la vita, in definitiva, rappresenta “l’infanzia della nostra immortalità”, è vero pure che “c’è chi vive e muore oscuro, perché non ha avuto un teatro diverso”… ma non se lo è nemmeno andato a cercare!

“La personalità di un essere umano è l’insieme di un corpo, un’anima ed un vestito”.

Partendo dal seguente assunto, si può affermare che il tuo libro, scritto bene, metta in risalto un corpo acerbo, un’anima controversa ed un vestito ambivalente: insomma, un testo in grado di esprimere un chiaro disagio esistenziale basato su elementi tipici degli adolescenti contemporanei, legati a:

  • Età (di confine fra l’egocentrismo bambinesco e il bisogno di gestire il potere, tipico dell’adulto poco maturo).
  • Educazione familiare (ambivalenza fra la mamma disinibita e il padre rigido moralista)
  • Ambiente da città di provincia (da “vizi privati e pubbliche virtù” da ragazzi “bene” confusi nei ruoli, annoiati e alla ricerca di esperienze e sensazioni forti… per sentirsi vivi)

Connotazioni decadentistiche accompagnano il tuo percorso che, alla stregua di Dorian Gray, riesce ad esprimere il bello ed il brutto che la Società trasfonde in ogni essere umano, sublimando “l’umida” sensazione di disfacimento (i vari “umori” seminali e vaginali che “raccontano” vite e storie differenti nella forma più che nella sostanza) attraverso un feticcio: non il quadro di Oscar Wilde (che invecchiava al posto del protagonista) bensì una capigliatura nera, folta e lucente che costituisce una barriera contro le invasioni violente e un “diaframma anticoncezionale mentale” contro il vuoto ed il freddo costanti… basta spazzolare in maniera ossessiva, prima d andare a dormire!

“Voglio amore… diario…voglio sentire il mio cuore sciogliersi e voglio vedere le stalattiti del mio ghiaccio spezzarsi e affondare nel fiume della passione!”

Ad occhi superficiali, cara Melissa, potresti apparire come una Penelope in attesa di Ulisse…che non torna. Alla stregua dell’eroina di omerica memoria, tessi una tela (la ricerca della felicità) che poi srotoli di notte (ma a volte anche di giorno), facendo pendere dalle tue labbra (è proprio il caso di dirlo!) uomini e donne.

Ad un’osservazione un pochino più approfondita, invece, si appalesa il rituale che molte donne attuano da migliaia di anni: l’esercizio del potere sul maschio, in ogni modo e con ogni mezzo. Una tela tessuta, si, ma con l’intento famelico di un ragno (affamato d’amore… d’accordo!). “Mi ha trovato stesa sul letto mentre ero intenta ad osservare un moscone che sbatteva contro la lampadina appesa al soffitto producendo un rumore fastidioso e ho pensato che la gente sbatte convulsamente contro il mondo allo stesso modo di quello stupido animale: crea scompiglio, ronza intorno alle cose senza mai poterle afferrare completamente; qualche volta confonde un desiderio con una trappola e ci rimane stecchita”. E non importa se a cadere in trappola sia il cinquantenne sposato (con “ambizioni” sadomaso), il giovane professorino (con retaggi dannunziani), il “bello” di turno (con le labbra di fragola… e qualcos’altro ancora più “dolce & salato”, al tempo stesso), la coppia gay o l’amica lesbo: su ognuno e con tutti, si ricama una tessuto di affanni, passioni e desideri “controversi”: buongiorno tristezza!


La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare. (Arthur Schopenhauer)


Come poteva concludersi la tua storia, cara amazzone? Alla maniera dei greci… con un “Deus ex machina” che interviene, insperato, a risolvere la situazione…

“Promettimi… promettimi una cosa: noi non ci perderemo mai, promettimelo!… Poi una notte abbiamo fatto l’amore e quando sono tornata a casa, ho visto i miei capelli ed il trucco, ancora intatti. Una principessa, come dice mia madre, così bella che anche i sogni vogliono rubarla”.

“…e quando pensi che sia finita, è proprio allora, che comincia la salita” (Antonello Venditti)

Povera principessa… ma in fondo è anche così, che va la vita!

G. M.